Benevento . Al Vinitaly il barbera del Sannio, il lancio dell’antico vitigno Camaiola . Il…
Benevento . Al Vinitaly il barbera del Sannio, il lancio dell’antico vitigno Camaiola . Il frutto di recenti ricerche ha riportato alla luce come nei primi anni del Novecento, nelle campagne della Valle Telesina (in particolare in quelle che circondano il piccolo centro di Castelvenere) era particolarmente diffusa la coltivazione di questo vitigno che si caratterizza proprio per il suo profondo radicamento al territorio e che era erroneamente denominato Barbera del Sannio . . Nella giornata di apertura della rassegna veronese, presso lo stand dell’Associazione Città del Vino, ci sarà la presentazione del progetto «Camaiola: un antico vitigno da riscoprire». Un momento in cui sarà illustrato agli addetti ai lavori l’iter che dovrà portare in tempi brevi ad avanzare la specifica richiesta al Ministero dell’agricoltura per giungere all’iscrizione di questo vitigno al Registro nazionale delle varietà di vite.
La Campania, il Sannio, sono terre ricche di biodiversità, anche viticola. Da queste parti si vinificava già prima dei Romani. La ricchezza varietale che è frutto di questa millenaria coltivazione della vite è stata spesso generatrice di confusioni mai dissipate. Tuttavia, nel caso del camaiola l’errato accostamento con il barbera piemontese venne disegnato a tavolino, pensato e realizzato oltre un secolo fa dai produttori castelveneresi, che vollero creare ad arte questa sorte di commistione con il più noto vitigno originario del Monferrato, il cui frutto all’epoca costituiva il vino più famoso al mondo.
Ed ecco che oggi, proprio nel luogo dove questa confusione venne generata, i produttori associati nell’Aic (acronimo che sta per Associazione Imbottigliatori Castelvenere) hanno acquisito la consapevolezza che non sia più rinviabile la ricerca di una soluzione, che ormai siano maturi i tempi per dare alle cose il loro giusto nome. Contagiando, in questa operazione novità, altre aziende venneresi e le aziende del comprensorio titernino che storicamente producono tale vino.
Una volontà che si concretizza forse con anni di ritardo, ma che giunge in un momento in cui i consumatori sono sempre più consumatori informati, sempre più attenti alla qualità e soprattutto alla tracciabilità del vino che scelgono.
Se a questo poi aggiungiamo che tutte le ricerche del settore evidenziano come la maggior parte di questi consumatori si dicono curiosi, aperti verso le novità, comprendiamo bene anche le grandi opportunità che questa operazione verità potrà innescare. Del resto, lo sguardo dei produttori sanniti e quindi anche di quelli esterni all’areale della Valle Telesina, sembra farsi sempre più attento. Gli impianti di vigneti con uve barbera iniziano ad uscire fuori dai confini storici racchiusi tra i centri di Castelvenere, San Lorenzello, Faicchio, San Salvatore Telesino, Telese Terme e Solopaca.
Fonte : PositanoNews.it