Il cosiddetto Protocollo Spallanzani per la riapertura di ristoranti, pizzerie e trattorie presentato alla task…
Il cosiddetto Protocollo Spallanzani per la riapertura di ristoranti, pizzerie e trattorie presentato alla task force regionale dallo chef vicano Gennarino Esposito non convince la stragrande maggioranza della categoria. In queste ore Fipe, Aicast, Confesercenti, gli Ambasciatori del gusto e tante altre sigle, – come riporta Il Mattino in edicola oggi – stanno lavorando a un documento alternativo che presto sarà sulla scrivania del presidente della Regione Vincenzo De Luca. Non convince soprattutto le imprese della ristorazione medio piccole – circa l’80% del food – e nemmeno altre articolazioni come i gelatai e i pasticcieri che hanno necessità diverse per rientrare a pieno regime nella Fase 2. Fermo restando che tutti sposano in pieno la nuova disciplina anti-virus, quindi sanificazione e igienizzazione, il protocollo di Esposito viene bocciato nella gestione degli spazi e dei flussi.
Per Antonino Della Notte, presidente Aicast e titolare dei locali Antonio e Antonio: «i ristoranti non possono diventare ospedali per il Covid. Non possiamo chiedere l’autocertificazione al cliente o misurane la febbre. Quello che ci serve è tornare a discutere con De Luca».
Dello stesso avviso è Salvatore Salvo de l’Associazione Ambasciatori del Gusto. È categorico: «Il protocollo cosi come è adesso rischia di non far riaprire l’85% delle pizzerie e dei ristoranti cioè la spina dorsale della categoria, si tratta di tutte piccole e medie imprese, spesso a carattere familiare. Voglio ricordare che già il 5 marzo abbiamo avuto delle restrizioni sul distanziamento dei tavoli, a un metro l’uno dall’altro. Ci sembra questa la strada da seguire».
Vincenzo Schiavo, presidente Confesercenti Campania, si dissocia dal protocollo proposto dallo chef Esposito «perché tende ad appesantire ulteriormente le attività di ristorazione, non dando loro la possibilità di riaprire subito, dovendo assolvere a tutti quegli obblighi. Per noi la sua idea non è attuabile in concreto, si tratta di parametri quasi impossibili da rispettare. Insieme alle altre associazioni di categoria stileremo a breve un documento unico».
Il presidente di Fipe Confcommercio Massimo Di Porzio ha già preparato un nuovo protocollo esprimendo il totale dissenso da quello proposto dallo Chef Esposito: «Distanziamento sociale di un metro, anche dei tavoli e laddove – come per esempio tra chef o pizzaioli, o tra personale di sala e clienti – non è possibile, utilizzo di mascherine. Le persone che arrivano insieme o prenotano un tavolo saranno accomodate allo stesso tavolo, senza necessità di alcuna indagine da parte dell’esercente; controllo delle temperature del personale addetto all’ingresso e procedure per la gestione di eventuali non conformità. E utilizzo dei guanti laddove necessario, non per il personale in cucina, che anzi deve sanificare più spesso possibile i locali».
Fonte : PositanoNews.it