Siddùra nasce verso la fine degli anni Duemila per iniziativa dell’impresario tedesco Nathan Gottesdiener e…
Siddùra nasce verso la fine degli anni Duemila per iniziativa dell’impresario tedesco Nathan Gottesdiener e dell’imprenditore sardo Massimo Ruggero.
Ci troviamo nella parte nord orientale della Sardegna, in Gallura, nel territorio di Luogosanto, un’area caratterizzata da un suolo ricco di sabbie derivanti dal disfacimento delle rocce granitiche, da una rilevante presenza di boschi intervallati a fitta macchia mediterranea e da un clima soleggiato che si giova dell’azione rinfrescante della brezza marina e della vegetazione circostante.
La tenuta si estende per 220 ettari, di cui 40 vitati. Al suo interno si trovano la moderna cantina ipogea dotata di attrezzature all’avanguardia e altri edifici tra i quali c’è un antico fabbricato ristrutturato con molto buon gusto, dove trova spazio la sala degustazione. La filosofia aziendale è chiara, come spiega Massimo Ruggero, amministratore delegato di Siddùra: “ L’obiettivo è produrre vini di alta qualità che non possano deludere le aspettative del consumatore e che possano portare la Sardegna ad essere un brand riconoscibile nel mondo del made in Italy”.
Sin dall’inizio è stato allestito un team con professionisti di alto livello come l’agronomo Luca Vitaletti e l’enologo Dino Dini, allievo di Giacomo Tachis. Si sono fatti importanti investimenti nel settore della ricerca e in breve tempo sono state messe a punto tecnologie innovative come la stazione meteorologica che consente di studiare nei dettagli il microclima e prevederne con precisione l’andamento e il sistema “piante che parlano”, mediante il quale si può determinare in tempo reale il fabbisogno idrico delle viti.
Annualmente vengono prodotte 250 mila bottiglie, divise tra le etichette di una gamma varia e articolata che comprende diversi Vermentino di Gallura Docg, rossi a base di Cannonau, Cagnulari, più un blend di Sangiovese e Cabernet Sauvignon, un rosato da Cannonau e un passito da uve Moscato. Il primo vino nato nelle cantine dall’azienda è stato il Vermentino di Gallura Docg Superiore Maìa, un bianco completo caratterizzato da un gusto particolarmente intenso e originale.
Il suo nome vuol dire magia in dialetto gallurese ed esprime il profondo legame con i luoghi di provenienza, posti ricchi di forti tipicità che ci regalano prodotti irripetibili. Le uve, Vermentino cento per cento, provengono da vigneti allevati a cordone speronato, situati ad un’altitudine di 300 metri sul livello del mare. La densità d’impianto è di 6 mila e 500 ceppi per ettaro con rese di circa 65 quintali. La vinificazione inizia con la diraspatura, seguita da 2-3 giorni di macerazione a 2 gradi centigradi, utile per estrarre al meglio i precursori aromatici presenti nelle bucce. Dopo la pressatura il mosto fermenta per 20 giorni alla temperatura controllata di 15-16 gradi centigradi. Il Maìa affina sur lie in serbatoi di acciaio inox per alcuni mesi.
L’annata 2018 da noi degustata si presenta di colore giallo paglierino carico. Ha un naso ampio e variegato nel quale i profumi di frutta a polpa gialla e le note agrumate si fondono con cenni floreali e sentori di macchia mediterranea in un insieme armonico e ammaliante. Il sorso è fresco, pieno, giustamente strutturato, equilibrato, sapido e molto lungo. E’ presente una nota di mandorla particolarmente evidente in chiusura. Un vino riuscito che esprime bene le caratteristiche di vitigno e territorio. Sarà perfetto con antipasti, primi e secondi della cucina di mare. Provatelo anche con formaggi freschi o con qualche piatto dal gusto più deciso, non vi deluderà.
Fonte: Cronache di gusto
Fonte : PositanoNews.it