Caserta. Dopo la mozzarella di bufala tocca anche alla ricotta. Il ministro delle politiche agricole Maurizio Martina ha consegnato il decreto di riconoscimento al consorzio di tutela della ricotta di bufala campana Dop a due anni dalla sua costituzione. L’incontro si è svolto nella sede del Consorzio di tutela della mozzarella di bufala campana Dop nella sede delle Cavallerizze della Reggia di Caserta, alla presenza del presidente del consorzio della ricotta Benito La Vecchia e del presidente del consorzio mozzarella Domenico Raimondo. «Qui è stato realizzato un esperimento di interesse nazionale – ha dichiarato Martina – La mozzarella Dop è la regina del comparto, ma guai ad accontentarsi. Bisogna insistere sulla strada dello sviluppo tracciato e sul modello di sinergia con i beni culturali e le altre risorse del territorio». Tra l’altro, il ministro, intervenendo sull’accordo triennale che la Barilla ha siglato con gli agricoltori per l’acquisto di 900 mila tonnellate di grano, di cui 210 mila saranno prodotte e vendute alla multinazionale di Parma da aziende del centro-sud (di cui 700 in Campania) ha annunciato che «uno degli obiettivi del Governo è quello di aumentare la capacità produttiva di grano in modo da divenire autosufficienti, in quanto importiamo ancora troppo grano dall’estero». Soddisfatto per la assegnazione Dop il presidente del consorzio della ricotta, La Vecchia: «Da oggi – ha commentato – siamo il soggetto ufficialmente incaricato di tutelare e valorizzare un prodotto straordinario. C’è un gruppo di giovani imprenditori che con passione si dedica alla produzione di ricotta di bufala campana Dop, settore che ha margini di crescita notevoli». Il consorzio è per ora composto da 7 soci (tutti produttori di mozzarella Dop) e i numeri della produzione 2016, attestati intorno ai 29 mila chilogrammi, sono destinati a crescere. Il rapporto Svimez-Ismea ha rimarcato la centralità del settore della mozzarella Dop per l’economia del Mezzogiorno, sottolineando che «la Mozzarella di Bufala Campana è di gran lunga il prodotto a Indicazione geografica più rappresentativo dell’agricoltura meridionale, di cui rappresenta oltre il 50% del fatturato complessivo». Il presidente Raimondo ha commentato i dati dello studio: «Sono numeri che ci confermano il ruolo di traino che registriamo al Sud e ci spingono a dare ulteriore impulso ai progetti di sviluppo della filiera che abbiamo messo in campo. Giovani e formazione sono il binomio chiave delle sfide che ci attendono, facendo sempre più rete con le istituzioni». (Corriere del Mezzogiorno)
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