Agerola sul sentiero degli Dei: al via la micro rassegna “Suoni e racconti dal Mediterraneo”….
Agerola sul sentiero degli Dei: al via la micro rassegna “Suoni e racconti dal Mediterraneo”.
Il festival di Agerola Sui Sentieri degli Dei si avvia verso la chiusura con la micro rassegna Suoni e racconti dal Mediterraneo, organizzata da Città Mediterranee presso Palazzo Acampora con cinque appuntamentidall’1 al 6settembre:La musica dei popoli di Mimmo Maglionico, Napoli in versi e in prosa di Mario Aterrano, Je te vurria cantà di Pina Giarmanà, Il cuore che canta di Salvo De Rosa, Noi i Taranto di Corrado Taranto.
Mercoledì 1 in La musica dei popoli Mimmo Maglionico propone un viaggio nella nostra storia tradizionale per consegnarlo al presente. Del resto ‘tradizione’ deriva dal latino ‘tradere’ che significa ‘trasmettere’, ‘tramandare’, ‘consegnare’ e così il musicista napoletano sceglie un repertorio di tammurriate e tarantelle per srotolare i fotogrammi della nostra comunità contadina e della sua spiritualità laboriosa ma allo stesso tempo festosa.
Come ogni lingua con le sue sonorità, i suoi accenti, le sue cadenze è la cifra distintiva più eloquente dell’identità di ogni popolo, così la musica, che in ogni cultura assume peculiarità differenti, dalle scansioni ritmiche fino alle sinuosità delle melodie, è la lingua dell’animo di ogni popolo, l’espressione più icastica della sua identità e della sua memoria collettiva.
La musica dei popoli ‘racconta’, ‘canta le storie’ di ogni cultura, traduce in dolci melodie o indiavolati ritmi, gli amori, le passioni e i sogni di un intero popolo, è l’opera scritta dal popolo stesso.
Tuttavia il bagaglio musicale della nostra tradizione è inserito in un rapporto dialogico anche con i linguaggi musicali d’oltreoceano, il quale parte dalle sponde venezuelane del sud America con i valzer di Guillermo De La Roca, prosegue con i tanghi di ispirazione argentina, devia per le coste dei Balcani, per approdare infine alle forme musicali più tipiche nel nostro meridione, che ‘cantano’ del nostro passato e delle nostre origini.
Giovedì 2 Mario Aterrano condensa la sua quarantennale esperienza sul palcoscenico presentando uno spettacolo in cui, accompagnato dalle note di un pianoforte, ripercorre la tradizione musicale e teatrale della Napoli novecentesca attraverso le liriche e la prosa dei tre padri nobili della cultura partenopea e non solo: Salvatore di Giacomo, Raffaele Viviani e Eduardo De Filippo. Un modo per ritrovare insieme, dopo un lungo periodo di difficoltà e incertezze, il conforto della dimensione collettiva dello spettacolo.
Sabato 4 nel concerto-spettacolo Je te vurria canta’ Pina Giarmanà guida il pubblico in un percorso della canzone popolare e classica napoletana fino ai giorni nostri. L’inizio del viaggio ci porta quasi alle sue origini con la cinquecentesca villanella, primo antefatto fondamentale per lo sviluppo della canzone napoletana dell’Ottocento. Si prosegue con i pezzi più rappresentativi del secolo del Barocco. Il concerto si arricchisce dei brani più famosi della tradizione musicale partenopea, a cui si aggiungono dei veri e propri capolavori che spesso non vengono valorizzati come dovrebbero. L’attenzione si concentra, in particolar modo, sul ‘900,dove la canzone napoletana da popolare diventa classica, tanto che i brani più famosi sono stati portati alla ribalta, tra gli altri, da personaggi come Placido Domingo, Enrico Caruso, Roberto Murolo, Luciano Pavarotti e tanti altri. Si spazia dalla lirica di giacomiana alla passionalità vivianea, senza dimenticare i canti popolari rielaborati dal genio di Roberto De Simone, con cui la protagonista, Pina Giarmanà, collabora da diversi anni.
Il punto d’arrivo è rappresentato dal Masaniello bluesman dei giorni nostri, quel Pino Daniele che ci ha reso orfani troppo presto. Attraverso un medley di alcuni dei suoi brani si rende omaggio a un artista che ha contribuito a dare un’impronta nuova alla tradizione napoletana, senza dimenticare il passato ma con lo sguardo proteso verso il futuro, elementi che sono anche di ispirazione per la nascita di questo concerto.
Le canzoni sono intervallate da momenti recitati di carattere brillante che tendono ad alleggerire e a dipingere con colori ancora più vivi uno spettacolo che, per un’orae trenta circa, accompagna il pubblico in uno spazio metafisico, quel paradiso di suoni e colori chiamato Napoli.
partecipano: Mimmo Maglionico, Mario Aterrano, Pina Giarmanà, Sal De Rosa e Corrado Taranto, figlio del grande Carlo Taranto e nipote di Nino Taranto.
Domenica 5 Salvo De Rosapresenta Il cuore che canta, viaggio nella musica che ha segnato l’epoca d’oro della canzone napoletana e non solo dalle classiche Reginella a Quando
dell’indimenticabile Pino Daniele, ripercorrendo i ritmi di Carosone e le armonie di De Crescenzo e Finizio. Nel programma del concerto non mancheranno anche alcuni suoi successi come Non si sa mai e Le ali.
Domenica 5 Corrado Taranto, figlio del grande Carlo Taranto e nipote di Nino Taranto propone lo spettacolo da lui scritto e diretto Noi i Taranto, che lo vede protagonista sulla scena insieme a Andreina Raucci, Guglielmo Capasso e Fabio Nigro.
Più di cento anni fa, nel popolare quartiere di Forcella, nasceva Nino Taranto. La sua fu una recitazione misurata, mai volgare, garbata nei modi, senza eccessi: nonostante sia stato partecipe di un cinema sostanzialmente comico, leggero ma non greve, riuscì a rivelare la completezza delle sue doti in Anni facili (1953) di Luigi Zampa, film che gli valse nel 1954 il Nastro d’Argento come protagonista.
Lo spettacolo vuole essere una carrellata nella sua lunga e gloriosa carriera, durante la quale l’ambientazione di scena si arricchisce di immagini e filmati tratti da film, commedie e momenti di vita. Si scopriranno, attraverso il racconto, lati sconosciuti di quello che fu considerato “il signore della risata”. Taranto ebbe la sua prima e vera consacrazione oltreoceano, con la compagnia di sceneggiata di Cafiero-Fumo, facendo proprie preziose esperienze attoriali e dotandosi di competenze che gli permisero di passare dalla canzone alla macchietta, dal genere comico a quello drammatico. Lo troveremo protagonista nel varietà, splendido interprete di un genere storico indimenticabile: “la macchietta”. In teatro fu precursore nella rivista e ottimo interprete di prosa; lo rivedremo in televisione, in cinema, in una panoramica del suo modo di essere artista a 360 gradi.
Al suo fianco, ad accompagnarlo in tanti di questi momenti, ci fu il fratello Carlo, sempre presente in teatro con lui, ma con una carriera autonoma, anche nel cinema, con gustose interpretazioni come nel film Il medico e lo stregone di Mario Monicelli e in Mi manda Picone al fianco di Giancarlo Giannini, per la regia di Nanni Loy.
Sarà proprio il figlio di Carlo, Corrado, a essere conduttore e interprete di questo spettacolo-omaggio, durante il quale sarà possibile rivedere in video il Taranto della rivista, del cinema, del teatro, della televisione e al suo fianco il fratello Carlo, Totò, Fabrizi, Macario. E non solo, attraverso la voce di Corrado Taranto e degli attori-cantanti della sua compagnia, il pubblico potrà riascoltare alcune delle sue più famose interpretazioni. Rivivere attraverso storie e aneddoti, la vita dell’uomo e dell’artista. Saranno inoltre presentati due inediti, due provini discografici incisi da Nino e Carlo, entrambi registrati durante una tournée tenuta negli Stati Uniti.
Suoni e racconti del Mediterraneo
1 -6 settembre 2021
Palazzo Acampora – ore 21.00
Fonte : PositanoNews.it