Torino – In queste settimane abbiamo seguito con interesse alcune lodevoli iniziative anti spreco alimentare,…
Torino – In queste settimane abbiamo seguito con interesse alcune lodevoli iniziative anti spreco alimentare, mi piace fra tutte citare quella intitolata “E’ buono anche domani” organizzata a Vico Equense dall’Associazione Cibele e dall’ACOVE a guida Margherita Aiello, per questo quando mi sono imbattuto nella storia Clarien van de Coevering e Monica Fissore me ne sono subito innamorato, e ho voluto approfondirne la loro conoscenza perché, come dire, chiude il cerchio, nel senso che se il cibo non va sprecato, bisogna anche conservarlo nel migliore dei modi, soprattutto senza plastica. Clarien van de Coevering è una violinista e liutaia, Monica Fissore è un’educatrice che si occupa di teatro, durante un viaggio all’estero si sono imbattute in un tessuto trattato con cera d’api. Alle due amiche è parso di riconoscere in questo tessuto la vecchia carta cerata con la quale le nostre nonne conservavano il formaggio quando non esisteva la plastica. Tornate a Torino, grazie al marito di Clarien, che gestisce un’azienda agricola, le due compagne hanno cominciato a sperimentare vari metodi per realizzare una pellicola che potesse sostituire la plastica partendo dalla cera d’api. In loro soccorso è venuta anche l’Università di Eindhoven i cui professori hanno fornito le giuste dritte alle due novelle imprenditrici, che alla fine hanno realizzato artigianalmente la prima pellicola a bassissimo impatto ambientale e senza plastica “Beeopak“. Si tratta di una pellicola fatta di cotone biologico, resina di pino, cera d’api e olio di nocciole. La cera d’api ha proprietà traspiranti e antibatteriche, l’olio di nocciole ammorbidisce e non unge, la resina di pino rende il tessuto adattabile alle superfici e adesivo. Tutto questo accadeva l’anno scorso, oggi Clarien van de Coevering e Monica Fissore hanno messo su un’azienda a Torino in via Bonzanigo 5, che produce a tutto spiano. A onor del vero, un set costa caro 14 euro ma dura un anno, e si può riutilizzare più volte. Un altro passo in avanti per liberarci della plastica e i suoi derivati, per creare posti di lavoro e vivere in un mondo meno inquinato. Che aggiungere se non: viva le donne che sanno fare impresa!
di Luigi De Rosa
(per tutte gli approfondimenti vi consiglio www.beeopak.com; le foto nell’articolo sono tratte dal web)
Fonte : PositanoNews.it