A Cetara in vista della riapertura c’è qualcuno che ha deciso di adottare un’altra strategia, facendo un…
A Cetara in vista della riapertura c’è qualcuno che ha deciso di adottare un’altra strategia, facendo un salto nel passato e optando per una soluzione slow food. Stiamo parlando di Gennaro Castiello, patron di Acquapazza. In un’intervista con la collega Barbara Cangiano de La Città di Salerno. Castiello spiega quale sarà il suo futuro format: stanco delle noie normative e delle restrizioni dettate da questi tempi difficili, ha deciso di dire addio alla ristorazione, tornando alle origini e dedicando la propria attività ad un prodotto simbolo di Cetara, ovvero la colatura di alici.
“Chiamiamolo ritorno al passato – spiega Castiello – Perché quando abbiamo aperto, tantissimi anni fa, lo scenario era questo. Ci pensavo già da tempo e questa potrebbe essere l’occasione giusta. Questo virus può trasformare l’economia e farci tornare alle nostre radici.” Acquapazza vede quindi questo periodo particolare come un’opportunità, passando dalla strada dell’omologazione, dettata da un’eccessiva globalizzazione, per riscoprire le attività delle origini, trasmettendole come esperienze ai turisti che raggiungeranno la Costa d’Amalfi.
Gennaro Castiello ha un approccio alla riapertura per la fase 2, secondo il ristoratore cetarese le restrizioni imporrebbero infatti dei costi aggiuntivi per le attività che potrebbero diventare insostenibili: specie per questo motivo ha deciso di diversificare la propria offerta, trasformando il proprio locale in un laboratorio con un annesso punto vendita e cinque tavoli. Per Castiello la politica deve fare la propria parte, anche nel promuovere un modello di turismo sostenibile e autentico per il nostro territorio.
Fonte : PositanoNews.it