Buongiorno a tutti e benvenuti al nostro appuntamento settimanale con il Vino. Oggi sono un…
Buongiorno a tutti e benvenuti al nostro appuntamento settimanale con il Vino. Oggi sono un poco in difficoltà, perché vi parlo dell’aziende della Costa di Amalfi che ha fatto conoscere i vini legati a questa DOC in tutta Italia e nel mondo, azienda al vertice perché produttrice di uno dei miglior vini in italia e nel mondo, ossia . L’azienda è locata in un piccolo borgo della Costa di Amalfi, precisamente a Furore, definito dal Sindaco Raffaele Ferraioli “il Paese che non c’è”, probabilmente perchè passandovi non si ha la percezione di essere in un paese, vista l’allocazione spargola delle abitazioni che si trovano abbastanza distanti l’un l’altra, ma possiamo dire che dopo aver bevuto di questo nettare tutti potranno dire di esser stati, da vivi, in paradiso. Un breve cenno sull’azienda: Nel 1980 Andrea Ferraioli, marito di Marisa, decide di rilevare il marchio “Gran Furor Divina Costiera”, realizzando una cantina all’avanguardia per vinificare al meglio le sue uve e quelle conferitogli da persone di fiducia, che lui segue personalmente in tutte le fasi ,dalla lavorazione in vigna alla raccolta, ed in merito a questo possiamo dire che a questa azienda si deve il merito di aver contribuito al rilancio ed al recupero di alcune porzioni di territorio che nel tempo erano state abbandonate. Dopo il riconoscimento della Doc Costa d’Amalfi avvenuto nel 1995 e alla collaborazione di Marisa ed Andrea con il famoso enologo Luigi Moio, si pensa ad intensificare il processo di sviluppo nella produzione vitivinicola, contando su un patrimonio di vitigni autoctoni che solo in questo areale prendonpiede,dando grandissimi risultati che si traducono poi in vini unici e non omologabili. Dopo poco tempo arrivano i riconoscimenti per le due riserve, Furore e Ravello, assemblate con Aglianico e Piedirosso e per il Fiorduva, blend composto da Ripoli, Ginestra e Fenile, che nel 2006 ha conquistato l’Oscar di miglior vino bianco italiano ed oggi tra i miglior 50 vini al mondo. Nel nome, questo vino ricorda il famoso fiordo di Furore ,emblema di questa ridente cittadina. I vitigni del Fiorduva hanno un’età media di 80 anni e una resa per ettaro di 60 quintali di uva, cioè meno 1,3 kg per ceppo,e vengono coltivati nel comune di Furore e zone limitrofe, su terrazzamenti tra i 200 e 550 metri circa sul livello del mare , esposti a sud, sud-ovest. Il terreno è composto in prevalenza da rocce dolomitiche/calcaree con sistema di allevamento apergola. La vendemmia è fissata in genere verso la terza decade di ottobre con l’uva surmatura che viene raccolta manualmente e sottoposta ad una pressatura soffice,dopo di che il mosto fiore, previo illimpidamento statico a freddo e inoculo di lieviti selezionati, fermenta alla temperatura di 12°C per circa tre mesi in barriques di rovere.. Successivamente l’affinamento viene completato in bottiglia per circa 10 mesi, prima che il vino stesso venga messo in commercio.
Note di Degustazione
-Di colore giallo carico con riflessi dorati,al naso si colgono intense note fruttate e floreali, in modo particolare albicocca, pesca e frutta esotica, quali frutto della passione e litchi , chiudendo con una leggera nota di ginestra , zafferano , mandorle e frutta candita. In bocca è leggermente speziato, morbido, fresco ed elegante. Io l’ho bevuto con dei ravioli caprino vongole e salicornia, ricciola al gratin e patate allo zenzero chiudendo con dei pezzetti di formaggio blu di Jersey affinato in cenere di ulivocon pane di segale tostato e spalmato con burro di Normandia salato, ed è stata una goduria pazzesca.
Arturo Terminiello ,Maitre Sommelier “Il Flauto di Pan” Villa Cimbrone-Ravello
Fonte : PositanoNews.it