a cura di Maria Lista Napoli – A Secondigliano, territorio per vocazione caratterizzato dalla presenza…
a cura di Maria Lista
Napoli – A Secondigliano, territorio per vocazione caratterizzato dalla presenza di casali e di abitanti che erano prevalentemente dediti all’agricoltura e alla produzione di buona frutta, in uno degli storici palazzi che connotano la cortina del corso a ridosso di un radicato agrumeto vi è l’enoteca Passaro, che non si trova a fronte strada, ma si affaccia sul cortile interno dell’edificio in una dimensione intima e raccolta.
A differenza del via vai che c’è sul corso, il silenzio che caratterizza il wine bar, l’arredo ricercato e variegato lo rendono, già prima della degustazione, piacevole alla sosta.
La proprietaria ha da sempre una passione per il vino e ha messo in campo la sua preparazione, affrontando nuovi studi diversi dalla sua formazione accademica in veterinaria, e, con il frutto di sacrifici insieme al marito, ha dato vita al suo sogno, diventare produttrice di vino.
Il vino da sempre viene caricato di una simbologia religiosa e laica. Il più delle volte viene presentato nei convivi che generano, quindi e poi, momenti di piacevole schiettezza nei quali gli uomini si affrancano da falsi pudori e suggestioni.
Come dice Marino Niola, antropologo culturale “il vino simboleggia il legame sociale, il ritrovarsi […] suggella la relazione tra le persone […] ed è ingrediente fondamentale nei festeggiamenti della semina e del raccolto, nelle orge, dove le cose vanno fatte in un modo prescritto”
Passaro è concentrata sulla produzione di pregio dei loro vini quali il piedirosso, l’aglianico, la falanghina e negli anni ha ampliato la scelta con il fiano di Avellino, il greco di Tufo, e la coda di volpe beneventana.
Antonella dice che “L’idea di produrre del vino, non riguarda solo il contenuto, quindi il vino stesso, ma ci piaceva distinguerci dalle altre aziende, con una bottiglia che avesse un’etichetta che raccontasse del vino, prima di berlo.
Grazie alla generosità dell’architetto Franco Lista, che ci ha omaggiato di suoi spettacolari dipinti per le nostre etichette, siamo riusciti a dare un’identità diversa al nostro vino.
Ed il risultato è stato proprio quello che desideravamo, suscitare interesse, curiosità, nello spettatore che guardava le nostre bottiglie, pregustandone il contenuto”.
Le etichette d’artista di Franco Lista, racchiudono e veicolano un duplice messaggio, quello della delicata e fresca pennellata che magistralmente rappresenta e rimanda agli elementi connotativi della Campania, e quello della percezione visiva di opere pittoriche apposte su bottiglie di vino che, con la magia delle pennellate incantano, affinano il palato, tanto da far pregustare con un’attività analitico-sensoriale l’indice di bontà del vino.
La cura che viene riservata agli avventori fa si che l’enoteca si presti anche a luogo di incontro, confronto, presentazione di libri, e riflessioni culturali, il tutto condito da un calice di buon vino.
Fonte : PositanoNews.it