Di Antonino Siniscalchi
L’Astronomia, intesa come scienza empirica ed osservativa, ha di sicuro origini antichissime in Penisola Sorrentina. Una terra di armatori, comandanti, navigatori, marinai, ha di certo nel suo DNA l’attitudine, il culto, il gusto per l’osservazione del cielo. Osservazione del cielo che è sempre stata passione ma anche strumento vitale per il duro lavoro sul mare…..quando si navigava con il sestante, il compasso ed il punto nave, con la conoscenza di stelle e costellazioni sia del cielo boreale che del cielo australe.
Generazioni e generazioni di valenti uomini di mare della penisola per decenni hanno usato la trigonometria per il calcolo della posizione di astri e per tracciare rotte di navi, rotte sicure per i loro spostamenti in oceani spesso ostili.
Il glorioso Istituto Bixio ha formato, in tal senso, schiere di esperti ufficiali di coperta e comandanti, cultori di Astronomia e, perché no, anche di Astrofisica.
Sono moltissime le famiglie della penisola che custodiscono gelosamente sestanti, astrolabi e libri di Astronomia Nautica risalenti agli anni Trenta e anche prima, appartenuti a padri, zii, nonni che osservavano e studiavano il cielo con grande dedizione.
Oggi tutto è cambiato… questi strumenti praticamente non si usano più.
È bello rendere omaggio ad un Astrofisico illustre, che ha primeggiato nel panorama scientifico internazionale come figlio di una terra in cui il legame con il cielo affonda nella notte dei tempi.
LA MAGIA DI UNA CORONA DI STELLE
Certo, la penisola sorrentina è una terra impreziosita dal mare e baciata dal sole. Questo stesso scenario ha sempre incantato i visitatori anche per la corona di stelle che li sormonta. Sin dai tempi del Gran Tour, quando scrittori, poeti, intellettuali e giovani aristocratici si riversavano in Italia – quindi anche a Napoli e a Sorrento – per ammirarne le bellezze. Il fascino del cielo stellato ha colpito anche un poeta dei giorni nostri, finito a Sorrento quasi per caso: Lucio Dalla. La sua voce inconfondibile scolpisce un cammeo nella canzone “Napule”. Accompagnato da Gigi D’Alessio, Gigi Finizio e Sal Da Vinci, Lucio Dalla si lascia stregare da “…una notte in barca a Surriento, in un mare elegante vestito di blu sotto un cielo pezzato di stelle…”. Quasi a voler ricordare che la penisola sorrentina non è solo la “terra dell’amore” celebrata da De Curtis e fatta di mare blu e di sirene provenienti dalla mitologia greca, di giardini e di fiori d’arancio. Le stelle incastonate nel cielo di Sorrento ispirano e attirano. Negli ultimi anni, la penisola sorrentina ha riscoperto quel fascino senza tempo. Merito delle associazioni ambientaliste e di tanti amanti della natura, che hanno fatto e continuano a fare a gara nell’organizzazione di eventi dedicati al magico mondo delle stelle. È così che, negli ultimi tempi, i sorrentini hanno rivalutato la tradizione di San Lorenzo: naso all’insù, cannocchiali puntati verso il cielo, le indicazioni di esperti astronomi.
Aldilà poi di qualsiasi legame geografico con l’argomento, o di considerazioni di carattere scientifico, che ovviamente lascio fare a chi ha sicuramente più competenza di me in merito, consentitemi di dire che, in un tempo in cui l’uomo è soffocato da sollecitazioni emotive che influenzano negativamente la sua vita, si ha bisogno di credere in qualcosa di così detto “magico”, e a mio avviso le stelle si prestano anche a questo. Non a caso l’apparizione di una stella cadente oggi, è associata a un sentimento di lieto stupore. Ci si sente quasi baciati dalla fortuna nell’assistere a un evento naturale, che non è raro, ma che appare straordinario. Pochi quindi si sottraggono alla tentazione di esprimere un desiderio, seguendo la tradizione popolare che promette l’avverarsi dei pensieri formulati nel brevissimo tempo di esistenza della traccia luminosa che in penisola sorrentina contagia in maniera magica e irripetibile.
Intervento tenuto da Antonino Siniscalchi nella sala consiliare del Comune di Sorrento in occasione del Premio Vincenzo Ferraro 2014
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