La storia dei pizzaioli di Tramonti, cattura l’attenzione di un big della Silicon Valley. Stiamo…
La storia dei pizzaioli di Tramonti, cattura l’attenzione di un big della Silicon Valley. Stiamo parlando di Nathan Myhrvold, fisico matematico statunitense dalla carriera poliedrica, che ha collaborato con Stephen Hawking e che dal 1986 al 2000 è stato il direttore tecnico e strategico di Microsoft, affiancando Bill Gates nella costituzione del team Microsoft Research nel 1991.
Inventore di oltre centinaia di brevetti, Myhrvold coltiva dal 1999 principalmente due attività: l’Intellectual Ventures, con cui detiene la proprietà di oltre 70mila brevetti di invenzioni (che rendono alla società circa 3 miliardi di dollari) e la cucina, sua vera grande passione sin dall’adolescenza. Dopo aver perfezionato le sue conoscenze all’Ecole De La Varenne in Francia all’inizio degli anni duemila, fonda The Cooking Lab.
Myhrvold mette insieme la cucina, la scienza e la fotografia, per comprendere in maniera interdisciplinare gli ultimi sviluppi in ambito culinario, grazie al suo team della Modernist Cuisine, in cui chef e scienziati lavorano a braccetto, seguiti da un intero dipartimento editoriale: nella sede di Bellevue, a Washington, il suo fido braccio destro in cucina è lo chef messicano Francisco Migoya, di origini italo-americane e spagnole.
La filosofia della Modernist Cuisine è volta ad esplorare tutte le sfaccettature che portano all’elaborazione di un piatto, dalla storia alle emozionalità, dalla creatività delle forme ai sapori, studiando l’inventiva degli chef, e dal punto di vista scientifico, gli ingredienti e le condizioni in cui si sviluppa un determinato piatto: questo modus operandi ha portato alla redazione di opere come Modernist Cuisine: The Art and Science of Cooking, Modernist Cuisine at Home e The Photography of Modernist Cuisine. L’ultima grande fatica è stato uno studio sul pane del 2017, in cinque volumi da 2642 pagine.
La Modernist Cuisine guarda con interesse alle evoluzioni che sono avvenute dietro ai fornelli, infatti Nathan Myhrvold ha voluto incontrare grandi chef come Ferran Adrià in Spagna e Heston Blumenthal in Inghilterra, per carpire le loro innovazioni nel campo. Lo scienziato giramondo, per la sua prossima opera sulla Pizza ha voluto a tutti i costi conoscere Tramonti e la sua storia dei Pizzaioli, contattando Giuseppe Giordano, Maestro pizzaiolo di origini tramontine trapiantato ad Alessandria, meglio conosciuto con il nome d’arte di “Giò Il Pizz’ino”. Un evento notevole per il paese collinare della Costa d’Amalfi.
[foto id=3230838]
Giuseppe, come sei stato contattato da The Cooking Lab?
“Sono stato contattato alla fine di agosto e praticamente le richieste erano la possibilità di un incontro con me in Italia, possibilmente in Costiera a Tramonti, per quanto riguarda la storia del Pizz’ino e la storia e la tradizione di Tramonti.”
[foto id=3230840]
Qual è stato l’itinerario di Nathan Myhrvold a Tramonti e in Costiera Amalfitana?
“Per quanto l’itinerario, praticamente partendo noi dalla storia del fior di latte, ho deciso di incominciare dal Valico di Chiunzi e dal sentiero che portava il Fior di latte a Nocera, con il prodotto che veniva trasportato in spalla alla fine dell’Ottocento. Subito dopo, essendo lì, siamo stati al Caseificio Al Valico, dove Antonio Campanile è stato disponibilissimo e ha potuto mostrare dal vivo la lavorazione e la cagliata. Dopo di ché ci siamo fermati per un cappuccino loro e io, all’interno del ristorante Valico di Chiunzi, dove ci hanno concesso di fare una lunga chiacchierata, avendo modo di raccontare la storia di Tramonti. La dimostrazione era stata decisa di farla in costiera, perché poi avevano un incontro con Salvatore De Riso a Minori e quindi gentilmente i fratelli Proto della Torre Normanna di Maiori, mi hanno concesso la possibilità di usare il loro forno sulla scogliera, e lì ho potuto mostrare la tecnica di realizzazione e il prodotto finale in fotografia.”
[foto id=3230841]
Da cosa è stato catturato Myhrvold e che impressioni ha avuto secondo te sulla storia di Tramonti?
“E’ stato catturato da questa incredibile storia che Tramonti è riuscita a fare nel secolo passato. L’esempio lampante è che lui mi ha chiesto “come mai si sa poco di questa incredibile storia, perché quello che mi stai raccontando è forte e importante” e io gli ho spiegato che non siamo mai riusciti ad unirci tutti insieme e poter comunque certificare questa storia, quello che ho fatto quindi è stato questo: gli ho raccontato la storia e siccome a giorni ormai, finalmente stava per nascere questa associazione, con un gruppo di soci fondatori, ed uniti possiamo certificare insieme la verità della nostra storia. Non possiamo far finta di ignorare questa storia incredibile.”
Quanto può essere segnante per il futuro di Tramonti e della futura associazione, tale incredibile interesse da Oltreoceano?
“Arrivati a questo punto non abbiamo più chance, questo professionista è venuto dall’America per avere conferme su questa storia, ed è quindi arrivato finalmente il momento di unirci tutti insieme noi pizzaioli di Tramonti, per dichiarare che questa storia è vera e dare la possibilità ad editori, come quello che in questo momento ci sta passando davanti, di poter finalmente dire che Tramonti è questa.”
Dunque, il messaggio lanciato da Giuseppe Giordano ai pizzaioli di Tramonti, sparsi per l’Italia e nel Mondo, è che arrivato il momento di unirsi “per dare un senso a tutte quelle persone che, con grandi ed enormi sacrifici, hanno contribuito a dar vita a qualcosa di meraviglioso”: non c’è altra scelta che sottoscrivere la vera grande storia dei pizzaioli di Tramonti, contribuire alla nascita della emergente associazione, visto che c’è ancora tempo per diventare soci fondatori. Nella situazione attuale per Giuseppe, “ogni pizzeria, e quindi ogni famiglia, ha scritto una pagina bellissima di questa storia, ma se ci uniamo, saremo il libro di una bellissima storia, altrimenti resteremo tanti bei fogli sparsi come adesso, in giro per l’Italia”. Questo è un treno imperdibile anche per il futuro di Tramonti, che rinvigorendo con maggiore autorevolezza le pratiche e la storia dei pizzaioli, potrà dare maggior lustro e consistenza ad un brand meritevole di considerazione internazionale come “la pizza di Tramonti”.
Fonte : PositanoNews.it