“Cameriere c’è un insetto nel mio piatto!”; “Mi scusi, lo porto via subito!” “No, no,…
“Cameriere c’è un insetto nel mio piatto!”; “Mi scusi, lo porto via subito!” “No, no, che ha capito? Desidero fare il bis: lo stesso insetto, stessa cottura! Mi raccomando!” Beh, potrebbe accadere anche questo, prossimamente nei nostri ristoranti (ammesso e non concesso che permetteranno mai di riaprirli i ristoranti in Italia), già perché da alcuni giorni la Commissione Ue ha espresso parere favorevole per il consumo delle tarme di farina. L’Europa dunque ha detto sì agli insetti nel piatto. Le tarme della farina, o camole della farina, “Plodia interpunctella Hübner” allevate ed essiccate potranno essere mangiate senza rischi, come snack o ingrediente di preparati per biscotti, barrette proteiche e pasta. A metterlo nero su bianco è stata l’Efsa, l‘Autorità europea per la sicurezza alimentare. Dopo il suo parere positivo, ci saranno sette mesi di tempo per una proposta di autorizzazione da parte della Commissione Ue, mentre l’immissione sul mercato dovrà poi essere votata dai Paesi membri. La richiesta di autorizzazione al commercio è stata presentata da un’azienda francese. Efsa ha analizzato il profilo tossicologico, il potenziale rischio di allergie, nonché il processo di allevamento e trasformazione. Attualmente l‘Efsa sta valutando 10 domande sugli insetti come alimenti: si va dalle cavallette ai grilli, fino alle larve come quelle delle tarme della farina, che hanno ricevuto il nulla osta. Coldiretti ha commissionato un sondaggio per sapere cosa pensano gli italiani del consumo di insetti a tavola, e a quanto pare la maggioranza considera larve e grilli estranei alla nostra cultura culinaria. Staremo a vedere se tra qualche anno l’opinione del consumatore medio italiano sarà rimasta la stessa, certo rane e lumache non sono estranee alla nostra tradizione, il celebre giornalista Andrew Zimmern con la sua serie Tv “Orrori da gustare” ha documentato in tempi non sospetti che nel piatto noi uomini mettiamo di tutto, ed è questo “tutto” che un po’ mi spaventa; il pangolino ce lo ha insegnato, non è il fatto che le camole della farina siano insetti a frenarmi di fronte a nuove proposte alimentari, quanto il mio istintivo ormai desiderio di sapere prima, se il consumo industriale degli insetti andrà o meno a intaccare determinati equilibri in determinati ecosistemi naturali. di Luigi De Rosa
Fonte : PositanoNews.it