Ambrogio Coppola pubblica la sua seconda raccolta di poesie, in un pregevole volumetto, che sarà…
Ambrogio Coppola pubblica la sua seconda raccolta di poesie, in un pregevole volumetto, che sarà presentato in anteprima , nell’ambito dei Venerdi Letterari del Comune di Piano, venerdi 1 dicembre 2023 alle ore 17.00.
Trattasi di una raccolta di 28 poesie scritte in dialetto napoletano. Ma forse più che di poesie parlerei di quadretti d’autore, rapide pennellate per descrivere stati d’animo e situazioni che alla fine strappano una risata, lettura gradevole e non priva di emozioni e con autoironia che serpeggia ovunque. La raccolta è impreziosita da cinque disegni, ispirati da altrettante poesie, dell’artista pittrice Angela Vinaccia.
dalla Prefazione del libro:
Siamo al secondo volumetto! Quindi una conferma, non più una prova, o un assaggio , ma un approccio stabile alla poesia di Ambrogio Coppola. Allora vuol dire che c’è sostanza, desiderio , passione. Vediamo di spiegarci, cerchiamo di capire la motivazione di questa produzione di versi e poesie prevalentemente in vernacolo.
Ci siamo lasciati dicendo, con il libricino precedente, che esso non andava posto ad impolverarsi in uno scaffale di libreria , ma conservato nell’armadietto delle medicine, e all’occorrenza, per ottemperare a quei piccoli mali dell’animo , non del fisico, tirarlo fuori e far scaturire un sorriso genuino.
Per capire bene il fenomeno Ambrogio, dobbiamo attrezzarci con strumenti adatti, smontare e rimontare pezzi di mente con la cassetta di manutenzione psicoanalitica. Sappiamo di una formazione e un lavoro scientifico e razionale , da Capitano macchinista navale, navi crociere, impianti industriali etc. Ma come si arriva poi concretamente al poema?! Abbiamo dato una risposta superficiale dicendo, …no quello da ragazzo recitava in teatro! Quindi gli sono rimaste quelle armonie, quelle gestualità. Non ci credo.
Sono piuttosto convinto che Ambrogio con questi versi tocca una felicità interiore o tende ad essa, ed ha la capacità di condividerla.
“Diventa ciò che sei!” dice una frase emblematica di Nietzsche, sintetizzando il concetto di individuazione proposto da Jung , padre della psicoanalisi.
La creatività non è un prodotto della ragione. La creatività è un prodotto della follia che ci abita. Con la ragione non si crea niente neanche una poesia, perché la ragione è un sistema di regole utile che serve per intendersi e per prevedere i comportamenti.
Ambrogio è diventato Ambrogio quando è uscito dai modelli imitativi e dagli obblighi sociali. Quella che propriamente è una ricognizione di se, qui c’è tutta la cultura greca alle spalle di questo concetto, l’oracolo di Delfi diceva: conosci te stesso . La prima condizione per diventare se stessi e quella di conoscersi e conoscere le proprie potenzialità. La Virtù di Ambrogio è la capacità di far fiorire, tirar fuori ciò per cui è nato.
Idee un po’ pallose, mi dirai tu lettore, ma sono l’unica strada attraverso la quale mi spiego il tutto. Concludo dicendo che se davvero diventi te stesso al di là dei modelli che vuoi imitare, al di là delle belle cose che ti vengano fatte vedere, se riesci a diventare te stesso, allora toccherai la felicità. Non bisogna essere come gli altri , ma non bisogna essere neppure eccessivamente eccentrici perché non
bisogna confondere l’individuazione con le cento città, ma quello di diventare se stessi è condizione primaria per salute e serena felicità.
Fonte : PositanoNews.it