Al Lingotto di Torino, nell’ambito del Salone del Gusto, sfila il meglio della ristorazione tipica…
Al Lingotto di Torino, nell’ambito del Salone del Gusto, sfila il meglio della ristorazione tipica italiana, tra prodotti di prossimità e ricette tipiche, semplicità e vero spirito d’accoglienza. I curatori Eugenio Signoroni e Marco Bolasco presentano la Guida alle Osterie d’Italia 2019 di Slow Food, giunta alla ventinovesima edizione numero. Un volume che col tempo è diventato faro del settore perché, come dice Signoroni, “l’osteria, che negli anni ’90 sembrava votata al declino, ha mostrato che non solo non era finita, ma era più viva che mai e a poco a poco è stata capace di evolversi, assumendo nuove forme”. “Tradizione e territorio sono diventati obiettivi culturali, la proposta di vini e altre bevande interessanti è cresciuta – sottolinea Bolasco – e sempre più ai fornelli non ci sono le nonne ma giovani talenti che dell’osteria conservano l’informalità e il prezzo ma hanno solide basi di cucina contemporanea”.
Tra le novità dell’anno, un po’ per riassumere quanto sta accadendo nel panorama della ristorazione tradizionale, un po’ per tentare una codifica delle qualità che non possono mancare, c’è il decalogo dell’Osteria contemporanea ovvero dieci punti che fanno di un’osteria una grande meta:
È accogliente e conviviale
Ha un giusto rapporto qualità prezzo
Conosce a fondo la materia prima che usa
Lavora prodotti prossimità
Sa proporre il vino anche se è quello della casa (“si valorizza insomma il primo simbolo che adottò la guida, che arrivò prima della chiocciola”)
Non ha menu degustazione
Non scimmiotta il ristorante importante ed è fiera delle sue radici popolari
È moderna senza rinnegare il passato
Non insegue le mode, ma spesso le anticipa
Ha un bravo oste o più d’uno
La guida di Slow Food segnala ben 1617 locali (con 133 new entry), tra le quali si evidenziano 213 osterie da visitare per la notevole selezione di formaggi, 361 con la carta dei vini particolarmente attenta al territorio, 484 con un orto di proprietà, 370 che propongono un menu vegetariano, 321 con possibilità di alloggio. Il meglio, poi, è indicato col simbolo di Slow Food, la chiocciola: sono 279 chiocciole, cioè i locali che meglio incarnano il modello di osteria.
Di seguito le osterie della Campania incluse nella guida con evidenziate quelle della costiera sorrentina:
La Pignata Ariano Irpino (Av)
Valleverde Zi’ Pasqualina Atripalda (Av)
Nunzia Benevento
Tre Sorelle Casal Velino (Sa)
Gli Scacchi Caserta
La Pergola Gesualdo (Av)
Fenesta Verde Giugliano In Campania (Na)
La Marchesella Giugliano In Campania (Na)
Il Focolare Isola D’ischia (Na)
Lo Stuzzichino Massa Lubrense (Na)
Di Pietro Melito Irpino (Av)
Mastrofrancesco Morcone (Bn)
Umberto Napoli
Famiglia Principe 1968 Nocera Superiore (Sa)
Osteria Del Gallo E Della Volpe Ospedaletto D’alpinolo (Av)
Angiolina Pisciotta (Sa)
Perbacco Pisciotta (Sa)
Abraxas Pozzuoli (Na)
La Ripa Rocca San Felice (Av)
‘E Curti Sant ‘Anastasia (Na)
‘O Romano Sarno (Sa)
La Piazzetta Valle Dell’angelo (Sa)
Il Cellaio Di San Gennaro Vico Equense (Na)
Fonte : PositanoNews.it