Tramonti, Costiera amalfitana La tradizione “scippata” che racconta ancora la statura di nonno Giuseppe. Novanta…
Tramonti, Costiera amalfitana La tradizione “scippata” che racconta ancora la statura di nonno Giuseppe. Novanta anni di un vitigno che resiste alle generazioni e anzi ne coglie le innovazioni senza prescindere dalle antiche tecniche del pergolato. La cantina Apicella racconta la storia di una famiglia che nel vino ritrova le sue radici. Riserve di un passato che si tramuta in passione per la terra e amore per il vino. Tramonti è certamente terra di tradizioni, di mani che lavorano. Ogni sorso di vino è un sentiero di emozioni, un’armonia di spezie e di aromi. Finanche il passito “Passion”, l’ultimo nato in casa Apicella, riesce ad arginare i suoi sedici gradi in un preludio di dolcezza e incanto. Le botti in legno e l’acciaio custodiscono segreti e dedizione. Temperature, annate, clima sono sempre una variabile che tempra le capacità di enologi e produttori. E’ tutto un gioco di equilibri. E il calice finale non riesce a contenere fino in fondo i sacrifici e la dedizione meticolosa per chi fa dell’uva una cultura da portare a tavola. Qui c’è la nicchia e la tradizione, la perseveranza di una famiglia che raggiunge il cuore degli Americani e la curiosità nostrana. La cura dei vigneti e la produzione dei vini è una storia di avi che rivivono nelle mani e nelle idee dei nipoti. La maestosità della “scippata” e dei suoi 14,5 gradi è nel suo rosso intenso. I frutti rossi sotto spirito sono la prima sentinella per olfatto e gusto. Le spezie e il pepe nero bilanciano il tabacco, il cioccolato e la vaniglia. L’annata del 2019, l’ottanta per cento tintore e il venti Piedirosso, ne fanno nicchia e incanto.
Il Costa d’Amalfi fresco, dorato, con i suoi tredici gradi accompagna le serate più intime e quelle più allegre. Con il suo sentore di frutta matura, pere e mele. Le erbe aromatiche ne attestano il coinvolgimento. Un mix di Falanghina e Biancolella che ben si sposa con i formaggi più leggeri e le pietanze di pesce. L’eleganza del Colle Santa Marina è nella sua fermentazione in legno. Pepella e ginestra a dipingere quel colore oro. Frutta secca, rosmarino e origano rivivono sulla scia del terreno vulcanico che ne attesta la persistenza sul palato.
Sette etichette di vino, una grappa e un passito. Un percorso consolidato dal 1977 tra studio e riscoperta di antichi vitigni e nuovi aromi.
Fonte : PositanoNews.it