Prima di partire per Roma , ci siamo chiesti se nell’ambito della mostra su Giò…
Prima di partire per Roma , ci siamo chiesti se nell’ambito della mostra su Giò Ponti al MAXXI ci fosse stato un angolino dedicato ai lavori sorrentini del grande architetto. Appena entrati nella grande struttura museale al Flaminio di Zha Hadid, nel bookshop, sfogliando il catalogo della mostra , immediatamente le immagini del Parco dei Principi di Sorrento. Emozionati, corriamo al 3° piano tutto dedicato a Giò. Ebbene, appena all’ingresso, dopo il lungo corridoio concepito da Zha, in prospettiva frontale, le immagini dei saloni del Parco dei Principi, con le piastrelle colorate e posizionate ad arte, e poi i progetti corredati da disegni e maquette. Tanti Tanti. Ben fece qualche anno fa l’albergo Parco Dei Principi, in occasione dei 50 anni dalla costruzione, a ripristinare, valorizzare e musealizzare l’opera di Giò Ponti. La grande idea di Giò fu quella di usare la hall dell’Hotel come una vetrina a cannocchiale che passa dal verde del bel orto botanico all’azzurro del mare e del cielo.
GIO PONTI. AMARE L’ARCHITETTURA 27 NOVEMBRE 2019 – 13 APRILE 2020
A quarant’anni dalla sua scomparsa, il MAXXI gli dedica una grande retrospettiva che ne studia e comunica la poliedrica attività, a partire proprio dal racconto della sua architettura.
Architetto, designer, art director, scrittore, poeta, critico, artista integrale a 360 gradi, Gio Ponti è stato oggetto di una letteratura storico-critica e di una produzione espositiva difficili da eguagliare.
Dal disegno di oggetti d’uso quotidiano all’invenzione di soluzioni spaziali per la casa moderna, alla realizzazione di progetti complessi calati nel contesto urbano, come i grattacielo Pirelli a Milano o la cattedrale di Taranto, la progettualità di Ponti si caratterizza proprio per il passaggio disinvolto di scala in scala.
In mostra, materiali archivistici, modelli, fotografie, libri, riviste, e oggetti che permettono di scoprire un protagonista eccellente della produzione italiana di architettura, il cui lavoro ha lasciato tracce importanti in diversi continenti.
Fonte : PositanoNews.it