Il frigo Trinacria, decorato ad olio e smalto, 60 x 151 x 68.2 cm, sicuramente interesserà gli appassionati di arte e archeologia della penisola sorrentina, per le sue raffigurazioni. Sulla porta, in posizione frontale, il mito di Ulisse, sui laterali Poliofemo e Penelope. Lo abbiamo visto alla fiera internazionale del Mobile a Milano nel maggio scorso, presso lo stand della Smeg, ma solo in questi giorni si sono aperti gli ordinativi.
Le decorazioni di questo frigorifero sono un omaggio alla ceramica e alla raffinatissima pittura vascolare “a figure rosse”, diffusasi in Sicilia in seguito alla dominazione greca (metà dell’VIII secolo a.C.). Esattamente come il carretto, anche l’arte della ceramica è un mezzo espressivo comprensibile a tutti, che dà voce all’immaginario popolare. I tre pannelli ospitano altrettanti episodi della vicenda di Ulisse: sulla parte frontale l’eroe si fa legare all’albero della nave per non cedere al canto delle sirene; sui laterali sono ritratti Polifemo che scaglia massi da cui si genereranno i faraglioni di Aci Trezza, e Penelope, intenta a tessere e a disfare la tela in attesa del ritorno del marito. La trinacria, antico nome greco della Sicilia che significa “tre promontori” per la sua forma quasi triangolare, campeggia sulla parte superiore centrale. Sul top è raffigurato un polipo.
L’artista che ha ideato e produce per conto di Dolce e Gabbana è Alice Valenti.
Nata a Catania nel 1975, Alice vive e lavora nella città che le diede i Natali. Si laurea a Pisa in Conservazione dei Beni Culturali, per poi tornare in Sicilia dove compie il suo apprendistato pittorico nella prestigiosa bottega di carretti siciliani del Maestro Domenico di Mauro ad Aci Sant’Antonio. Il percorso che intreccia le vite di maestro e allieva parte da lontano; per Alice la scoperta del mondo dei carretti nasce dall’interesse di quelli che definisce «oggetti d’arte» e anche dalle «radici della sua famiglia». I due, insieme a una ristrettissima cerchia di artisti, raccontano di un mondo ormai lontano, ma non ancora perduto. Unica donna tra i pochissimi pittori del carretto ad ereditare questa antica e complessa arte decorativa, approfondisce i molteplici aspetti della tradizione artistica popolare traendone spunto per una sua personale interpretazione del folclore e dei temi tradizionali siciliani. La produzione di mobili dipinti, quadri e oggetti d’uso, attraversati da una sotterranea vena ironica e un pó nostalgica, si affianca a numerose collaborazioni nel campo dell’arredamento, della moda e del teatro.
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