Il mondo industriale, specialmente quello americano, lavora nella creazione di cibi confezionati che stimolino il…
Il mondo industriale, specialmente quello americano, lavora nella creazione di cibi confezionati che stimolino il piacere, fino all’assuefazione e alla dipendenza, da cui la famosa definizione di bliss point ovvero punto di beatitudine.
Il mondo industriale, specialmente quello americano, lavora nella creazione di cibi confezionati che stimolino il piacere, fino all’assuefazione e alla dipendenza, da cui la famosa definizione di bliss point ovvero punto di beatitudine.
Questo termine definisce la concentrazione perfetta di zuccheri, grassi e sale che porta, chi assume un alimento, alla massima sensazione di piacere e spinge a volerne ancora e ancora: ecco perché è così difficile rinunciare a certi alimenti, soprattutto ai cibi spazzatura, infatti, quando si apre una confezione di patatine fritte o di gelato o una particolare merendina è molto difficile mangiarne una quantità moderata.
il bliss point è ancora in fase di studio, lo scopo sarebbe quello di arrivare a conoscere il grado di dolcezza ottimale della maggior parte dei prodotti alimentari che troviamo in commercio: biscotti, merendine, bibite gassate, prodotti da forno e dolci.
Tramite la somministrazione di acqua e zucchero sempre più dolci, queste pietanze risulteranno sempre più gradite, finché non si raggiunge un punto dopo il quale le persone iniziano a trovare la miscela troppo dolce, quello è il bliss point, ovvero la quantità di zucchero che rende più gradevole possibile un cibo. Non si parla sempre di un dolce, si può trattare anche di pane, pasta, pizza, salse e molti altri alimenti i cui ingredienti sono caratterizzati da zuccheri.
Il punto di beatitudine è sempre più alto nei bambini rispetto agli adulti, varia a seconda della consistenza e anche al consumo contemporaneo di bevande, ad esempio, se insieme ad un pasticcino si consuma la Coca Cola, anch’essa zuccherata, il bliss point cambia.
Per disfarsi della dipendenza dal cibo spazzatura, quindi, non può essere sufficiente solo uno stimolo razionale, quale quello di maggiore attenzione e cura alla nostra salute, ma bisogna intervenire sugli elementi istintivi e impulsivi dettati dall’alimentazione.
Detto in altri termini, occorre riabituare il cervello a farsi piacere i cibi sani. È questa la conclusione di uno studio dello USDA Human Nutrition Research Center on Aging (USDA HNRCA) della Tufts University, pubblicato sulla rivista ‘Nutrition & Diabetes’.
In conclusione, dallo studio è stato dimostrato che si può riallenare il nostro cervello a preferire cibi salutari disintossicandosi da zuccheri semplici (dolciumi, merendine, prodotti da forno confezionati…) e riabituando l’organismo a godere dei benefici di un’alimentazione sana caratterizzata da frutta, verdura, yogurt, carne e pesce freschi e non già precotti e pronti all’uso che spesso sono addizionati con esaltatori della sapidità e del gusto.
I cibi, soprattutto quelli dolci e molto grassi, mandano in completo visibilio il cervello, che tende a volerne ancora di più, anche quando il senso di fame è stato colmato.
Gran parte dei prodotti che consumiamo come bibite gassate e zuccherate, snack e merendine dolci o salate già pronte, creano una vera e propria dipendenza, più se ne mangia e più se ne mangerebbe ed è bene essere al corrente che è un meccanismo creato appositamente per aumentare il consumo di tali prodotti che purtroppo incentivano l’aumento di peso e ciò che ne consegue.
Progetto Alternanza scuola-lavoro con Positanonews Gianluca Marrone IV B
Fonte : PositanoNews.it