Glass, il nuovo film diretto da M. Night Shyamalan, è nei cinema al Delle Rose…
Glass, il nuovo film diretto da M. Night Shyamalan, è nei cinema al Delle Rose a Piano di Sorrento . Ed è un seguito di Unbreakable – Il predestinato, che uscì nel 2000, e di Split, che uscì nel 2016. Solo che quando Split uscì nessuno sapeva che era un film collegato a Unbreakable – Il predestinato: lo si capiva solo all’ultima scena. Per vedere Glass – in cui recitano James McAvoy, Bruce Willis e Samuel L. Jackson – è quindi consigliabile aver visto i due film precedenti. Oppure leggersi le prossime righe.
Unbreakable – Il predestinato parlava di un uomo – David Dunn, interpretato da Willis – che sopravviveva a un incedente ferroviario e inizia a credere di essere “indistruttibile”. Peccato che alla fine scopriva che a causare di proposito l’incidente, che avevano causato la morte di molte altre persone, era stato Elijah Price, interpretato da Samuel L. Jackson. Price, noto come l’Uomo di Vetro, era il contrario di Dunn: era fragilissimo e proprio per quel motivo voleva trovare qualcuno che fosse il suo opposto e per trovarlo aveva deciso di far morire diversi innocenti. Alla fine del film Dunn scopriva tutto e Price finiva in manicomio.
In Split, James McAvoy interpreta un personaggio che ha un disturbo dissociativo dell’identità: ne ha almeno 23 e nel film se ne vedono nove. Il film finiva facendo capire che il personaggio di McAvoy viveva nella stessa realtà di Price e Dunn.
Glass, nei cinema di oggi, parla di una sorta di sfida tra Dunn e il personaggio di McAvoy, in particolare con una sua personalità nota come “la Bestia”. Il tutto mentre si scopre che Price ha continuato per tutti questi anni a “tramare nell’ombra”. Però è un film di Shyamalan e, come hanno dimostrato i precedenti, molte cose sono spesso diverse da quello che sembrano.
Shyamalan – che ha 48 anni ed è un regista statunitense di origini indiane – è infatti noto per i suoi film originali, bizzarri e intriganti. A volte riescono benissimo, altre meno. Tra quelli meglio riusciti ci sono Il sesto senso, The Village e Signs. La principale caratteristica dei suoi film è comunque una grande attesa – piena di dubbi e cose poco chiare – prima di un finale sorprendente, che scombussola e ribalta tutto quello che si è visto.
Glass non è piaciuto molto ai critici: in genere è stata apprezzata la forma (intesa come regia, fotografia e recitazione) e un po’ meno la trama. Il Metascore medio del film (un voto dato facendo la media tra le principali recensioni dei critici americani) è 41 su 100. Ma magari siete solo curiosi di vedere come si incastrano e come finiscono davvero Split e Unbreakable e quindi ve ne fregherete di cosa ne pensano i critici.
Il Dunn di Unbreakable è diventato “il Sorvegliante”, mantello nero e capellino, intento a seguire le tracce di Kevin, il killer con 24 personalità del film Split che, questa volta, ha rapito e incatenato quattro cheerleader. Dunn salva le ragazze, inizia uno spietato duello a suon di botte con Kevin, ma i due vengono fermati dalla polizia capitanata da una psicologa. Dunn e Kevin vengono rinchiusi in un manicomio dove è già “ospite” da tempo Elijah, l’uomo dalle ossa fragilissime di Unbreakable, immobile sulla sedia a rotelle, ma che con la mente riesce a fare cose incredibili. Compito della psicologa, che ha scoperto i loro punti deboli per poterli imprigionare, è spiegare ai tre “supereroi” che avere superpoteri è solo una loro convinzione. Ma i tre non sono dello stesso avviso. Il superhero movies che non ti aspetti, zeppo di twist e di capovolgimenti di fronte, con supereroi (rigorosamente made in Shyamalan) indeboliti e ricattabili. Abilità suprema della regia è quella di abitare in modo sinistro e ambiguo luoghi e spazi poveri e risicati, spingendo però al massimo la resa spettacolare. Lo showdown nel parcheggio del manicomio, invece di quello paventato in cima all’Osaka Tower, per mostrare al mondo la “stoffa” dei tre, è la cifra artigianale in sottrazione, significante e convincente di un blockbuster che fa marameo all’immortalità vuota di XMen e compagnia. Cameo (lungo) di Shyamalan in ferramenta.
Fonte : PositanoNews.it