Cetara, il più piccolo comune della Costiera amalfitana, porta alla ribalta nazionale il suo prodotto…
Cetara, il più piccolo comune della Costiera amalfitana, porta alla ribalta nazionale il suo prodotto più tipico.
Le alici di Cetara saranno presenti all’interno del Wine City Day di Bologna che si terrà domenica 13 maggio nella città capoluogo dell’Emilia Romagna. La manifestazione giunta alla terza edizione, quest’anno si terrà in una nuova location: in Piazzetta Pier Paolo Pasolini, nel cortile del Cinema Lumière.
Facciamo un po’ di storia su questa che è uno dei prodotti tipici della tradizione costiera.
A Cetara, fin dai tempi antichi, si è praticata la pesca delle alici che rappresentavano un alimento di largo consumo e il nutrimento principale delle popolazioni costiere. Questa pesca veniva praticata con un tipo di rete chiamata menaide. Era una rete disposta a corrente lunga dai 300 ai 400 metri, alta dai 12 ai 15 metri, formata da un solo telo a maglie tutte uguali. Queste maglie permettevano alle alici piccole di passare, mentre quelle grosse rimanevano impigliate. Le alici rimaste impigliate nelle maglie venivano recuperate a mano una per una. La campagna di pesca si effettuava da maggio a settembre; il pescato veniva interamente salato e conservato in barili.
La rete del tipo della menaide a partire dagli anni ’20 viene sostituita dalla lampara. La lampara è una rete ad imbuto del tipo a circuizione. Distesa verticalmente e tenuta in superficie da sugheri raggiunge quasi il fondo. Questa rete viene calata dall’imbarcazione principale, mentre un altro battello con una sorgente luminosa attira il branco di pesci che viene circuito. Al momento opportuno la sorgente luminosa viene spenta e la rete salpata. Questo tipo di rete, impegnativo e complesso nell’allestimento, richiedeva cospicui impegni finanziari e disponibilità di personale più numeroso ed esperto. Rappresentò un notevole progresso tecnologico per la pesca delle alici. Il termine lampara col tempo si estese anche alla barca. All’inizio la fonte luminosa della lampara veniva alimentata dal carburo, successivamente col petrolio, poi con accumulatori elettrici ed infine gruppi elettrogeni.
Nel 1946 viene introdotto un nuovo sistema di pesca con reti detta a cianciolo. E’ una rete a circuizione che racchiude il branco di pesci raccolto sotto la fonte luminosa. E’ dotata sulla parte superiore di galleggianti e su quella inferiore di pesi; compiuto il giro, il branco è racchiuso in una trappola da cui non può più uscire. La rete viene chiusa come un sacco, viene tirata fino al peschereccio dove con grossi coppi di rete i pescatori issano a bordo il pescato. La pesca con questo sistema ebbe un rapido sviluppo e le tradizionali barche delle lampare divennero insufficienti ad alloggiare questo nuovo attrezzo, così furono sostituite da motopescherecci più grandi.
Fonte : PositanoNews.it