Profondo Rosso: Meloni Cantalupo € 9,99
Nei grandi negozi leggiamo cartelli che indicano il prezzo della merce offerta con un importo che termina con scritta 9,99. I pubblicitari sono convinti che scrivendo il prezzo come dianzi precisato sia un ottimo metodo per incrementare le vendite. Nulla di più falso; quelle scritte generano confusione nella mente dei potenziali acquirenti perché automaticamente hanno arrotondato per eccesso il prezzo letto e dopo qualche secondo l’hanno dimenticato. Nel 90 % dei casi non acquisteranno quel prodotto perché hanno compreso di essere stati presi per i fondelli. Altri cartelli, generalmente esposti per pubblicizzare gli sconti concessi nel corso delle c.d. LIQUIDAZIONI. Il cartello più diffuso reca la scritta: Sconto del 50% + 20%
Non viene concesso lo sconto del 70% ma del 60% (il 20% viene calcolato sul residuo 50% ed equivale al 10%). Una prassi seguita dal commerciante che tratta il cliente da ignorante e sciocco per catturare qualche pollo ma non riuscirà mai ad attirare l’attenzione della clientela disposta a tornare nello stesso punto vendita quando ricominciano le vendite a prezzo pieno. Sarebbe opportuno organizzare una liquidazione permanente esponendo i lotti non venduti da vendere a prezzi appetibili a coloro che, pur lavorando, non possono effettuare acquisti di beni alla moda o di prodotti di nicchia riservati a coloro che dispongono di portafogli adeguatamente forniti. Tuttavia sarebbe opportuno una strategia di vendita non organizzata dal piccolo rivenditore che se non vende prodotti di grido o di nicchia ad una clientela che può permetterseli è costretto a chiudere perché deve sostenere costi troppo alti per effettuare esigui volumi di vendita. Una strategia posta in essere dalle aziende produttrici: indicare sui singoli prodotti il prezzo consigliato o fisso e riservare per coloro che hanno ampi mezzi finanziari confezioni accattivanti e/o da regalo. Il piccolo rivenditore potrebbe vendere ad un prezzo inferiore a quello consigliato se può permetterselo e se lo ritiene opportuno, ma deve vendere al prezzo impresso sulla confezione se trattasi di prezzo fisso. Si eviterebbe lo spreco di carta e di danaro per stampare e distribuire i volantini e si eviterebbe a coloro che sono costretti a girare da un punto di vendita all’altro per risparmiare qualche euro. La concorrenza non verrebbe lesa per i prodotti riservati ai benestanti ed eliminata per i prodotti riservati a chi può permettersi solo prodotti di largo consumo e beni di prima necessità.
Un passo avanti dovrebbe farlo l’Erario: non assoggettare all’IVA tutti i beni di prima necessità, assoggettare all’IRPEF solo i redditi superiori ad € 18.000,00, concedere pensioni sociali decenti, stanare gli evasori fiscali, eliminare le spese improduttive, selezionare con cura il personale dipendente della P.A, liberarsi delle c.d. mele marce e degli sprechi che hanno fatto lievitare il debito pubblico. Affiancare alla Corte dei Conti un’agenzia che controlli e confronti le spese di coloro che deliberano le spese e/o maneggiano danaro pubblico.
prof. Francesca LAURO
Fonte : PositanoNews.it