A un metro da te. L’amore senza sfiorarsi. Un film da vedere, sotto i cinema…
A un metro da te. L’amore senza sfiorarsi. Un film da vedere, sotto i cinema del circondario da Sorrento e Castellammare di Stabia ( Positanonews è giornale di riferimento della Costiera amalfitana in provincia di Salerno e in Penisola sorrentina per la provincia di Napoli, delle altre aree della Campania parliamo solo in generale, ndr ). Di che si tratta Stella e Will hanno diciassette anni e si innamorano. Lo spazio del loro amore però non è una scuola, una squadra sportiva, una cittadina di provincia ma è l’ospedale dove entrambi sono ricoverati. Arriva in sala A un metro da te diretto da Justin Baldoni, con Haley Lu Richardson e Cole Sprouse che accende un riflettore su una malattia genetica grave, la fibrosi cistica, ma lo fa senza eccessi di sentimentalismo, con semplicità e un pizzico di umorismo. Anche se i due ragazzi sono accomunati dalla malattia, in realtà non potrebbero essere più diversi: Will è un pessimista, Stella invece è sempre positiva, lui è rassegnato al suo destino, lei è una vivacissima ragazza che racconta la sua storia attraverso un videoblog seguitissimo. Will è tutto ciò che lei evita accuratamente, un ribelle disordinato che non sembra prendere sul serio il proprio futuro mentre Stella è tutto ciò che Will guarda con scetticismo, una ragazza di successo con un grande entusiasmo nonostante i suoi problemi. Quando si incontrano per la prima volta, i due sono più che felici di attenersi al severo ordine del loro medico di rimanere ad almeno un metro di distanza, prescrizione essenziale per evitare il rischio di trasmettersi batteri pericolosi.
Quasi cinquant’anni dopo Love Story il tema dell’amore che lotta per la vera sopravvivenza è più che mai in voga a Hollywood. A un metro da te segue infatti il boom della commedie romantiche con giovani protagonisti alle prese con ogni tipo di guaio di salute come Tutta colpa delle stelle (con Shailene Woodley e Ansel Elgort, malati di cancro), Il sole a mezzanotte, con Bella Thorne e Patrick Schwarzenegger, su una ragazza confinata in casa per via di una rara malattia che le impedisce di esporsi direttamente al sole.
Dopo aver interpretato Rafael Solano nella premiata serie Jane The Virgin, accanto a Gina Rodriguez, Justin Baldoni è tornato al suo primo amore per raccontare il tipo di storie che ha sempre desiderato guardare: storie di coraggio che spesso rimangono nascoste. Nel 2012 ha creato una serie di documentari, My last days, che ha dato voce a molti giovani con malattie difficili che rincorrono vigorosamente le stesse speranze e i sogni dei loro coetanei. Commoventi e pieni di sorprese, My last days sono diventati i documentari digitali più seguiti di tutti i tempi, con milioni di visualizzazioni su YouTube. È stato durante le riprese di un episodio sulla fibrosi cistica che ha avuto l’idea per il film. “Un giorno chiesi a una ragazza malata, Claire, se avesse mai frequentato qualcuno con la fibrosi cistica – racconta Baldoni nel nostro incontro a Los Angeles – Claire mi guardò come se fossi uno stupido. Mi disse: ‘certo che no’, e io ‘aspetta, perché no?’. In quel momento mi spiegò che le persone che convivono con la fibrosi cistica non possono avvicinare altri con la stessa malattia perché potrebbero trasmettersi batteri pericolosi a vicenda. Una condanna a non sfiorarsi mai”.
“L’ospedale è un posto dove a volte succedono cose straordinarie – prosegue Baldoni – Per Will e Stella poco a poco si crea un’atmosfera di famiglia. Si pensa all’ospedale come l’anticamera della morte, ma non è così, sono spesso posti belli che aiutano le persone, e per questo nel film volevo concentrarmi sugli aspetti positivi”. “A un metro da te si pone domande sulla natura dell’amore – dice il protagonista maschile del film, Cole Sprouse – e si domanda se può esistere amore senza contatto fisico, un quesito immenso”. “È bello che il genere romantico adolescente sappia toccare anche argomenti così seri – aggiunge la protagonista, Haley Lu Richardson – Spero che i ragazzi che guarderanno il film si interroghino sulle sue tematiche, al di là della malattia. Cos’è il vero amore?”. “Viviamo in una cultura programmata per avere tutto subito e on demand. Se una cosa non ti dà beneficio la molli e vai altrove – conclude il regista, riflettendo su cosa vuol dire amore senza toccarsi – Volevo vedere cosa succede quando non hai questa opzione: puoi svilupare una forma di intimità senza la fisicità?”
Fonte : PositanoNews.it