Dai terrazzamenti abbandonati alla concorrenza, Report racconta Il limone della Costiera Amalfitana tra eccellenza e abbandono

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10 Febbraio 2025

Dai terrazzamenti abbandonati alla concorrenza, Report racconta Il limone della Costiera Amalfitana tra eccellenza e abbandono

La Costiera Amalfitana, terra di straordinaria bellezza e prodotti unici, si trova ad affrontare una sfida molto delicata: la salvaguardia del limone Costa d’Amalfi, eccellenza locale minacciata da diverse problematiche. Un recente servizio di Report, andato in onda nella serata di ieri su Rai3 ha acceso i riflettori su questa difficile situazione, evidenziando le difficoltà che i produttori devono affrontare quotidianamente.

Terrazzamenti abbandonati e “malsecco“: un duro colpo per la produzione

Passeggiando tra Minori e Cetara, lo spettacolo è desolante: numerosi terrazzamenti, un tempo rigogliosi di limoni, giacciono abbandonati, testimoni di un lento declino. Antonio Cioffi, produttore locale, racconta con amarezza di come il “malsecco“, un fungo che attacca le piante, abbia decimato i suoi alberi di limone nel giro di pochi anni.

Lo “sfusato amalfitano“: un tesoro dal profumo intenso e dalla buccia edibile

Il limone Costa d’Amalfi, noto come “sfusato amalfitano“, è un agrume dalle caratteristiche uniche: ricco di oli essenziali, con una buccia spessa edibile e un profumo intenso che persiste nell’aria. Un vero tesoro che, per essere tale, deve rispettare rigide regole di produzione: coltivazione nei 13 comuni riconosciuti dall’IGP, piante piegate su pergolato di pali di castagno, legatura con materiale sostenibile e periodo di raccolto disciplinato da febbraio a ottobre.

La fatica della raccolta e del trasporto: un lavoro antico e faticoso

La raccolta dei limoni è un lavoro faticoso, soprattutto a causa della conformazione del territorio: lunghe e ripide scalinate rendono difficile il trasporto delle ceste, spesso affidato a portatori che, con il tempo, rischiano di compromettere la loro salute. Salvatore Aceto, produttore e fondatore del consorzio di tutela del limone IGP, sottolinea come molti limoneti con oltre 300 scale non vengano più raccolti a causa della mancanza di portatori disposti a sobbarcarsi tale fatica.

Il “lemon tour“: una boccata d’ossigeno per i produttori

Per far fronte alle spese di gestione dei limoneti, la famiglia Aceto, insieme ad altri produttori, ha ideato il “lemon tour“: visite guidate e degustazioni per i turisti che arrivano da tutto il mondo. Un’iniziativa che, seppur valida, non riesce a risolvere il problema alla radice.

La concorrenza sleale: un ostacolo insormontabile

A rendere ancora più difficile la vita dei produttori di limoni è la concorrenza, sia interna che estera. L’eccellenza IGP non riesce a contrastare l’invasione di limoni provenienti da altri paesi, spesso di qualità inferiore, che vengono venduti a prezzi più bassi. Molti produttori sono costretti a buttare i loro limoni a causa della concorrenza sleale, mentre altri mercati preferiscono acquistare dall’estero, penalizzando ulteriormente la produzione locale.

Per Angelo Amato, Presidente del Consorzio di Tutela Costa d’Amalfi IGP e consigliere della cooperativa, il prezzo è anche aumentato negli ultimi anni a vantaggio dei produttori: “oggi siamo arrivati che il contadino può guadagnare da 1 euro a 3 euro, 3 euro e 50“. Tuttavia, l’intervistatrice di Report ha incalzato Amato chiedendogli a quanto riesca a vendere al chilo i suoi limoni, ottenendo una risposta che oscilla tra 1 euro e 2,50 euro.

Report ha poi rivelato che il Consorzio di Tutela ha disdetto l’intervista perché è in atto un giudizio civile con alcuni produttori della costiera amalfitana, tra cui la famiglia Aceto.

Fonte : PositanoNews.it

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