Carissimi enoappassionati bentrovati a questo nuovo appuntamento con il nettare degli dei.Oggi andiamo in Friuli,…
Carissimi enoappassionati bentrovati a questo nuovo appuntamento con il nettare degli dei.Oggi andiamo in Friuli, e precisamente a Farra d’Isonzo,dove nasce l’azienda che produce questo splendido vino,Il Carat. Esso è un vino bianco ricco e corposo ,che nasce dalla fermentazione spontanea di tre uve bianche tipiche della regione, Friulano,Malvasia e Ribolla Gialla. Si esprime in sentori di frutta, agrumi, mandorle e miele ed un vino bianco che rispecchia la tradizionale tecnica di assemblaggio proveniente dal passato, ossia, utilizzare insieme le tradizionali varietà di uve da secoli presenti sul territorio friulano. e lo fa rispecchiando il carattere forte e dirompente del suo artefice: Fulvio Bressan. Il Carat è ottenuto dalle uve tipiche della zona del Collio, allevate senza utilizzare prodotti di sintesi o tecniche invasive, site su colline di composizione argillosa, con presenza di marne calcaree scistose e strati di arenarie quarzose, senza una grande percentuale di sostanza organica e di elementi nutritivi. Le uve in cantina vengono pigiadiraspate in maniera soffice, e subiscono una lieve macerazione sulle bucce attraverso dei rimontaggi, per essere poi svinate e pressate. Dopo una decantazione a freddo il mosto viene separato dalla parte solida in attesa che parta la fermentazione spontanea. L’affinamento prevede 2 tipologie di legno,quindi la sosta del vino sur lies viene svolta con una parte in barrique e una parte in botti di rovere da 20 ettolitri ,per poi passare all’assemblaggio del vino finale in acciaio,dove segue un breve periodo di maturazione 3 mesi circa.Il Carat alla vista è giallo paglierino. Al naso si avvertono intensi sentori di frutta, albicocca, pesca, melone con note di scorza d’arancia, miele d’acacia, noce e un piacevole finale di mandorle. Il bouquet si apre nel tempo. Al palato è maestoso fresco e lungo, equilibrato e persistente. Un gran bel vino.In una calda giornata d’estate l’ho bevuto a pranzo con dell’abbacchio alla scottadito e ripeterei volentieri quell’avventura.
Fonte : PositanoNews.it