Sabato 3 febbraio, alle ore 11, presso la Sala Muti del Conservatorio di Musica San…
Sabato 3 febbraio, alle ore 11, presso la Sala Muti del Conservatorio di Musica San Pietro a Majella di Napoli, si terrà un interessante incontro nell’ambito della rassegna “Parliamo di musica 2024”. La protagonista sarà Olga Laudonia, docente di Musicologia sistematica presso il Conservatorio Stanislao Giacomantonio di Cosenza.
Durante l’evento, Laudonia approfondirà il tema di Francesco Saverio Fiorentino, Canonico Cantore del Capitolo Metropolitano di Sorrento. Il suo intervento si inserisce nella presentazione di una curatela dedicata all’esecuzione del Miserere nella vita dell’Arciconfraternita di Santa Monica di Sorrento. La curatela, firmata dalla stessa Laudonia, è stata pubblicata dalla prestigiosa casa editrice Nota di Udine.
La presentazione di questo lavoro rappresenta il secondo degli incontri previsti nella rassegna “Parliamo di musica 2024”. La serie, curata da Emanuela Grimaccia e Paologiovanni Maione, offre l’opportunità di conoscere da vicino gli autori delle ultime novità editoriali nel settore musicale.
Un’occasione imperdibile per gli appassionati di storia, arte e musica, che potranno approfondire la figura di Fiorentino e la sua rilevanza nell’ambito dell’Arciconfraternita di Santa Monica di Sorrento.
La redazione cultura di Positanonews propone alcume pagine di letteratura sorrentina dedicate al Canonico Fiorentino:
Brani tratti da LA TERRE DELLE SIRENE N° 16
La famiglia Fiorentino di Maria Teresa Fiorentino Attardi
Il più eclettico dei fratelli fu Francesco Saverio, nato nel 1 865; qualsiasi attività intraprendesse era un successo. Bravo disegnatore e ideatore di oggetti in legno, disegnò la cornice “porta fotografie” intagliata nel legno di ulivo, con due antine, anch’esse traforate, che schermavano la fotografia. Bravissimo pianista, si diplomò al conservatorio aiutato economicamente negli studi dai fratelli, orgogliosi di lui e della sua bravura. A vent’anni manifestò il desiderio di diventare sacerdote e, con grande sacrificio, i fratelli, ben lieti di aiutarlo, lo fecero entrare in Seminario. Era il primo ottobre 1885. Il 20 marzo 1 890, al termine dei suoi studi, ebbe la Cappellania della chiesa del Rosario; il 1 6 agosto 1 894 fu nominato membro della Commissione Sacra. Ma il sacerdozio non gli impedì di essere anche un ottimo e apprezzato maestro di musica, richiesto per impartire lezioni di pianoforte alle ragazze di buona famiglia per completarne 1 ‘educazione. Fu chiamato ad insegnare musica e pianoforte anche a Flora e Giulia, figlie del signor Tramontano, proprietario dell’ omonimo albergo. Frequentando la loro casa, ebbe 1 ‘opportunità di conoscere, nel 1 899, il poeta inglese Thomas Key, che soggiornava presso l ‘hotel. Anche Key, come tutti coloro che visitavano la nostra cittadina, fu ammaliato dalle bellezze del nostro golfo e delle nostre colline e volle lasciare, in ricordo di tanta bellezza goduta, dei versi, che trasformò in sei canzoni pubblicate in un album. La prima di esse, The ships sai! by, i cui versi erano di straordinaria bellezza, fu degnamente accompagnata dalla musica del canonico Fiorentino. Le musiche delle altre canzoni furono composte da A. De Lizza, altro musicista sorrentino, e da un compositore inglese, Darman Ward. L’album ebbe un discreto successo. Questa non fu l’unica collaborazione musicale che il canonico ebbe con canzonieri già affermati. Bisogna ricordare che una delle sue doti era quella di saper trascrivere musica sul pentagramma, cosa non semplice. Egli era capace di trascrivere un testo musicale adattandolo ad ogni strumento, ottenendo, così, spartiti per un’intera orchestra, per cori di fanciulli e per le altre voci. La sua collaborazione fu richiesta anche dai famosi fratelli Gian Battista ed Enrico De Curtis, gli autori di Torna a Surriento, che,’ ben si sa, erano spesso ospiti dell’Hotel Tramontano. Nelle lettere che si scambiarono dal 13 giugno 1900 al 27 giugno 1901, in nostro possesso, si comprende che G. B. De Curtis inviava i versi delle sue canzoni al Canonico Fiorentino e che lui, forse, li adattava a brani musicali concordati in precedenza. Dico forse, perché, leggendo gli spartiti autografi di queste canzoni, viene il dubbio che le musiche siano state composte dal Canonico, il quale non le poteva firmare perché ad un sacerdote non era permesso firmare canzoni dedicate ad una donna, ne sarebbe sorto uno scandalo. Questo dubbio sorge anche nei confronti dello spartito originale, in nostro possesso, della famosa canzone Carmela, dedicata a una bella ragazza di Sorrento che ogni mattina, da casa sua in via Fuorimura, si recava all ‘hotel per portare uova fresche alla famiglia Tramontano. Il Canonico usò più di uno pseudonimo per firmare alcune sue canzoni. Uno di essi è Sav Innominato, con cui nel 1 920 firmò la musica dell’inno per la processione della Madonna morta, per coro di bambine e banda, su versi del poeta Saltovar. Non conosciamo, invece, l’altro pseudonimo con cui firmò una canzone dedicata, probabilmente, ad una donna. L’anziana signorina Giulia Tramontano confidò a mia madre che ne conosceva il titolo e il nome usato per finnarla e le rivelò anche che lo spartito originale, in suo possesso, era stata una bella collaborazione a tre. I versi erano del De Cutiis, la musica del Canonico, lei stessa aveva dipinto l’immagine sulla copertina dello spartito. La canzone ebbe anche molto successo. Spesso la signorina Giulia lo ripeteva a mia madre, e le aveva anche promesso che le avrebbe regalato lo spartito. Purtroppo, la signorina Giulia lasciò questa terra senza aver avuto l ‘opportunità di farlo. Ora, von·ei chiedere agli attuali eredi di contdbuire, con la loro testimonianza, a rendere più completa la nostra bibliografia. Nonostante tanta “mondanità”, il Canonico Fiorentino non dimenticò certo la sua vocazione di sacerdote e servitore di Dio, e con uguale impegno si dedicò ad insegnare musica e pianoforte anche alle monache di clausura del monastero di Santa Maria delle Grazie. Fra le sue allieve due si distinsero in particolare: suor Colomba e suor Antonietta. Quest’ultima, terminati gli studi, fu chiamata presso il convento di Mantova per suonare l ‘organo durante i riti religiosi e per insegnare a sua volta musica alle consorelle. Suor Colomba, invece, restò a Sorrento e continuò a servire la sua comunità suonando nel corso delle cerimonie religiose e curando l’educazione musicale delle consorelle. Suor Colomba era molto devota alla Madonna Addolorata e ogni giorno non dimenticava di dedicarle una tra le sue preghiere preferite, che era stampata dietro ad un’immaginetta da lei venerata. Ma perché non unire le due cose più importanti della sua vita? Così chiese al Canonico Fiorentino di comporre una musica adeguata per trasformare in un canto la bella preghiera. L’umile monaca fu accontentata. Questo inno, dopo molti anni di oblio, è stato riproposto nel 1997 dal Priore dell ‘Arciconfratemita di S. Monica, durante la tradizionale processione pasquale degli incappucciati bianchi, cantato da un coro di voci bianche diretto da Franco Esposito.
Nel 1 898 i l sacerdote Fiorentino ebbe l’incarico dal Vescovo Giustiniani di far costruire un organo per la cattedrale di SotTento. 11 sacerdote ne fu lieto e subito si preoccupò di trovare una buona ditta a cui far eseguire il lavoro. La scelta cadde sul cavaliere Pacifico lnzoli di Crema, lo stesso costruttore dell’organo di Pompei. Con lui stabilì il da farsi. Naturalmente dovette essere costruita anche la cantoria, e del progetto fu incaricato il prof. Antonino Esposito, insegnante della Scuola d’Arte. Quando l ‘organo fu pronto, il primo luglio 1901, i l sacerdote Fiorentino fu nominato organista del Duomo di Son·ento; poco dopo divenne direttore della inusica sacra in Chiesa e Maestro di canto corale in Seminario. Inoltre dava lezioni di canto gregoriano ai sacerdoti. Indubbiamente tutte queste nomine furono un riconoscimento gratificante per il suo talento musicale. 11 4 giugno 1908 Giustiniani gli diede l’incarico di coordinare la musica da eseguirsi nella ricorrenza delle feste giubilari. Quando il 1 4 maggio 1 909 don Francesco Saverio fu nominato Canonico del Capitolo Metropolitano, il Vescovo Giustiniani si tolse l ‘anello pastorale e glielo donò in ricordo della loro amicizia. 11 29 novembre 1 9 1 O arrivò la nomina a Deputato diocesano per la Musica Sacra. Il 6 luglio 1 9 1 3 quella a direttore dell’organo di Meta e nel mese successivo, il 3 agosto, si tenne un grande concerto per inaugurare il nuovo organo. La cronaca dell’evento fu descritta, con dovizia di particolati, sulla rivista «La Riviera» del 15 agosto 1913 a cura del Sac. Gaetano Lampo. Nell’articolo non è menzionato il novello direttore, ma la sua firma compare sotto l ‘atto di collaudo dell’organo insieme a quelle dei due tanto elogiati esecutod, il Sac. Eduardo Bottigliera e il Maestro Ulisse Matthey. C’è da presumere che anch’egli si esibì in quell’occasione, dato che era abbastanza conosciuto in penisola per le sue capacità musicali, ina che, per sua volontà e modestia, non volle essere menzionato nell’articolo. Nel maggio del 1 9 1 9 il Canonico compose l a musica di uno dei due inni a S . Antonino, che ancora oggi sono eseguiti durante le celebrazioni i n onore del nostro Patrono il 14 febbraio. L’anno successivo, il 4 dicembre 1920, fu nominato Padre spirituale della Arciconfratemita di S. Monica e tale carica mantenne fino alla morte avvenuta il 7 dicembre del 1946.
Il 20 dicembre 1920 ebbe l ‘incarico di costituire la sezione del conservatorio di 1nusica di S. Cecilia in Sorrento. Di questa nomina abbiamo gli inviti, ma non siamo riusciti ancora ad avere un riscontro di archivio. 11 sacerdote Fiorentino scrisse musica per molte ricorrenze. Egli partecipò fra l ‘altro ai festeggiamenti del terzo centenario della morte di T. Tasso del 20 aprile 1895 con il Non recedet; compose l’inno Al Cuore di Gesù in occasione della benedizione del monumento ai caduti, il 4 dicembre 1926; per lArcivescovo Giustiniani scrisse tre inni: il 1 7 marzo 1892, un altro nello stesso mese, e ancora il 21 marzo 1909. Ma di musica il canonico ne compose davvero molta, specie sacra, spesso in collaborazione con Silvio Salvatore Gargiulo; e poiché sarebbe troppo lungo elencare tutte le sue opere, ne facciamo, sia pure a malincuore, a meno. Non si può invece dimenticare che il Canonico Fiorentino fu anche uno dei primi fotografi di Sorrento, dedicandosi anche allo sviluppo dei negativi su vetro. I suoi soggetti preferiti erano i ritratti. A noi restano alcuni negativi su vetro, ma purtroppo la macchina fotografica è andata dispersa.
Dal volume FAMIGLIE SORRENTINE DELL’OTTOCENTO di Antonino Cuomo
Il 4 dicembre 1920 fu nominato Padre Spirituale della Arciconfraternita di Santa Monica, nomina che mantenne fino alla morte avvenuta il 7 dicembre 1946. Fino a detta data molti altri inni e canzoni furono frutto del genio musicale del can. Francesco Saverio Fiorentino. Il Canonico, ottimo ed apprezzato maestro di musica, fu chiamato ad insegnare musica e pianoforte anche a Flora e Giulia figlie del Commendatore Tramontano, proprietario dell’omonimo albergo e, frequentando la loro casa ebbe l’ opportunità di conoscere nel 1899, il poeta inglese Thomas Kay, il quale volle lasciare, in ricordo della bellezza goduta, dei versi, che trasformò in sei canzoni pubblicate in un album, delle quali la prima, “The Ships Sail By” ebbero la mirabile musica del Canonico Fiorentino. Contemporaneamente nacque l’ amicizia con Giovan Battista De Curtis, conosciuto in tutto il mondo per la famosa canzone “Torna a Surriento”, valente pittore oltre che affermato poeta e musicista, per il quale, da esperto compositore musicale, trascriveva la melodie sul pentagramma adattando il testo musicale ad ogni strumento, ottenendo spartiti per un ‘intera orchestra, per coro di fanciu lli ed altre voci. Dall ‘ amichevole collaborazione sono testimonianza lettere contenenti versi di canzoni che il poeta, tra il 13 giugno 1900 e il 27 gennaio 1903, inviò al canonico affinché vi adattasse le musiche, forse in precedenza concordate. Tali manoscritti 01iginali sono in nostro possesso e tra essi vi è anche quello della famosa canzone “Carmela” attribuita al De Curtis per i versi oltre che per la musica. Una testimonianza certa ci viene dall’anziana signorina Giulia Tramontano, ultima figlia del comm. Guglielmo, la quale riferì a mia madre che la canzone “A picciotta ” nacque da una felice collaborazione a tre: i versi erano del De Curtis, la musica del canonico, l’immagine sulla copertina dello spartito era stata dipinta da lei stessa. A conferma di ciò abbiamo avuto la testimonianza del tenore Umberto Davide, allievo avviato al canto proprio dal canonico. La signorina Giulia aveva promesso a mia madre che le avrebbe regalato lo spartito originale, ma, purtroppo, lasciò questa te1Ta senza aver avuto l’opportunità di farlo. Non si può omettere di aggiungere, infine, che il canonico Fiorentino fu anche uno dei primi fotografi di SotTento, dedicandosi anche allo sviluppo dei negativi su vetro. I suoi soggetti preferiti erano i volti. A noi restano alcuni negativi su vetro e tre immagini di piazza Sant’ Antonino e della proprietà acquistata dal fratello Salvatore.
La prima apparizione ufficiale del coro avvenne in quello stesso 1 967 in
occasione delle Sante Quarantore nella Basilica di S . Antonino, mentre il
primo impegno importante fu la partecipazione alla Messa della notte di
Natale di quello stesso anno, con l ‘esecuzione della Messa Corale a tre voci
del maestro Canonico F. Saverio Fiorentino. Quest’ultimo era un apprezzato
musicista sorrentino, nonché Padre Spirituale dell’ Arciconfratemita di S .
Monica, della quale erano stati confratelli, oltre allo stesso Don Antonio,
anche il padre, lo zio Giovanni, organista, ed il nonno Antonio. I l Canonico
Fiorentino aveva anche celebrato il matrimonio dei genitori di Don Antonio.
Fonte : PositanoNews.it