Quando l’ego prende il controllo rende le persone arroganti costringendole a vivere in una illusione. A nessuno di noi piace essere criticato, ma le critiche fanno ancor più male a quelle persone che hanno una mentalità ristretta. Chi non ha una mentalità aperta si affida ciecamente alle sue convinzioni e si oppone, arrivando allo scontro, con chi la pensa diversamente.
Ebbene nel pieno di una estate torrida è scoppiato il caso!
La storia ruota intorno a delle “regole” da rispettare (siano esse norme di legge o più semplicemente di buona educazione), un controllore potenzialmente deputato a far rispettare le regole, un soggetto che le regole dovrebbe rispettarle ed un immancabile mediatore-lacchè. Lo scenario dove si svolge la storia è la stupenda piazzetta Grotta del borgo di Cetara dove questa estate ho deciso di passare le ferie. Non si tratta del casting per il film sullo scrittore Gore Vidal con Kevin Spacey, né della speciale classifica del Telegraph che ha inserito il borgo di pescatori tra i più belli d’Italia. Più banalmente in quella piazzetta questa estate è stata chiusa una friggitoria (il controllato di cui sopra) a seguito di una serie di irregolarità.
Purtroppo, come spesso accade, l’accertamento della violazione delle “regole” è partita dall’azione di un privato esasperato dal nauseabondo odore di fritto che supera ogni limite di normale tolleranza e dall’arroganza del proprietario e dei dipendenti della friggitoria. Con riferimento a questi ultimi è degna di nota una signorina, carina a prima vista, il cui unico pregio è un gradevole accento del nord ma che può essere il sarcofago di una persona normale per quanto è vuota!
E i controllori? I garanti delle regole? Sono sicuramente tanti a partire dal SIAN (Servizi Igiene Alimenti e Nutrizione) dell’ASL, ma prima ancora chi è sul territorio e dovrebbe tutelare i cittadini quindi il Sindaco, i Vigili, e poi ancora i Nas …..un groviglio ambiguo e patologico di responsabilità all’interno del quale in modo agevole si insinua chi le regole non le vuole rispettare!
Ed ecco allora che siamo ancora una volta al paradosso in cui deve essere il privato che, nel tentativo di tutelare i propri interessi, deve agire per tamponare la deriva di chi le regole non le rispetta forte dell’incapacità o per l’inerzia degli enti controllori, nella migliore delle ipotesi!
Vicende come queste (e sono molte, troppe) lasciano l’amaro in bocca perché fanno emergere l’inefficienza del sistema di controlli (rappresentato di solito da troppi livelli), spesso miopi o addirittura ciechi, che agevolano lo “scarica barile” e che consentono, da un lato, ai controllati di agire al di sopra delle leggi e, dall’altro, che il cittadino – che dai controllori dovrebbe essere tutelato – possa essere maltrattato scrivendo quattro righe insensate su di un foglio di carta tanto per pararsi il deretano….È proprio vero quello che affermava l’immobiliarista Ricucci evidenziando un vizietto molto diffuso degli italiani: “[i controllati e i controllori]…stanno a fa i froci col culo degli altri…[i cittadini]!”
L’articolo Il caso della Cuopperia di Cetara: il paradigma di una storia italiana proviene da Positano News.