Domenica 23 maggio 2021 l’Istituto Torquato Tasso, presieduto da Luciano Russo, in collaborazione con Vincenzo…
Domenica 23 maggio 2021 l’Istituto Torquato Tasso, presieduto da Luciano Russo, in collaborazione con Vincenzo De Martino e Salvatore Esposito e la ditta Russo Marmi saranno alla lapide presso la Rosa magra , per ricordare il grande scrittore. 115 anni fa si spegneva, all’età di 78 anni ,Henrik Johan Ibsen (Skien, 20 marzo 1828 – Oslo, 23 maggio 1906) è stato un drammaturgo, poeta e regista teatrale norvegese.
I FESTEGGIAMENTI DEL CENTENARIO NEL 2006 SI CONCRETIZZARONO IN UNA CONFERENZA VOLUTA DALLA FIDAPA.
Henrik Ibsen: dalla vita al teatro temi, testimonianze, interpretazioni
Event category: | Seminar/conference/lecture | |
Title: | Henrik Ibsen: dalla vita al teatro temi, testimonianze, interpretazioni | |
Organiser: | F.I.D.A.P.A. Penisola Sorrentina | |
Description: | CONFERENZA Relatori: Prof.ssa Ornella Prisco – Dr. Lucio Esposito |
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Event dates: | 12.05.2006 17:30 | |
Location: | SALA DELLA TARANTELLA HOTEL VITTORIA | |
Full address: | PIAZZA TASSO SORRENTO 80067 SORRENTO NAPOLI ITALIA Italy |
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Web address: | http://www.penisolasorrentina.info/news_-_sorrento/news_-_sorrento/conferenza_su_henrik_ibsen.htm |
ATTI DEL CONVEGNO del 1982 TRASCRITTI IN DIGITALE DA LUCIO ESPOSITO
ATTI DEL CONVEGNO SORRENTO 13 GENNAIO 1982 A CURA DI ENZO PUGLIA CON APPENDICE FOTOGRAFICA DI ANTONINO FIORENTINO COMUNE DI SORRENTO ASSESSORATO AI BENI CULTURALI
L’assessore ai beni culturali
Il centenario dell’opera Spettri del drammaturgo norvegese Henrik Ibsen ha fornito lo spunto all’Amministrazione comunale di Sorrento e segnatamente, all’Assessorato ai beni culturali per promuovere uno sforzo comune con le associazioni culturali della città. Uno sforzo che ritengo abbia dato risultati incoraggianti e lusinghieri e che dovrà essere d’esempio per il futuro. La stampa di questo libro, con gli atti del convegno ibseniano, vuole essere intanto la testimonianza tangibile del lavoro svolto e vuole essere intanto l’occasione per un bilancio della manifestazione che sia anche proiettato in prospettiva futura, bilancio che è stato affidato ad un giovane operatore culturale sorrentino. Ai positivi risultati ottenuti dall’iniziativa a Sorrento va comunque aggiunto il ponte ideale che ha coniugato la Norvegia, patria anagrafica di Ibsen, all’Italia, che ne fu la patria elettiva. La visita dei rappresentanti di Skien e dell’Ambasciatore norvegese in Italia alla nostra città è stata infatti ricambiata, nel settembre di quest’anno, da una delegazione sorrentina di cui anche chi scrive ha fatto parte, Dire che l’accoglienza e l’ospitalità ricevute sono state squisite farebbe probabilmente ancora torto ai nostri amici nordici, prodigatisi in mille modi per rendere piacevole il soggiorno nelle terre del nord a noi, inguaribilmente innamorati del sole del sud. L’orgoglio che essi hanno mostrato conducendoci in visita ai loro tempestosi ma straordinari fiordi, ancora vividi di saghe vichinghe, è stato forse superiore a quello che noi stessi provammo quando li Conducemmo a visitare la nostra penisola. Ma pari è stata la commozione e perchè no? L’orgoglio che ha invaso indistintamente Italiani e Norvegesi quando la visita degli ospiti sorrentini ha avuto il suo momento culminante nella rappresentazione di Spettri .Se all’operadel grande drammaturgo furono infatti essenziali i grigi e tremebondi fiordi norvegesi, non meno giovevoli si rivelano le nostre coste serene,baciate dal sole. Il rapporto stabilito con la città di Skien non si esaurirà al punto in cui è giunto.Altre forme di collaborazione e di scambio culturale sono state concordate nel corso del nostro viaggio.La verifica dell’attuabilità e dell’utilità di tale forme è affidata, negli anni futuri, ai giovani e agli operatori culturali che dovranno essere i principali protagonisti. Prof Antonino Fiorentino
Le manifestazioni ibseniane si sono svolte col patrocinio del Ministero del Turismo e dello Spettacolo, dell’Assessore ai Beni Culturali della regione Campania, dell’assessorato alla Cultura dell’Amministrazione provinciale di Napoli.
Si ringrazia per la loro fattiva e preziosa collaborazione l’Ass. Culturale Kopeteatro, l’ass “Ti-EMME-PI “, il Centro Culturale .Capasso, il cinefoto Club -Sorrento, l’Istituto di Cultura T.Tasso.
BILANCIO E PROSPETTIVE DI UN CENTENARIO
Devo mio malgrado confessare che, quando fui invitato a prender parte alla riunione del comitato per il centenario degli Spettri ibseniani, non fui propriamente entusiasta :Troppo dubitativo dell’attualità e della fortuna di Henrik Ibsen presso il grande pubblico dei nostri giorni per credere che un’accademica ripresa del suo capolavoro, in chiave strettamente celebrativa, potesse in qualche modo giovare ad una riscoperta e alla vita culturale di Sorrento. Mi piacque comunque l’idea di fondo che ispirava l’iniziativa: unire cioè le potenzialità e le forze delle numerose ma isolate associazioni culturali e teatrali della città per dare vita ad una manifestazione articolata che riscuotesse il nostro torpore nei confronti dell’arte del palcoscenico: Se è infatti vero che non di rado si alternano nelle nostre sale rappresentazioni di buon livello, è anche vero che quelle sale rimangono spesso semivuote e che proprio gli spettacoli maggiormente meritevoli di un pubblico numeroso sono invece i più negletti. A rimediare l’iniziativa ibseniana oggi, a distanza di molti mesi, non posso fare a meno di considerarla pienamente riuscita, non solo dal punto di vista dell’instaurata collaborazione fra le varie componenti della vita culturale cittadina ma anche sotto molti altri aspetti. Rivivere la tragica vicenda di Elena Alving non si è infatti risolto -come temevo- in un gioco rievocativo bello quanto sterile, Ciò è potuto avvenire grazie all’angolazione ermeneutica e mimetica scelta dagli attori, non banale ,ne accademica, nella quale una serie di flash-backs ha fatto nascere nella psiche della protagonista quali che Savino amava chiamare I Ritornanti, privilegiando nel contempo un fecondo rapporto di chiaroscuro fra Nora, la fragile ma rivoluzionaria eroina di Casa di bambola , ed Elena, inflessibile ma sconfitta, L’evento scenico si è poi allargato ad una approfondita analisi, affidata ad alcuni dei migliori conoscitori di Ibsen, dell’opera del drammaturgo e in particolare, dei motivi che , separando Ibsen dalla Norvegia e avvicinandolo al nostro paese , determinano la fine della sua maniera”epica” e l’inizio del suo periodo migliore, quello ” borghese”, Gli esiti di tal indagine, esplicandosi nel breve ma intenso convegno ibseniano, compaiono or! a in questo libro obbedendo alla saggia norma che consiglia di pubblicare sempre i risultati di una seria ricerca scientifica. L’esperienza teatrale, meglio la definirei”culturale “, vissuta a Sorrento si è inoltre estesa ad un pubblico vasto e difficile(perchè curioso) quale quello degli studenti, messi a contatto diretto, mediate opportune sollecitazioni, col duro lavoro che precede una messa in scena e che le tiene poi dietro sotto le mutate forme della critica estetica. L’evento scenico e il suo commento erudito hanno avuto infine una Cornice gravida di ulteriori sviluppi nella visita(ricambiata) di una delegazione di Skien, città natale di Ibsen, a Sorrento. Le Manifestazioni per il centenario degli spettri si sono in tal modo dimostrate un notevole “Fattore” di cultura e di ricerca e in esse ha trovato esplicita applicazione un concetto che ha avuto di recente un convinto e autorevole assertore in Antonio Ghirelli sulle colonne dell’unico quotidiano napoletano e che mi sento di condividere pienamente , una volta riconosciuta l’irrealizzabilità storica dell’industrializzazione del Meridione, tanto insistentemente richiesta e solo raramente (mal) attuata. La nostra vera e più fruttuosa industria va individuata -secondo Ghirelli- nell’iniziativa intellettuale e in un turismo che non sia più la mera e stanca riproposta dei nostri beni ambientali, artistici e culturali tout court o anche la loro scoperta ex novo come avvenne col ritrovamento del bronzi di Riace e come potrebbe a mio parere avvenire nel caso, pur diverso per tanti aspetti, di uno scavo della Villa dei Papiri di Ercolano. Un turismo che si identifichi insomma con! l’iniziativa intellettuale trasformandosi in produzione ,offerta e fruizione di cultura, in Incentivo al dibattito scientifico, che sfoci nella creazione e nel perfezionamento di intellettuali e operatori capaci di inserirsi con naturalezza nel mondo dell’arte e dello spettacolo come pure in quello della ricerca scientifica e nei rami più giovani della tecnologia moderna quali
cibernetica, la telematica e l’informatica.
Nel quadro generale di questa auspicata e più accorta politica culturale(e
turistica) nel meridione,un ruolo per forza di cose limitato ma egualmente
vitale dev’essere svolto anche dagli operatori culturali della Penisola
Sorrentina.
Senza soffermarmi su forme e occasioni contingenti, direi che nostro dovere
fondamentale è la protezione del territorio e la tutela dei suoi tratti più
notevoli, non solo dal punto di vista archeologico( il che ù piuttosto ovvio )
ma anche, e soprattutto, dal punto di vista ecologico e urbanistico. Non solo il
rudere dev’essere tutelato ma anche la morfologia e la funzione storica dei
luoghi, già troppo sconvolti da anni di vandalismi edilizi. Nel contempo, è
necessità ineludibile un accurato inventario dei nostri beni culturali(
archeologici, librari, architettonici, pittoriche via dicendo) per garantire la
loro salvaguardia e fruibilità.
A questo lavoro di tutela, di catalogazione e di divulgazione, necessariamente
lungo e difficile ma da considerare improcrastinabile, si deve affiancare a
breve scadenza e in un ambito più specifico, lo studio( oggi per la prima volta
sistematico e cosciente) della nostra storia e degli autori e degli eventi
artistici e culturali che hanno caratterizzato in passato la vita della penisola
sorrentina. Gli strumenti indispensabili per condurre questo studio dovranno
essere forniti dalle biblioteche pubbliche , purtroppo ancora di scarsa utilità
nella nostra zona, e sopratutto di quelle private, spesso doviziose di fonti
importantissime e altrove irreperibili. Le forme nelle quali potranno
esplicitarsi le ricerche compiute sono infine da individuarsi nella
pubblicazione di riviste specializzate(di cui già esiste un buon esempio) e nel
rinnovarsi di iniziative simili a quelle legate al centenario degli Spettri di
Ibsen e ad altre manifestazioni dello stesso tipo svoltesi in pa!
ssato.
La vita culturale di Sorrento fu legata per lo più (ma non solo) ai numerosi
viaggiatori stranieri e italiani i quali vollero godere, specie fra il
settecento e l’Ottocento, del suo ambiente sereno e irreale, certo provinciale
ma non ancora disincantato e distratto quale oggi. Un ambiente in cui fatti e
personaggi sembrano essersi volutamente intrecciati intorno a un ideale asse
storico, dando appuntamento nello stesso luogo ma non nello stesso tempo come
fecero, per esempio Ibsen e Paul Heyse nella “Pensine degli Artisti”, o come
fecero Ibsen e Gianbattista de Curtis, il pittore e canzonettista autore di
Torna a Surriento, che dipinse di spettri alati la stanza dell’Hotel Tramontano
che fu del vate nordico, o come capitò infine a Ibsen e Roberto Bracco,
l’indimedicato uomo di teatro morto a Sorrento nell’aprile del 1943, il quale
dettò la bella epigrafe (mai murata) che avrebbe dovuto ricordare la fatica
sorrentina del grande norvegese.
L’elenco delle personalità di spicco che soggiornarono a Sorrento si potrebbe
allungare a dismisura. Basterà citare solo alcuni nomi fra i più significativi;
poco lontano dall’Hotel Tramontano, scendendo verso l’antico e solenne portale
greco della marina Grande, sorge la sontuosa villa che durante la seconda guerra
mondiale ospitò uno dei maestri dell’estetica moderna :Benedetto croce. A
Sorrento, Croce era stato preceduto, nel1876,da un geniale indagatore dello
spirito della tragedia greca : Friedrich Nietzsche, ancor giovane professore di
filosofia classica a Basilea, giunto nella terra delle sirene contemporaneamente
al suo amico e possente nume ispiratore Richad Wagner.
Esplorare l’opera di questi e di tantissimi altri artisti pensatori e ricercare
i legami evidenti e, più ancora, quelli nascosti che li congiungano alla nostra
terra è un compito ancora tutto da assolvere, che richiede acume critico e
sensibilità. Di fronte alla serietà e alla vastità di tale impresa, non ci si
può fermare, come troppe volte è accaduto in passato, al semplice gesto
rievocativo, pur indispensabile, di dettare una lapide o pronunciare un discorso
di circostanza: occorre privilegiare la ricerca scientifica su autori ed opere
impiantandola saldamente nell’humus dell’analisi storica.
Sotto questo aspetto, l’esperienza vissuta durante le giornate ibseniane va
considerata paradigmatica, pur riconoscendo i limiti e l’indubbia
perfettibilità;ad essa bisognerà continuamente rifarsi in avvenire cercando di
migliorarla ed approfondirla. Apprezzato e, anzi,indispensabile sarà l’impegno
degli studiosi che, come quelli i quali forniscono il loro gradito contributo a
questo libro, vorranno venire a Sorrento a discutere, a confrontarsi, ad
aggiornarsi e (perchè no?) a trascorrere il loro “otium” , rinnovando così una
tradizione antica e bella che vuole la nostra terra, non a caso la terra delle
sirene, impareggiabile ispiratrice di poeti e pensatori e noi, suoi abitanti,
magnifici amfitrioni.
Enzo Puglia
ATTI DEL CONVEGNO
I DISCORSI DELLE AUTORITA’
IL SALUTO DEL SINDACO DI SORRENTO
Sorrento sospende la sua attività economica e amministrativa per una parentesi
culturale.
Ce la impone Henrik Ibsen, sommo poeta norvegese, il quale amò l’Italia e
Sorrento e creò i presupposti per questo “gemellaggio culturale ” che unisce la
nostra città alla sua Skien.
Egli certamente non poteva immaginare, cento anni fa, che i suoi Spettri, oltre
che varcare i confini di tutti gli stati sulle ali della sua poesia, potevano
far incontrare i fortunati abitanti di questa incantevole terra con i suoi
connazionali, eredi legittimi della sua fama.
A Sorrento Ibsen, fra il tripudio delle energie della natura, trovò ” la forza
per il più umano dei suoi drammi e per l’ultimo tocco alla più vasta delle sue
ironie”, realizzando il tentativo di cogliere l’essenza della vita pervenendo
all’intimo significato delle cose.
Egli, nel sole di questa nostra costa, intuì che anche la gioia più realizzarsi
sulla terra, comprendendo come sia beffarda la malignità del destino che sprona
a combattere per raggiungere la vittoria sulle terrene e fatue cose.
Sorrento, approdo dell’incantesimo per i geni che nell’Ottocento la cercavano
per la celebrazione del bello, accolse Ibsen “pellegrino del Nord” ispirandogli
versi drammatici, melodici ed armonici.
Sorrento, oggi, rievoca il centenario della composizione degli Spettri, nella
certezza di riprendere un dialogo che , eventi bellici e uno sviluppo
modernistico e tecnicistico, avevano interrotto.
Cominciando da uno dei paesi più a Nord si creeranno sicuramente le premesse per
uno sviluppo di incontri che, nel ricordo del secolo scorso, inviteranno gli
“amanti” della nostra penisola a ritornare in questi luoghi ispiratori di poesia
e di amore.
Appare quasi una piacevole coincidenza del destino che, quest’anno, noi
festeggiamol’80 anniversario della nostra Torna a Surriento, quasi a legarci di
più. La poesia e la melodia della nostra canzone si sposa ai versi di Ibsen,
quasi a voler ispirare a noi un abbraccio culturale che ci unisca per continuare
nella nostra vita la ricerca del bello che conduce alla pace ed all’armonia.
Nel rivolgere un caloroso saluto agli ospiti norvegesi, esprimo l’augurio che
nella “nuova scia” di Ibsen si sviluppi l’amicizia fra le nostre popolazioni,
proiettata al conseguimento degli ideali di amore e di facino nei quali sarà più
facile incontrarci nel futuro e consegnare ai nostri figli la fiaccola che Ibsen
accese cento anni fa.
Antonino Cuomo
IL SALUTO DELL’ASSESSORE AI BB.CC. DI SORRENTO
Se si tentasse,tornerebbe interessante, oltre che utile, un catalogo delle opere
ispirate dalla terra sorrentina e vive di quel particolare incanto di poesia
balenato tra gli scogli delle Sirene e le grotte di Armida. Autori in scarsa
vena, loro malgrado rassegnati a leggere piuttosto che ha scrivere,
troverebbero, in codesto catalogo, una ragione ulteriore per fare di Sorrento la
dimora in ogni tempo serena delle Muse e per rinnovarvi, dal canto loro, la
splendida stagione letteraria inaugurata da Swimburne e provvisoriamente
conclusa da Gide, cui la nostra città deve la sua dimensione, se non addirittura
il suo ruolo europeo. Non un risanamento, bensì un rinascimento occorre perchè
sia non già dimenticata ma guarita ogni più o meno recente ferita.
Nell’epistolario di Toqueville e nei diari di Gregorovius, nei racconti di
Turgenev e nelle canzoni di Heyse è tracciata, in tal senso, più di una via. Ma
non sono le sole, sebbene le più accessibili e forse, familiari al nostro modo
di essere e di pensare. A Sorrento visse e scrisse felicemente anche Enrico
Ibsen, entusiasta, come egli confessò alla suocera Maddalena Theresen, di un
clima, anche umano, che aveva restituito”creatività alla volontà”, e prometteva
altri miracoli. La figura e l’opera di Ibsen sono, purtroppo, poco e male
conosciute, non solo a Sorrento. E paradossalmente, i motivi per lo più addotti
a giustifica della scarsa diffusione del teatro ibseniano in Italia, denunciano
un’imperdonabile ignoranza dei testi. Gran parte di questa mancata familiarità
deriva dall’atteggiamento di tanti addetti ai lavori, i quali, affrontano
l’argomento Ibsen, muovono da una precostituita catalogazione, di reminescenza
scolastica, secondo la quale Ibsen è rappresent!
ante di una scuola nazionale, allo stesso modo di Edward Grieg, esponente
maggiore della musica norvegese. Il termine “scuola nazionale” non è una novità.
E’ di per se indicativo di una limitazione, che vede l’artista impegnato
piuttosto sul versante interno, che internazionale della sua opera. Accade
frequentemente, così, di partire con il piede sbagliato e di leggere Ibsen o
(che è lo stesso) di ascoltare Grieg con la certezza di trovarvi quel che Gino
Doria amabilmente definiva “colore locale” che di quanto arricchisce l’opera di
brio di tanto la depaupera esteticamente. Da tali premesso, cui si aggiunge una
lettura poco attenta e convinta,è nata la presunta quanto erronea estraneità del
teatro ibseniano alla cultura italiana, che ha ribadito quanto veramente
“locale” sia talvolta. Ma il contatto con gli Spettri, spogliato di questi
pregiudizi superficiali e distorti, magari lumeggiato dalle lettere del
drammaturgo da Sorrento, più rivelarci un Ibsen finalmente sv!
incolato dal vieto legame con istanze di una cultura asfittica e provi
nciale, sentita se denunciata come limite intollerabile.
La tentazione di affermare che la vivacità e il clima di Sorrento possono aver
influenzato la concezione degli Spettri è, per un sorrentino come me,
naturalmente forte. Non mi soffermerà neppure sulle lodi che alla nostra civiltà
ed al nostro costume intona il grande norvegese. Mi limiterei, invece a
formulare la speranza che le iniziative concertate di comune accordo con la
città di Skien possono contribuire ad una maggiore e più genuina conoscenza
dell’opera ibseniana in Italia e che, nella comune ammirazione per l’opera del
drammaturgo,si possa instaurare una collaborazione fervida e degna del passato
di Skien e di Sorrento.
A suggellare questo primo atto di future intese mi sembra che sia stata scelta
Fonte : PositanoNews.it