La memoria dei sapori, intervista al proprietario de La Conca, Antonio Cafiero.
Il gruppo di ragazzi del liceo Scientifico Salvemini incontra il patron de La Conca per un’intervista esclusiva.
Antonio Cafiero ha sempre avuto la passione per la cucina e per il buon cibo, riuscendo a trasformarla nel suo lavoro.
“Come ha avuto inizio il suo percorso lavorativo?”
“La mia storia ha avuto inizio 16 anni fa, quando ho ereditato da mio padre Mario lo stabilimento balneare “La Conca” a Meta di Sorrento, presso la spiaggia di Alimuri. Rendendomi conto del potenziale del luogo e della possibilità di sfruttarlo anche in inverno,ho deciso di adibire la struttura a ristorante, e assieme ad alcuni soci abbiamo deciso di fondare l’associazione “Conca Summer Groove Club”, che si occupava di organizzare, durante le ore serali, eventi di musica, in cui offrivamo anche assaggi di primi piatti.”
Da questa esperienza di arricchimento personale, la passione e la voglia di Antonio crescono, convincendolo a proseguire sulla rotta della ristorazione.
Oggi la conca è un locale rinomato e citato nella guida de “Il Gambero Rosso”.
“Quali sono le peculiarità che descrivono la sua cucina?”
“Il ristorante fa piatti a base di pesce e della tradizione locale . Curo personalmente la scelta delle materie prime che uso nei miei piatti, selezionati in base a criteri ben precisi: la qualità, la freschezza, la stagionalità e la provenienza, rigorosamente locale. La mia cucina è caratterizzata da pietanze che uniscono tradizione e innovazione, in grado di raccontare la fatica di contadini e pescatori in un’Italia che li mette in secondo piano.”
“Sappiamo che è membro del presidio Slow Food, quali sono i motivi di questa scelta?”
“Ho deciso di intraprendere questa strada per il desiderio di dare un futuro al passato della tradizione culinaria del sud Italia, eliminando il rischio di mangiare alimenti poco salutari,ricchi di additivi e conservanti.”
“Quali sono i suoi obbiettivi bel lavoro e quale è la sua gratificazione maggiore?”
“Il mio obiettivo è quello di trasmettere ai giovani i sapori del passato e del presente, affinché essi possano continuare a vivere nel futuro; la mia gratificazione più grande è quotidiana: vedere i miei clienti soddisfatti, ma soprattutto sapere di aver contribuito, seppur in piccolo, ad alleggerire la loro giornata, ricordando che la cucina “è un atto d’amore.””