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Da Minori in Costiera Amalfitana Gaspare Apicella ci parla dei piatti tipici della tradizione di Carnevale
Le lasagne sono un particolare formato di pasta, ottenuto tagliando in grossi quadrati o rettangoli le sfoglie di farina e uova o di semola. Costituiscono il più antico formato di pasta di cui si trova traccia in epoca greco-romana.
Il termine lasagna pare originarsi dal latino lasanum. Ma la prima parola “lasagna” risale al 1282 in alcune composizioni poetiche.
Ma un anonimo ricettario (libero de coquina) illustra una preparazione di lasagna più vicina alla moderna.
Le lasagne emiliane e romagnole
sono prodotte con una sfoglia di colore verde, ottenuta con l’aggiunta di spinaci, condita con strati di ragù bolognese, besciamella, burro o parmigiano e passato al forno.
La versiane napoletana non prevede tassativamente l’utilizzo della pasta fresca all’uovo e vede il ragù di pomodoro, i latticini, le polpettine di carne e la ricotta. Nato per un successo di cucina di corte, si trova in molti ricettari di epoca rinascimentale. A partire dal XVII° sec. le lasagne assumono un ruolo nei menu di Carnevale e di Pasqua.
Varianti: lasagne al salmone, di pesce (rielaborazione di una ricetta del 1500 di Cristophe da Messinburgo), al pesto, al radicchio, ricotta e spinaci, ai carciofi, ,lasagna gamberi e champignons.
Nel 1634 Giovan Battista CRISCI Pubblica a NAPOLI il libro LUCERNA DE CORTEGGIANI, contenente la ricetta di monache stufate, mozzarella e cacio a pasta filata e passata al forno. La ricetta di casa mia (anzi della trattoria paterna) prevede la farcitura della classica lasagna napoletana (fatta con le pettole di pasta di semola) con mozzarella di vaccina, uova sode a fettine, polepettine di carne di maiale e di vaccina , pisellini, qualche fetta di salame rigorosamente paesano, con la teglia a centro tavolo per l’immancabile bis.
Fonte : PositanoNews.it