Quaresima teseca teseca…. 2024. A San Liborio una brillante operazione di recupero del patrimonio immateriale

12 Marzo 2024

A San Liborio, in occasione della Quaresima, in questi giorni si sta celebrando l’antico rito…

A San Liborio, in occasione della Quaresima, in questi giorni si sta celebrando l’antico rito della bambola con sette penne. Il presidente Antonio Russo e il direttore Luigi Iaccarino del gruppo “A Chiorm” stanno interpretando l’antico rito in tutte le sue declinazioni, da quello antropologico, con uno specifico incontro- convegno, a quello gastronomico, con pietanze di un tempo in giro per cucine di famiglie matriarcali.

La Quaresima, periodo di penitenza e astinenza di quaranta giorni che precede la Pasqua, rappresenta un tempo sacrale di purificazione del corpo e dell’anima. Il numero quaranta, ricorrente nelle Sacre Scritture, indica compiutezza e allude a un periodo di sofferenza e attesa.

Simboli e rituali:

  • Fantoccio della Quaresima: vestito di nero, appeso tra le case o agli alberi, rappresenta la morte di Carnevale e l’inizio del periodo quaresimale.
  • Sette penne: conficcate nel fantoccio, simboleggiano le sette settimane di Quaresima e vengono tolte una ad una ogni domenica.
  • Limone, arancia o patata: applicati al fantoccio, simboleggiano il sesso femminile e l’interdizione al rapporto sessuale durante la Quaresima.
  • Fuso e conocchia: nelle mani del fantoccio, simboleggiano le Parche, le tre dee del destino che filavano, tessevano e interrompevano il destino degli uomini.
  • Mutezza delle campane: legate il giorno delle Ceneri, simboleggiano il dominio del male e la vittoria della morte sulla vita.

Significato e origini:

  • Rito precristiano: la Quaresima affonda le sue radici in rituali precristiani legati alla terra e alla semina.
  • Lutto e rinascita: il fantoccio rappresenta la morte e la Quaresima un periodo di lutto che prelude alla rinascita della terra e dell’uomo con la Pasqua.
  • Mito di Persefone: la Quaresima è accostata al mito greco di Persefone, che discende nel mondo sotterraneo e ritorna sulla terra in primavera.
  • Fuoco: il fantoccio viene bruciato il sabato precedente alla Pasqua in un rito di purificazione e rinascita.

La Quaresima, con i suoi simboli e rituali, rappresenta un rito di passaggio da una fase luttuosa a una di rinascita, incarnando il mito dell’eterno ritorno. La Pasqua contadina, che inizia in Campania con il pellegrinaggio al Santuario della Madonna dell’Arco e termina con la Pentecoste, conclude il ciclo primaverile.

E’ una importantissima operazione di conservazione e fruizione del patrimonio culturale immateriale della nostra città. Ci vengono incontro gli scritti di Gaetano Amalfi  in  TRADIZIONI ED USI della PENISOLA SORRENTINA GAETANO AMALFI
E da Carnevale al primo di quaresima è un sol passo. Subilo si appende al balcone od alla finestra una pupazza rappresentante una vecchiarda aggrinzita ed incartapecorita con la rocca e col t’uso , e si battezza Oiiaresimn. Si appende sotto un’ arancia con tante  penne di gallina quante sono le settimane, e come ne finisce qualcuna, se ne toglie una , tanto da restare senza , a Pasqua, la quale segna la sentenza di morte della brutta megera. Dimenticavo dirvi, che nella metà di quaresima si sega la vecchia , la quale, talvolta, ha nascosto fra le vesti un budello pieno di sangue per dare alla simulazione una parvenza di realtà. Vedendo in quel giorno qualche vecchia in istrada, si dice celiando, che non deve uscire, altrimenti le fanno il gibetto. Nella prima domenica, invece, suol rompere la pignatta da una persona tirata a sorte, bendata e fornita di lungo bastone. In tale rottura, vi è sovente apparecchiata qualche
dolce sorpresa secondo l’opportunità e la liberalità di quelli che intervengono a questo divertimento. 

dal post sui social di Luigi Iaccarino:

“QUARAESEMA, teseca teseca…” 2024   Gruppo teatrale ” ‘ A CHIORM’ ”  “Le ANTICHE PIETANZE scomparse dalle nostre TAVOLE “
La TERZA PENNA : le BRACIOLE di COTICHE o ” ‘ A braciol’ ‘e coten’ ” secondo l’antica ricetta di Fortunata ‘e Turtella.
Anche la terza penna è andata via dalla grossa patata della nostra “QUARAESEMA, teseca teseca…” infatti l’amica Fortunata in rappresentanza della sua famiglia, sabato scorso 2 febbraio, l’ha staccata per portarla al suo papà Pietroantonio, che in quest’intervista ci ha dato dritte su come si prepara, proprio secondo l’antica usanza della famiglia della Tortella, la BRACIOLA di COTICHE di maiale.
Inutile dire che anche questa volta la nostra visita a casa BUONOCORE-COPPOLA-CIAMPA è stata una esperienza interessante e coinvolgente soprattutto per la simpatia del nostro “chef” Pietroantonio, ‘o baffone, nuovo Cannavacciuolo e di quella di sua figlia Fortunata, altro elemento di spicco del nostro gruppo teatrale ” ‘A CHIORM’. In un’accogliente cucina, al crepitio del fuoco del camino, abbiamo discusso e chiacchierati di cose antiche ma soprattutto di cose buone. La storia di questa ricetta parte da lontano e precisamente da Ticciano, luogo natio della famiglia di Fortunata Cappiello, detta la Tortella infatti proprio una delle sue figlie la signora Lella ( refezionista premurosa, valida ed amata del vecchio asilo sito in San Liborio, ora in Cielo) sposò 55 anni fa proprio Pietroantonio, che è il vero protagonista della pietanza da preparare. Nonna Fortunata, ‘a Tortella, ha un ruolo fondamentale in questa storia perché oltre ad essere ” la vecchia” padrona di casa era soprattutto titolare di una “bettola” – (salumeria -osteria) sul Corso Italia a Piano di Sorrento nella quale, oltre a preparare cibi succulenti e succose merende, vendeva anche baccalà, stocco, aringhe secche, olive e tutto ciò che non doveva mancare sull’antica tavola dei buongustai ma che non costasse troppo: proprio per questo era esperta delle migliori ricette del secolo passato. Perché Tortella? Perché una sua ava scendeva da Ticciano con carico di fascine di “torte” (rami di salici) che servivano in agricoltura per legare rami o tralicci. Erano molto richiesti al Piano e con i soldi ricavati dalla loro vendita la vecchia signora riusciva a fare una buona spesa di cose per rifornire la dispensa di casa; quindi “tortella” da torta.
Dunque il genero della Tortella ci ha illustrato con attenzione e ricchezza di dettagli la Ricetta delle BRACIOLE di COTICHE al modo proprio della sua suocera.
INGREDIENTI:
COTICHE di maiale senza setole
Prezzemolo
Aglio
Uva passa
Pinoli o gherigli di noce
Formaggio romano
Spago da cucina
Per la SALSA
Polpa di pomodori
Concentrato di pomodoro
Sugna
Aglio
Vino
PROCEDURA:
Dopo avere pulite ben bene le cotiche dalle setole farne rettangoli o quadrati regolari e metterli così in acqua calda per 15/20 minuti per ammorbidire.
Con uno strofinaccio da cucina asciugare la cotica da farcire e predisporla sul piano con lo strato esterno rivolto in alto (cotica), sul quale mettere un pezzetto di aglio, un listello in lungo di formaggio romano, una manciata di pinoli e di uva passa ( laddove non piacciono i pinoli si possono sostituire con pezzettini di gherigli di noci). Il prezzemolo non va triturato bensì disposto a foglie intere in abbondanza da predisporre ai 2 lati di tutta la farcitura. Con precisione poi bisogna arrotolare il preparato, cercando di assemblare il ripieno ed una volta avvolto il tutto si passa alla legatura. Il nostro chef Pietrantonio, dal baffo regale, invita a fare 3 legature, una centrale e due laterali per far si che quando si taglia a fette la braciola non si apra e questa perda il suo ripieno. E così ” ‘a braciola” è pronta, occorre solo cuocerla.
In una pentola incominciare a far soffriggere un pezzetto d’aglio e un ricciolo di sugna ( è preferibile all’olio per armonizzarlo bene al sapore del grasso della cotica) e dopo aver messo le braciole si sfumano con un po’ di vino bianco e, non appena:”rosoliate” un po’ aggiungere la polpa di pomodoro, il concentrato e lasciare cosi a “pippiare”. Bisogna essere attenti poi a girare ogni tanto le braciole per farle cuocere in ogni lato e poi aggiungere qualche rametto di rosmarino e foglie di lauro. L’odore è già buono e la visione spinge ad assaporare al più presto. Pietrantonio è fiero del risultato e guarda le sue “braciole ‘e coten’ “con soddisfazione da …acquolina in bocca. I suoi piccoli consigli sono elementi preziosi per riportarci a sapori di tempo passato, sapori che conquistano il palato e che ci portano a brindare, un vero brindisi coi baffi. Siamo stati bene in questa cucina ricca di storia, di aromi, di ricordi, di valori, di profumi, di sorrisi di battutine argute e di esplosione di simpatia…il tutto innaffiato dal nostro dire anche dialettale che rende questo incontro unico ed anche affettuosamente confidenziale e familiare
W la QUARAESEMA teseca teseca
W PIETROANTONIO e i suoi BAFFI, poeta della BRACIOLA
W la RICETTA della compianta cara FORTUNATA ‘a TURTELLA
W ‘ a BRACIOLA ‘e COTEN’
W il gruppo teatrale ‘ A CHIORM’ “
Stasera poi abbiamo steappato con Peppe della Pezzella e la moglie Rosaria la QUARTA PENNA che ci porterà a conoscere un’altra antica ricetta di Pietanze ormai scomparse che certamente ci parlerà anche di grandi donne, stimate ed amate.
SEGUITECI e vogliateci sempre BENE!!!

Fonte : PositanoNews.it

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