Calendario alla mano, non mancherà chi farà notare che la Giornata della Memoria cade inequivocabilmente il 27 gennaio e non il 26 ma, prima di acclamare all’errore o alla confusione, va spiegata tale scelta, motivata con una ragione che non è casuale.
Se il leitmotiv di questa giornata emblematica da ogni punto di vista è appunto nella memoria, Ravello el’ Amministrazione Comunale, hanno ovviamente pensato che non può esserci memoria più autentica se non in chi “è arrivato dopo”, in chi è testimone di gesta, azioni, aneddoti, leggende, racconti, coraggio, sangue ed eroismo. E le nuove generazioni, i ragazzi delle scuole di Ravello, venerdì 26 gennaio 2018, giorno infrasettimanale, saranno appunto presenti per unirsi in una giornata che sarà memorabile in tutti i sensi.
La liturgia di una celebrazione del coraggio, quello vero, quello che pur conoscendo gli ostacoli, va oltre, rimbalzando, alzando la gamba un po’ più in alto per sorpassarli, è ciò a cui venerdì parteciperanno autorità e cittadinanza di Ravello. Divise, di tutti i generi, divise ed abiti clericali, partiranno dal Duomo di Ravello per poi dirigersi in processione al Monumento dei Caduti sito in piazza Fontana Moresca e riporre la tradizionale corona ai Caduti.
Il Silenzio suonato da un trombettiere ed un picchetto dell’esercito faranno il resto.
Basterebbe questo a rendere il tutto unico, emozionalmente febbrile dal punto di vista storico ed umano.
Ma non basta, perché Ravello non si accontenta facilmente.
Si è detto di nuove generazioni, di scuole, di bambini, ai quali la storia va non solo insegnata, raccontata, ma fatta amare e, talvolta, per rendere un racconto più amabile, basta renderlo concreto, vicino, quasi familiare. E’ storia, soprattutto di coraggio, quella che ha visto protagonisti tanti soldati appartenenti alla nostra terra durante le due guerre, e morti altrove, trucidati in Paesi dei quali magari si avevano un sentore lontano e sconosciuto, timore ed incertezza totale della localizzazione geografica, della lingua e delle condizioni climatiche. Alle dieci e venti di venerdì 26 gennaio, la pancia tutta musica ed eventi dell’Auditorium Oscar Niemeyer di Ravello, si aprirà alla presentazione dell’Albo d’Oro ai Caduti di Ravello, primo volume dedicato a chi ha abbandonato i terrazzamenti e le vie a noi tanto care, imbracciando un’arma ed indossando una divisa.L’opera, realizzata da Antonio Schiano di Cola, con prefazione del Generale di Divisione dello Stato Maggiore dell’Esercito, Giuseppenicola Tota e postfazione del Tenente Colonnello ravellese Giorgio Di Palma, non è soltanto un’antologia dedicata al coraggio,ma anche una ulteriore prova che c’è un solo modo per rimanere nella storia ed è quello di credere in un ideale,fino in fondo, fino a guardare in faccia la maschera della morte senza indietreggiare di un passo.
Sarà struggente il confronto fra presente e passato, lo stupore di un elenco di cognomi familiari caduti a migliaia di km dai nostri tornanti, leggere la curiosità dei bambini, la consapevolezza dei più anziani perché è il giorno della memoria, celebrato a Ravello con un giorno di anticipo. Ma il coraggio non ha una data di nascita, di morte: tocca una vita, la permea e la distingue per sempre.
Il coraggio ha i contorni che ha l’Universo, e non ci è concesso di provare a tracciarne il punto di inizio, o quello di fine.
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