Cannavacciuolo dopo il blitz dei NAS nel suo ristorante si sfoga su Repubblica, Vico Equense lo difende . La città della Penisola sorrentina è sconvolta dalla notizia del suo più celebre chef, originario di Ticciano, borgo che si affaccia sulla Costa di Sorrento e Amalfi , dove pure Cannavacciuolo starebbe realizzando un resort , ma ha già una struttura ricettiva d’eccellenza sulla spiaggia di Meta, in molti minimizzano ed infatto lo chef stellato e celebre volto televisivo si sfoga su Repubblica spiegando cosa è successo . Sul menù mancava solo un asterisco, e il cibo in frigo era per noi. Certo che, con storie come questa, viene voglia di andarsene”. All’indomani dell’ispezione dei Nas nel suo bistrot torinese, conclusasi con una multa di 1.500 euro (per non aver registrato la tracciatura di alcuni prodotti) e con la denuncia per frode a carico della moglie Cinzia Primatesta e del direttore del locale Giuseppe Savoia (per non aver indicato con precisione sul menù quali cibi fossero cucinati con materie prime congelate), lo chef Antonino Cannavacciuolo non nasconde l’amarezza. Formalmente abbiamo sbagliato, dice a chi lo interpella sulla disavventura accadutagli, ma si tratta di poco più che sciocchezze: “La frode è un’altra cosa, vuol dire ingannare i clienti e questo non lo abbiamo mai fatto”.
Il cuoco divenuto anche un personaggio televisivo, con trasmissioni come “Masterchef” e “Cucine da incubo”, spiega così l’accaduto: “E’ la legge che impone di abbattere il pesce, e questo nel menù era spiegato, anche se solo in fondo alla carta. Abbiamo commesso un errore, ma non in malafede”. E annuncia che, d’ora in avanti, un asterisco accanto a ogni piatto indicherà l’eventuale congelamento del prodotto. Quanto alla pasta, che i carabinieri hanno trovato nel congelatore, Cannavacciuolo chiarisce che non era destinata alla somministrazione agli avventori: “Ai clienti serviamo sempre pasta fresca, ma quella che avanza mica la buttiamo via: la conserviamo per il nostro consumo”. E anche sulla mancata tracciatura di alcuni alimenti lo chef di Villa Crespi precisa che l’unico problema è la mancata trascrizione delle schede dei fornitori
sui registri del bistrot perché, probabilmente, “negli ultimi tre giorni nessuno aveva trovato il tempo di farlo”.
“Va bene che ci siano delle regole, ma applicarle in questo modo è assurdo – ha protestato Cannavacciuolo in un’intervista – si parla tanto delle difficoltà che gli imprenditori sopportano per lavorare in Italia, in qualsiasi settore. Ecco: storie come questa fanno venire voglia di andarsene da un’altra parte
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