Il primo incontro della IV edizione di ArcheoAperiMusica, svoltosi domenica 5 maggio 2024 al Museo…
Invece di sintetizzare la visita in un’ora sola percorrendo tutte le sale, il nuovo format articola gli incontri in quattro appuntamenti, ognuno dedicato a una sala specifica. La prima seduta si è svolta nel grande atrio con scalone, dove l’attenzione si è focalizzata sulla grande statua femminile e sui quattro leoni di Donna Paola Zancani.
Con l’ausilio dello studio di Umberto Pappalardo, “Statua colossale femminile da Surrentum” (Römische Mitteilungen 107, 2000, pp. 469-486), la statua è stata illustrata nel dettaglio. La scultura, rinvenuta fortuitamente nel 1971 durante lavori di scavo a Sorrento, rappresenta una figura femminile stante di grande impatto visivo.
Lo stato di conservazione della statua è complessivamente buono, nonostante alcuni frammenti mancanti e lievi abrasioni. La raffigurazione è di grande pregio artistico e la sua analisi ha permesso di avanzare diverse ipotesi sulla sua identificazione e sul suo significato. Il conduttore ha abbondantemente arricchito lo studio con aneddoti e storie legate al ritrovamento.
Il nuovo format di ArcheoAperiMusica si è rivelato un successo, offrendo al pubblico un’esperienza più approfondita e coinvolgente del museo. Il prossimo incontro si terrà domenica 12 maggio 2024 e sarà dedicata alla sala delle necropoli di Trinità e del Vadabillo.
Antiche testimonianze di vita emergono dalle profondità di Massa Lubrense e Piano di Sorrento, raccontando storie di popoli e culture che abitarono questi luoghi fin dal VII secolo a.C.
La Necropoli della Trinità: Una finestra sull’antica civiltà del Gaudo a Piano di Sorrento
Piano di Sorrento, un comune situato nella splendida Penisola Sorrentina, custode di un tesoro archeologico di inestimabile valore: la Necropoli della Trinità. Risalente all’Età del Rame, questo sito rappresenta la più antica testimonianza di insediamento umano stabile nell’intero comprensorio sorrentino-amalfitano.
Le prime tracce della necropoli emersero casualmente nel 1874 con il rinvenimento della Tomba di Carotto, caratterizzata da un corredo funebre che includeva un pugnale in rame e una brocca decorata. Successivamente, tra il 1987 ed il 2004, una serie di campagne di scavo condotte da C. Albore Livadie e T. Budetta ha portato alla luce ben 70 tombe, offrendo un quadro dettagliato della vita e dei riti funebri della comunità che qui viveva tra la fine del IV e l’inizio del III millennio a.C..
Le sepolture, prevalentemente a grotticella o a cassa di tufo, ospitavano i defunti sia in posizione rannicchiata che supina, accompagnati da un ricco corredo di oggetti: vasellame in ceramica, utensili in litica e osso, ornamenti in bronzo e pietra preziosa. Tra i reperti di maggior pregio, spicca la saliera, un vaso gemino con ansa a nastro decorato a costolature, rinvenuto nella Tomba 2.
Le analisi del DNA condotte sui resti scheletrici hanno permesso di identificare diverse famiglie e di ricostruire i legami di parentela all’interno della comunità. Inoltre, lo studio dei resti vegetali ha fornito informazioni preziose sulle abitudini alimentari e sulle coltivazioni praticate.
La Necropoli della Trinità, oggi sotto la tutela della Soprintendenza Archeologica di Napoli e Pompei, rappresenta un sito archeologico di grande importanza per la comprensione delle origini e dello sviluppo della civiltà nella Penisola Sorrentina. Le future ricerche, oltre a svelare nuovi segreti su questo affascinante passato, contribuiranno ad arricchire il nostro patrimonio culturale.
Oltre alla necropoli, l’area archeologica della Trinità conserva i resti di un insediamento abitativo risalente all’Età Arcaica e Classica, distrutto dall’eruzione del Vesuvio del 79 d.C.. Le indagini archeologiche hanno riportato alla luce strutture pertinenti ad impianti artigianali e cultuali, offrendo ulteriori spunti di ricerca sulla vita quotidiana degli antichi abitanti della zona.
La Necropoli della Trinità è un luogo di inestimabile valore che ci permette di compiere un viaggio a ritroso nel tempo, immergendoci nella vita e nelle tradizioni di una comunità che prosperò migliaia di anni fa. Un sito archeologico da non perdere per gli appassionati di storia e archeologia, ma anche per tutti coloro che desiderano conoscere le radici profonde della cultura campana.
Bibliografia:
- Albore Livadie, C. (1990). Scavi nella necropoli della Trinità a Piano di Sorrento (NA): 1987-1990. In Atti del Congresso Internazionale di Archeologia (Napoli, 23-26 marzo 1990), pp. 61-74.
- Budetta, T. (2004). La necropoli arcaica e classica della Trinità a Piano di Sorrento (NA). In Atti del IV Convegno Internazionale di Archeologia subacquea (Messina, 25-27 settembre 2003), pp. 717-730.
- Russo, L. (1990). Le stipi di età arcaica e classica dalla necropoli della Trinità a Piano di Sorrento. In Atti del Congresso Internazionale di Archeologia (Napoli, 23-26 marzo 1990), pp. 75-83.
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Le Necropoli di Sant’Agata: Finestre sul Passato tra Due Golfi
Le tre necropoli di Sant’Agata, situate nei pressi del Deserto, offrono uno spaccato affascinante sul passato della zona. La prima, scoperta nel 1810, ha restituito vasi di creta semplici e quasi privi di decorazioni. La seconda, rinvenuta nel 1837, era invece più ricca e complessa, con tombe in tufo contenenti una varietà di oggetti, tra cui vasi, gioielli, ornamenti e persino armi. Un ritrovamento di particolare interesse è stato un vaso raffigurante la sirena Parthenope, risalente alla seconda metà del VI secolo a.C., che ha alimentato l’ipotesi della presenza di un tempio delle Sirene sul Deserto.
La necropoli del Vadabillo, con le sue circa cento sepolture a inumazione, è stata oggetto di scavi recenti che hanno permesso di datare i resti tra la fine del VII e la metà del V secolo a.C. I reperti archeologici indicano contatti commerciali con altre realtà, come quella etrusca, probabilmente tramite la vicina Sorrento.
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Fonti:
- Storia di Massa Lubrense di Riccardo Filangieri di Candida
- “Il Deserto di S.Agata sui due Golfi” di Luigi Poi
- Museo Georges Vallet di Piano di Sorrento
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Giacomo Franzese Direttore del Museo Georges Vallet e Lucio Esposito
Fonte : PositanoNews.it