Napoli / Positano . Sorbillo “La vera sfida è la formazione”. Parla il pizzaiolo più…
Napoli / Positano . Sorbillo “La vera sfida è la formazione”. Parla il pizzaiolo più famoso al mondo che trascorre le sue vacanze estive nella perla della Costiera amalfitana in un bell’articolo a firma di Emanuela Sorrentino su Il Mattino
Più ragazzi desiderosi di sporcarsi le mani per diventare pizzaioli e maestri dell’arte della pizza che ci mettono la faccia e la loro esperienza nel guidarli. Questi i desideri di Gino Sorbillo, che parla dello stato di salute del mondo pizza, analizzando i bisogni del settore.
Ieri è stato festeggiato Sant’Antuono, patrono dei pizzaioli. Cosa vuol significare?
«Anzitutto è una giornata in cui protagonisti sono l’orgoglio e l’entusiasmo di chi come me fa questo mestiere con impegno. La categoria dei pizzaioli è un’eccellenza che come il prodotto pizza va sempre difesa e merita rispetto».
Come ha celebrato la ricorrenza?
«Preparando come tanti colleghi la pizza della giornata, quella lasagna ispirata al fuoco e al periodo di Carnevale, fatta con ricotta di bufala, fiordilatte e salame. Una volta il 17 gennaio ci si riposava, ora si lavora per festeggiare gli artigiani del buono e del gusto, impegnati quotidianamente a tutelare e diffondere la pizza e l’arte del pizzaiolo, patrimonio Unesco».
Progetti per il 2020?
«Formare tanti giovani. C’è sempre più richiesta di manodopera e con le associazioni di categoria noi veterani dobbiamo essere presenti in prima persona e affiancare le nuove leve anche nelle scuole, come avviene in quella della Associazione Verace Pizza Napoletana. Insomma, oltre a pizze dobbiamo sfornare sempre nuovi pizzaioli alla conquista di sempre più mercati».
Esattamente un anno fa l’episodio della bomba nel suo locale storico in via dei Tribunali. Come si sente, ripensandoci?
«Ho solo tanta tristezza. Sono andato avanti in quest’anno nel continuare il mio lavoro ponendomi obiettivi e nuove sfide e oggi mi auguro che non capitino più episodi del genere, né a me né ovviamente ad altri».
Cosa suggerisce ai giovani napoletani che vogliono affacciarsi al mondo pizza?
«Semplicemente quello che ribadisco nei diversi eventi sociali a cui mi onoro di partecipare. La pizza è un linguaggio universale e tutti possiamo avvicinarci ad essa. I ragazzi napoletani hanno un’intelligenza viva, una capacità innata e talento. Emergono in questo mondo perché hanno desiderio di affermarsi. Come ho detto, ad esempio, ai detenuti in occasione del pranzo della Comunità di Sant’Egidio al carcere di Poggioreale, non bisogna sprecare le proprie risorse per delinquere ma impiegarle per costruirsi il futuro. E il mestiere di pizzaiolo consente proprio di conoscere il mondo e di cambiare vita, se lo si fa con impegno».
Ha aiutato molti giovani?
«Molti hanno lavorato con me, qualcuno ha poi lasciato e me ne sono dispiaciuto, altri mi hanno chiesto consigli, magari dopo aver visto video di qualche mia partecipazione in tv. Mi hanno scritto attraverso i social facendomi a volte commuovere nel raccontarmi le loro storie personali. Sono figlio di Napoli, conosco le difficoltà, e non dimentico le mie origini tra Quartieri spagnoli e zona del Carmine. Sono arrivato al successo con fatica e continuità, tanti sacrifici fatti per oltre vent’anni, e ci sarò sempre per chi vuole impegnarsi in questo settore senza presunzione ma con umiltà e voglia di imparare davvero».
Fonte : PositanoNews.it