Da stanotte green pass per bar e ristoranti, a Rimini locali convenzionati per fare tamponi…
Da stanotte green pass per bar e ristoranti, a Rimini locali convenzionati per fare tamponi a basso prezzo ai non vaccinati . Insomma bando alle polemiche si cerca di salvare l’estate e recuperare i clienti ancora non vaccinati facendoli entrare con i tamponi, che in Italia sono fra i più cari al mondo, un bel business per farmacie, laboratori analizi ed aziende del settore . Green Pass si , Green Pass no, i vaccini funzionano o non funzionano, un sistema per rallentare la pandemia da coronavirus Covid – 19, ma bisogna farlo velocemente per non far diffondere le varianti, insomma al di là delle discussioni, oramai è fatta, a mezzanotte chi è dentro deve andare fuori , se non ha il green pass, per evitare sanzioni . C’è chi è in oggettiva difficoltà, come il bar Internazionale a Positano, a conduzione familiare, e valuta anche se fare solo l’asporto, altre attività si baseranno sull’autocertificazione ( come ha chiesto Garavaglia ) , dalla Costiera amalfitana alla Penisola sorrentina operatori ancora confusi, a Piano di Sorrento il bar Marianiello ha reso riservata la saletta interna , lasciando l’accesso al bancone del bar a tutti, chi vuole andare dentro solo se ha il green pass .
A riposo sotto gli ombrelloni gli italiani avranno ancora 24 ore per assistere allo spettacolo delle polemiche sull’entrata in vigore dell’obbligatorietà, dalla mezzanotte di oggi, del Green pass anti-Covid per i ristoranti o i musei (ma non, o non ancora, per i luoghi di lavoro).
Una battaglia essenzialmente virtuale, combattuta sui social più che sul terreno, fra il partito pro-pass ampiamente maggioritario (oltre quota 70%) nei sondaggi e quello no-pass assai più rumoroso sulla rete. La cosa attraversa anche la maggioranza, con la Lega che impugna la bandiera no-pass addirittura con il ministro del turismo Massimo Garavaglia che detta cinque condizioni per «salvare il settore» fra le quali l’autocertificazione per i ristoranti. Le altre quattro sono: esenzione per i minorenni; esenzione per fiere e sagre all’aperto; esenzione per servizi interni agli alberghi; nessun vincolo per i mezzi di trasporto.
Un pacchetto decisamente contrastato su twitter dal leader di Azione Carlo Calenda, in vacanza in Austria, che di primo mattino la mette così: «Sarà la dittatura sanitaria che prelude a quella sociale, morale e politica, ma qui a Vienna non ti servono neanche un caffè all’aperto senza Green pass».
REGOLE ASBURGICHE
Certificazione per il caffé all’aperto? Mentre in Italia il pass sarà obbligatorio al bar per sorseggiare una bevanda al chiuso e solo se seduti, cioè non serve neanche se il caffé lo consumi al bancone?
In attesa di capire se le ferree regole asburgiche (peraltro determinate da un governo guidato dal conservatore Sebastian Kurz) siano più efficaci di quelle italiane, da noi le polemiche infuriano. Le agenzie di stampa non mancano di segnalare la trovata del titolare di un bar di Alghero che ha piazzato la stella di David all’ingresso del suo locale per protestare contro il pass vaccinale «non fondato su basi scientifiche esattamente come la discriminazione contro gli ebrei». Altrove c’è chi parla di ritardi nelle disposizioni e si chiedono regole anche per i dettagli del tipo: «Se un turista chiede di poter usare i servizi igienici di un bar può farlo senza il Certificato»? I controlli spettano ai gestori dei locali, c’è anche un’apposita App. Sulla riviera romagnola, con spirito pratico, gli operatori turistici si sono convenzionati per far fare tamponi a basso prezzo a chi non si è vaccinato ma vuole sedersi al ristorante.
L’ELETTORATO
Ad un certo elettorato si rivolge la Lega di Matteo Salvini che. E anche se ormai è impossibile bloccare il pass il Carroccio l’altro ieri ha presentato una valanga di 900 emendamenti al decreto che lo ha istituito e che in queste ore viene esaminato (con ritardo abbastanza stravagante) dalla Commissione Affari Costituzionali della Camera.
Fra queste proposte di modifica ne spicca una che semplicemente ne chiede l’abolizione per l’accesso a una serie di attività. Fonti leghiste spiegano che «l’emendamento che sopprime l’articolo 3 del decreto sul Green pass, mira a evitarne l’uso in zona bianca, cioè in tutt’Italia». La musica non cambia nelle dichiarazioni del senatore Alberto Bagnai, economista del Carroccio noto per le sue battaglie no-euro, che definisce il Green pass come uno strumento destinato a «frenare le attività economiche».
Intanto le strutture pubbliche, come ad esempio i musei, pare si siano preparate per tempo. Ieri l’Ansa ha verificato che una ventina di strutture museali o analoghe un po’ in tutt’Italia, dal Colosseo alla Reggia di Caserta, hanno già disposto gli inviti ai visitatori a presentare il pass spesso con trovate gradevoli, come l’uso dei versi di Orazio da parte del Parco Archeologico del Colosseo o di una stampa di Francesco I Borbone per la Reggia. Il controllo sarà effettuato all’ingresso e sarà verificato se il pass appartiene alla persona che la presenta attraverso l’esame di un documento. In molti musei non si pone il problema del tempo necessario per effettuare un controllo perché spesso le visite già avvengono per appuntamento.
In altre strutture come le palestre invece molti proprietari hanno già registrato nella loro documentazione elettronica i Green pass degli iscritti e dunque non li dovranno controllare ogni volta che l singolepersone entreranno nelle strutture.
Sia come sia da domattina – dopo molti altri paesi europei – anche l’Italia fa scattare l’obbligatoria diffusa del Pass: dai ristoranti al chiuso (per i bar non sarà chiesto al bancone ma solo al tavoli se ce ne sono), ai parchi tematici all’aperto, alle partite di calcio, ai musei, ai centri termali, alle palestre. Vale la pena ricordare che per partecipare ai pranzi matrimoniali il Green pass è obbligatorio dal primo luglio. E non si registrano protesta da parte degli operatori del settore.
ettori all’ingresso e personale addetto esclusivamente alla verifica del Codice QR e delle generalità insieme al controllo della temperatura corporea. Da venerdì prossimo, l’Italia entra ufficialmente nell’era del green pass ed i locali pubblici si stanno organizzando per non farsi trovare impreparati. Ricordiamo che la certificazione verde viene rilasciata a chi è stato vaccinato o ha ottenuto un risultato negativo al test molecolare o antigenico nelle ultime 48 ore o è guarito dal Covid-19.
Il green pass dal primo luglio è valido come EU digital Covid certificate e rende più semplice viaggiare da e per tutti i Paesi dell’Unione europea e dell’area Schengen. In Italia è richiesto per partecipare alle feste per cerimonie civili e religiose, accedere a residenze sanitarie assistenziali o altre strutture, spostarsi in entrata e in uscita da territori classificati in zona rossa o arancione.
Inoltre, come spiega il sito del governo dedicato, “dal 6 agosto servirà per accedere a qualsiasi tipo di servizio di ristorazione al tavolo al chiuso, spettacoli, eventi e competizioni sportive, musei, istituti e luoghi di cultura, piscine, palestre, centri benessere, fiere, sagre, convegni e congressi, centri termali, parchi tematici e di divertimento, centri culturali e ricreativi, sale da gioco e casinò, concorsi pubblici”. Per la socialità, insomma.
A Sorrento i ristoratori come si stanno organizzando?
.A Sorrento quasi tutti i ristoranti dispongono di spazi all’aperto, quindi possono selezionare la clientela: chi ha il certificato dentro, chi ne è sprovvisto sui tavoli posizionati all’esterno. Decisamente più complicata la situazione per chi può contare solo sulla propria sala per l’accoglienza degli avventori. È il caso del Zi’ Ntonio che sorge in un antico palazzo a pochi passi da piazza Tasso.
“Ancora una volta le istituzioni ci hanno passato una patata bollente lavandosene le mani – spiega il titolare, Mariano Russo -. Mia moglie, che era addetta all’accoglienza, si farà carico del controllo del green pass, mentre abbiamo affisso una cartellonistica specifica anche in lingua inglese. Purtroppo perderemo una buona fetta di clientela, ossia tutte quelle famiglie con figli da 12 anni in su”.
Russo a proposito della certificazione si pone un interessante interrogativo: “Posso venire da Napoli con la Circumvesuviana senza alcuna restrizione in un treno pigiato come le sardine ma poi appena arrivato a Sorrento per entrare in un ristorante al chiuso devo avere il green pass? Non mi sembra giusto”.
Nel centro di Sorrento c’è anche Il Buco, una stella Michelin. “Ci siamo organizzati sistemando accanto all’apparecchio che misura la febbre il lettore del green pass – spiega lo chef Giuseppe Aversa -. Noi siamo comunque avvantaggiati perché già abbiamo una hostess addetta all’accoglienza e quindi la procedura è facilitata. Ciò non toglie che mettiamo in conto tanta confusione almeno nei primi tempi, quando arriveranno persone che non hanno il certificato verde e vorranno tutti sedersi fuori”.
Ma sarà ancora più complicato con gli stranieri. “Già per venire qui – sottolinea Aversa – devono sottoporsi tamponi e controlli e qualcuno anche alla quarantena, ma non tutti hanno il green pass, per cui possiamo già immaginare le proteste e le discussioni. Però se questa è la strada verso il ritorno alla normalità non possiamo fare altro che adeguarci e sperare che tutto vada per il meglio
Organizzato anche il ristorante Re Food di Peppe Savarese “Ci impongono norme in piena estate, noi abbiamo un locale ampio e spazioso già sicuro di per se con tavoli da sempre distanziati per far stare comodi i nostri clienti ” , la Pizzeria Da Franco ha spazi esterni ed interni anche si è organizzata in tal senso.
Fonte : PositanoNews.it