Ci prepariamo a vivere la festa di San Valerio all’inizio di questo nuovo anno e…
Ci prepariamo a vivere la festa di San Valerio all’inizio di questo nuovo anno e ancora nella luce del tempo di Natale appena concluso! Ci vediamo a Casarlano. Annuncia con gaudio Don Enzo, parroco di Casarlano.
L’Epifania tutte le feste porta via! dice un antico detto. Non è vero in Penisola Sorrentina perchè:
16 gennaio San Valerio santo Patrono di Sorrento con Sant’Antonino, Atanasio e Bacolo
17 gennaio San Antonio Abate, quello col maialino
19 San Catello patrono di Castellammare , ma con un bel busto argenteo a Sorrento
20 San Sebastiano patrono di Gragnano. Protettore di tutte le Polizie
dal volume di Michele Fiorentino Casarlano e la sua Madonna traiamo questo scritto e le relative immagini
SAN VALERIO
Circoscritto all’ambito comunitario della Parrocchia di S. Maria di Casarlano
e alla devozione di poche centinaia di fedeli, dopo oltre 1500· anni, il culto
e la venerazione per San Valerio
vescovo sorrentino ancora
sopravvivono.
Ben 10 sono i personaggi
iscritti nella serie dei Santi della
chiesa cattolica che portano
il nome di Valerio. Scarsissime
sono le fonti e le notizie circa
la vita e le gesta del nostro San
Valerio ma sufficienti a testimoniare
storicamente la persona
e il suo culto. La comunità
ecclesiale sorrentina, una
volta riconosciuta la sua santità,
dopo la morte, lo elevò
agli onori degli altari, tramandandone
il culto, inizialmente
sorto sul luogo della sua sepoltura,
ed il giorno dell’anniversario
del dies natalis, cioè della
morte, il 16 gennaio.
Strettamente legato alla
figura di San Renato, suo maestro
e predecessore sulla cat- 5. Valerio affrescato nel catino absidale della Basilica di
tedra vescovile, Valerio visse a 5. Antonino. Primo quarto sec. XVII
Sorrento a cavallo della metà del V secolo, e condivise con l’anziano pastore
gran parte della vita, il luogo di sepoltura e il culto.
Preziosa testimonianza sul culto attribuito ai due santi sorrentini ci è fornita
da un libellus miraculorum ovvero un’antica omelia in lode, redatta probabilmente
nel sec. VIII, nella quale, in assenza totale di dati biografici, viene
evidenziata e glorificata la potenza miracolosa dei due santi, intervenuti in
soccorso del popolo sorrentino, in occasione dell’assedio longobardo della
città nel 635.
Similmente nella Vita Antonini comunemente attribuita all’Anonimo Sorrentino
e la cui stesura originale venne redatta nell’XI secolo, ritroviamo i
nostri santi a condividere il patronato sulla città con Antonino, Atanasio e
Bacolo. Nel passo dove l’agiografo narra l’intervento miracoloso dei patroni
sorrentini in difesa della città contro la minaccia dei saraceni, che nell’846
imperversavano nel golfo di Napoli, ci descrive in ordine le figure dei santi,
iniziando da 5. Antonino, patrono principale, e a seguire gli altri quattro santi
con l’ultimo che .. florido di grazia giovanile disse di chiamarsi Valerio. Tratti,
evidentemente già fissati da una precedente tradizione pittorica, che avrebbe
sicuramente influenzato anche la successiva iconografia relativa al Santo,
sempre ritratto in sembianze giovanili.
Valerio, ancora in piena adolescenza, attratto dall’esperienza mistica ed
ascetica che 5. Renato andava sperimentando, in solitudine e contemplazione,
non lontano dalla città, in una grotta scavata nel tufo alle pendici della
collina di Casarlano, maturò anch’egli la vocazione di ritirarsi presso questo
romitorio e condividere la preghiera con l’anziano eremita.
Contemporaneamente la comunità ecclesiale sorrentina andava organizzandosi
in proprio, affrancandosi da Napoli; dovendo eleggere il nuovo pastore
della loro Diocesi, la scelta cadde sull’eremita Renato che, per la fama
della sua santa vita, e per acclamazione popolare, fu eletto vescovo.
Molto probabilmente il giovane Valerio si trovò ad assistere e coadiuvare
l’anziano maestro nel governo pastorale della comunità sorrentina, tanto
che alla sua morte, che la tradizione – ,. -·=
pone al 6 ottobre 4501 l’assemblea del
popolo e del clero lo elesse suo successore.
Non sappiamo con certezza
quanti anni Valerio abbia governato la
chiesa di Sorrento ma, alla sua morte,
avvenuta in giovane età, i sorrentini,
composte le spoglie, decisero di sistemarle
accanto a quelle di S. Renato,
nel santuario che avevano innalzato
per accoglierle, presso l’asceterio dove
erano vissuti i due Santi, e di venerarlo
quale santo patrono della città.
Verso l’VIII secolo il santuario fu affidato
ai monaci benedettini di Montecassino
che vi impiantarono una loro
comunità costruendoci accanto un
monastero reso, in breve tempo, ricco 0
sec. XVIII. Cripta Basilica di 5. Antonino
e famoso. Esso divenne il centro irradiante
della devozione e venerazione
verso i due santi vescovi, una fucina di
preghiera, di studio e di cultura.
Durante alcuni lavori di ampliamento
delle fabbriche, avvenuti agli inizi
del 16001 sotto il vecchio altare maggiore
della chiesa, furono rinvenute
due cassette di piombo contenenti i
resti dei corpi dei santi Renato e Valerio,
dando così conferma e certezza
alle affermazioni della tradizione. Esse
vennero riposte sotto l’altare maggiore
del nuovo tempio. Nel 1807, la legge
napoleonica di soppressione degli ordini
religiosi investì anche i benedettini
di Sorrento che furono costretti ad
abbandonare la loro gloriosa sede per
non farci più ritorno. Nulla più oggi rimane
di questo grande ed importante
monumento medievale se non alcune i.;.._ .__
rovine del cenobio, visibili accanto al
cimitero comunale, che ha preso il po-sto della chiesa abbaziale e di gran
parte del monastero. Il degrado, la
noncuranza e l’ignoranza hanno fatto
il resto, e contribuito a rendere
l’antico complesso di S. Renato un
cumulo di pietre e macerie, in attesa
che qualcuno si ricordi di questo antichissimo
Scriptorium medievale.
Nel 1821 l’arcivescovo Mons. Michele
Spinelli121 decretò la traslazione
delle reliquie dei due santi
dalla chiesa del monastero di S. Renato
alla Cattedrale; inizialmente,
esse furono sistemate all’altare di
S.Antonino, nella cappella a sinistra
del transetto e, nel 1899, per
, collocate nella
quarta cappella della navata destra,
insieme ai resti degli altri due santi
vescovi, Atanasio e Bacolo, visibili
ai fedeli sotto la mensa marmorea
dell’altare. Sull’altare col locò una
tela del pittore romano Augusto Mariani
raffigurante i quattro vescovi.
Dedicata ai nostri due santi vescovi
era anche la chiesa principale della
città, sede del vescovo e della diocesi.
Di essa ci è pervenuta una delle
due mensole-architrave, che appart
eneva al protiro della cattedrale altomedievale,
reca nte l’iscrizione dedicatoria
latina ai santi Renato e Valerio,
che si data tra la fine del IX inizi
del X secolo, e collocata oggi, tra i
marmi reimpiegati nel campanile
romanico del Duomo123
• Poco o nulla 5. Valerio affrescato nello spicchio della cupola
della Cattedra/e dal pittore C. Scognamiglio nel
188J conosciamo st oricamente di questi
primi tempi della chiesa sorrentina. Due
secoli dopo, in piena epoca ducale, la
catted rale venne ricostruita nelle nuove
forme romaniche, cambia dedicazione
e riconsacrata nel 1113 ai santi Filippo
e Giacomo. Parte degli arredi scultorei
che facevano parte della cattedrale altomedievale,
come la mensola segnalata,
vennero rimossi e riutilizzati per la costruzione
del nuovo campanile agli inizi
del Xli secolo, operazione che cancellò
completamente l’immediato momento
passato.
Sotto la spinta dell’attuale parroco d.
Giovanni, la festività di San Valerio ha
ripreso vigore. Nel 2006 è stata acquistata
una nuova effigie del santo, realizzata
in legno intagliato su un modello
della distrutta statua di
cartapesta, già presente
in chiesa, e sistemata
nel primo altare a sinistra.
La nuova statua fu
accolta dal popolo nella
piazzetta S. Valerio, laddove
si ergeva l’antica
estaurita del Santo, ne.I
rione di (asola, e portata
processionalmente in
parrocchia. Ogni anno
un triduo precede la f estività
del 16 gennaio,
che si chiude sempre con
spari di mortaretti e un
momento di frat erna aggregazio
Fonte : PositanoNews.it