San Francesco e il vino, il patrono di Tramonti vicino ai contadini nel maltempo con…
San Francesco e il vino, il patrono di Tramonti vicino ai contadini nel maltempo con le campane. Immaginiamo il loro suono ora quando la Costiera amalfitana è addensata dalle nubi del Covid, che presto spariranno per dar posto al sole. Dalla Costa d’Amalfi, dal mare di Positano, ai Monti Lattari, nel cuore enologico della Divina, il post e la foto di una tenuta cara per i ricordi vissuti a noi di Positanonews e di Enogastronautanews
In Autunno le foglie perdono la clorofilla assumendo, secondo il vitigno, una colorazione gialla o rossa.
Vendemmia Autunnale, gli ultimi grappoli di Piedirosso o Per’ è Palummo da vinificare oggi 7 Novembre.
Storia del nome della cantina “Tenuta San Francesco”
San Francesco, dopo aver fondato il sacro convento di Assisi viaggiò molto in Italia compreso la Costa D’Amalfi , dove fondò diversi conventi , compreso di Tramonti nel cuore dei Monti Lattari.
I Monaci del Convento di San Francesco vivevano delle offerte del popolo di Tramonti, che erano e sono molto devoti del Santo poverello.
Le offerte dei poveri contadini di Tramonti non erano in denaro ma in natura .
A fine Novembre un “monaco cercante” passava di casa in casa chiedendo ai contadini di offrire quello che potevano .
Era usanza che ogni vignaiolo metteva da parte per il convento , come buon auspicio, il vino nuovo che avanzava dopo la colmatura delle botti in novembre .
A Tramonti c’erano migliaia di vignaioli e la cantina del convento era la cantina più grande del paese.
Tutti i contadini- vignaioli erano anche allevatori e oltre al vino era tradizione offrire al convento una mungitura di latte l’anno.
Il latte veniva ritirato dai 45 casaeifici di Tramonti e destinato alla produzione di caciocavalli che venivano stagionati nelle cantine del convento.
I caciocavalli , detti per questo motivo del “monaco”, e il vino venivano poi venduti sui mercati di Napoli .
I proventi ottenuti dalla vendita del vino e dei caciocavalli venivano usati per il sostentamento dei monaci e per aiutare le famiglie più povere del paese.
Come i monaci ringraziavano i poveri contadini di Tramonti?
Durante il rito della raccolta del vino il monaco cercante regalava :
– Tre grani d’incenso , Tre acciughe salate, e un immagine di San Francesco .
Non c’era nel paese botte o porta di stalla che non avesse affissa L’immagine di San Francesco.
Inoltre, durante i giorni e le notti di cattivo tempo, i monaci suonavano a dirotto le campane del Convento sino al ritorno del bel tempo .
Attraverso il suono delle campane i contadini avvertivano la voce del Signore vicino alle loro sofferenze.
A riprova di questa tradizione è stata rinvenuta una poesia di un Anonimo del Settecento che recita.
“San Francisc è o Patron e Tramunt,
è o Patron rò vin e rò latte
E quann o tiemp fà e capricc ,
basta nà scampaniat e San Francisc pè fa turnà a calma e a felicità”.
Oggi nel Convento di San Francesco di Tramonti è rimasto un solo monaco,
l’ultimo monaco cercante è morto diversi anni fà .
IL Convento non ritira più il vino e il latte , la cantina è in disuso e nessuno affigge più l’immagine del santo poverello sulle botti delle cantine.
Per evitare che questa tradizione, quasi millenaria, si perdesse Le storiche famiglie contadine di Tramonti, Bove, D’Avino e Giordano , hanno voluto chiamare le loro cantine “Tenuta San Francesco” .
Fonte : PositanoNews.it