Gentili Enogastronauti, rieccoci ad un appuntamento con il “nettare degli dei”. Oggi parliamo di un…
Gentili Enogastronauti, rieccoci ad un appuntamento con il “nettare degli dei”.
Oggi parliamo di un vitigno autoctono a bacca rossa della Regione Lazio: Il Cesanese, questo prodotto da una Azienda di proprietà della famiglia Boerner, di origine tedesca. Ci troviamo nell’areale dell’antica Velitrae, oggi Velletri, antichissima città dei Volsci già nota al tempo di Anco Marzio.
La presenza della viticoltura in quest’area è attestata fin dall’epoca romana in molti reperti dei georgici latini. La vigna di cesanese ,in questo caso della varietà “cesanese comune” , autoctono laziale,ricade all’interno del complesso vulcanico dei Colli Albani,uno dei vulcani italiani più grandi che durante la sua fase attiva ,a seguito delle colate piroclastiche, ha contribuito ad arricchire il suolo di natura argillosa con minerali molto importanti,tra i quali magnesio,potassio fosforo, e ferro,che contribuiscono nel dare ai vini un corredo atto a donare eleganza ,finezza e propensione ad una buona elevazione Le uve di cesanese impiegate nella vendemmia 2016 sono state raccolte in ottime condizioni nella metà di ottobre a seguito di una stagione invernale abbastanza mite e di una primavera alquanto piovosa seguita da una estate secca ma con buona escursione termica,atta a conferire al vino una importante impronta olfattiva.Dopo la fermentazione,durata 12 giorni ad una temperatura tra 23 e 24 gradi centigradi, la massa di 100 hl è stata divisa in due parti. Il 50% è stato posto in barrique di legno nuovo ed il restante in acciaio,dove ha sostato per 13 mesi. In degustazione il vino si presenta di un bel rosso rubino con levi riflessi granato ed una luce eccezionale.In bocca entra con buona delicatezza,ma ricordandoci sempre che è un rosso rampante e giovane, quindi si percepiscono tannini fitti ma eleganti, e sentori di piccola frutta rossa e fiori,declinante in una nota di spezie dolci che ben arrotonda il sorso. Freschezza e sapidità conferiscono al sorso una buona lunghezza e grande pulizia di bocca. Questo cesanese,come storia riporta,è vino il più delle volte relegato a secondi piatti di carne e selvaggina. Io consiglio di abbinarlo anche a preparazione di pesce,ad esempio anguilla, salmone alici, oppure ad una selezione di formaggi di breve affinatura.
Maitre Sommelier Arturo Terminiello
Fonte : PositanoNews.it