Il tratto di costa tufacea più bello. Quello tra Meta e Piano con Ciro Ascione degli Amici del Mare

24 Agosto 2024

Il Maestro del Mare: Storia di Ciro, l’Artigiano delle Stelle MSC Buongiorno ai lettori di…

Il Maestro del Mare: Storia di Ciro, l’Artigiano delle Stelle MSC

Buongiorno ai lettori di Positano News! Oggi, sabato, ci immergiamo in una storia affascinante dalla nostra meravigliosa costa, accompagnati da amici del mare e da un comandante speciale. La nostra visita ci porta a scoprire un personaggio unico, un maestro fabbro ferraio che ha lasciato un segno nel mondo delle grandi navi da crociera.

Chi di voi ha mai notato quelle enormi stelle sulle navi della MSC? Quella grande stella bianca con la scritta “MSC” al suo interno, che troneggia sui fumaioli delle maestose imbarcazioni? Bene, oggi sveliamo l’autore di queste creazioni: Ciro, un tecnico di grande talento che, nel silenzio di un piccolo garage, ha realizzato qualcosa come 19-20 di quelle coppie di stelle, che molti hanno visto attraversare la penisola sorrentina.

Ciro, con la sua maestria e pazienza, ha realizzato queste opere d’arte metallica, unendo precisione e dedizione. Ogni stella è come un gioiello per lui, un ornamento perfetto come gli orecchini che completano la bellezza di una donna. Con i suoi pantografi e strumenti di lavoro, è riuscito a realizzare ogni stella nelle dimensioni perfette per ogni fumaiolo, rispettando le richieste che arrivavano direttamente da Ginevra.

La storia di Ciro è affascinante: dopo una vita passata in un settore completamente diverso, nella conduzione dei treni della Vesuviana – una tradizione di famiglia ereditata dal padre – ha saputo reinventarsi e trovare una nuova passione nell’artigianato navale. La sua carriera, che ha visto il passaggio dalla conduzione ferroviaria alla fabbricazione di elementi simbolici per navi, è un esempio di come la vita possa sempre riservare sorprese e nuove sfide.

Oggi, mentre qualche capello bianco inizia a fare capolino, Ciro continua a lavorare nell’officina insieme al figlio, che ha seguito le orme del padre. Tuttavia, il tempo degli “stelloni” è passato: ora si dedicano a lavori più delicati, legati agli ambienti interni delle navi da crociera, arricchendo quei luoghi di dettagli eleganti e raffinati.

In conclusione, siamo tre volte fortunati: primo, per essere nel cuore della nostra meravigliosa terra; secondo, per poter ascoltare queste storie che ci riportano ai valori dell’artigianato e del lavoro ben fatto; e infine, per aver incontrato Ciro, un maestro il cui lavoro continua a navigare per i mari del mondo, portando con sé un pezzo della nostra tradizione e passione.

Un Ritorno alla Radici per Ciro: Storia, Memorie e il Mare di Meta

Ciro, è vero che quando eri ragazzo venivi qui a giocare a pallone? Questo luogo, così intriso di storia e memorie, ti ha visto crescere e ora, dopo tanti anni trascorsi lontano, sembra quasi un ritorno a casa. Per noi è un privilegio ascoltare la tua storia, una storia che intreccia l’infanzia, il lavoro fuori e il meritato relax che oggi ti concedi con la barchetta e gli amici del mare.

Meta, con le sue colline alle spalle e il mare davanti, è un luogo che nasconde racconti antichi. Uno di questi riguarda il famoso rivolo d’acqua dolce, che un tempo scorreva impetuoso e che oggi ha cambiato volto. Questo rivolo, insieme alla sorgente che sgorgava sotto l’antica centrale elettrica, ha modellato la spiaggia di Meta, trascinando nel corso dei secoli detriti e sabbia dalle colline sovrastanti, come quelle di Arola e Lavinola.

Questa spiaggia, un tempo chiamata “Spiaggia del Purgatorio”, era un luogo vivace e attivo, dove si costruivano barche e si dava vita alla cantieristica locale. Tuttavia, l’intervento dell’uomo e le correnti marine, specie dopo la costruzione del porto, hanno modificato profondamente il paesaggio, spostando la sabbia e facendo scomparire gran parte della spiaggia. Restano solo pochi ruderi, ma la memoria di quel fervido lavoro e della chiesa del Purgatorio, attorno alla quale si raccoglievano le donne in preghiera per i loro mariti in mare, è ancora viva.

Oggi, il quadro che adornava quella chiesa si trova nel cimitero sotto al cappellone, mentre altre testimonianze come il paliotto dell’altare sono custodite nella sacrestia di Santa Maria del Lauro. Altri piccoli frammenti di quella storia, come statuette e reliquie, sono stati salvati e continuano a raccontare una parte importante della vita economica e sociale di questo luogo.

Ma torniamo al pallone. Si dice che proprio seguendo il corso d’acqua del rivolo, si sia scoperta una necropoli antichissima nei pressi della Trinità, la più antica della penisola, risalente all’epoca eneolitica. Secondo l’archeologo Mario Russo, questi primi abitanti salivano lungo il corso del rivolo, seguendo la sorgente d’acqua dolce dalla montagna, fino a stabilirsi in quella che oggi conosciamo come Meta.

Le tracce di questi abitatori antichi si trovano non solo nei resti di una fornace per ceramiche, legata alla cultura del Gaudo di 3200 anni fa, ma anche nei tratti ricostruiti di uno scheletro caucasico dalle caratteristiche mediorientali. È affascinante pensare come tutto sia nato da un filo d’acqua che ha guidato gli uomini fino a queste terre.

E così, in un certo senso, Ciro, il tuo ritorno a Meta e al mare con la tua barchetta si collega a quella storia antica. Un cerchio che si chiude, fatto di ricordi, tradizioni e una forte connessione con il passato. Una storia nella storia, dove ogni elemento, dall’acqua alle colline, racconta qualcosa di te e del luogo che chiami casa.


Il ritorno alle radici: una storia di mare, memoria e cultura. Incontro con Ciro Ascione 

Meta di Sorrento, un piccolo angolo della Penisola Sorrentina, racchiude in sé storie che si intrecciano tra passato e presente, tra il lavoro e il riposo, tra la fatica e la bellezza del mare. Questo articolo racconta il ritorno di chi, dopo aver vissuto lontano per anni, riscopre la terra delle proprie radici e si concede finalmente un meritato relax.

Il protagonista di questa storia è un uomo che ha trascorso l’infanzia a Meta, per poi dedicare la sua vita al lavoro altrove. Ora, il richiamo della terra d’origine è diventato irresistibile. Con gli amici di sempre, si concede lunghe giornate in barca, cullato dal mare che ha sempre amato. Tuttavia, il ritorno non è solo un’occasione di svago, ma anche di riflessione su ciò che questa terra ha rappresentato nel corso dei secoli.

La spiaggia del Purgatorio, un tempo viva e operosa, oggi è solo un ricordo. I ruderi che ancora si intravedono testimoniano la presenza di una chiesa e di un fervido cantiere navale, dove generazioni di artigiani hanno costruito barche. Quella spiaggia, così importante per lo sviluppo della cantieristica metese, è stata lentamente erosa dalle correnti e dall’intervento umano, fino a scomparire quasi del tutto. La costruzione del porto ha alterato le dinamiche marine, sottraendo la sabbia e lasciando il mare a lambire le vecchie strutture, cancellando le tracce di una storia che meriterebbe di essere ricordata.

Tuttavia, alcuni frammenti di quel passato sono sopravvissuti. Il quadro della chiesa del Purgatorio, simbolo della fede delle donne che pregavano per il ritorno dei loro mariti pescatori, si trova ora nel cimitero locale. Il paliotto dell’altare, un’opera di marmo intarsiato, è stato invece preservato nella sacrestia della chiesa di Santa Maria del Lauro. Sono piccoli ma significativi tasselli di una memoria collettiva che lega questa comunità alla sua storia.

Il legame con l’acqua, che ha sempre caratterizzato Meta, va oltre il semplice aspetto marittimo. Non lontano da queste spiagge, scorreva un tempo un ruscello d’acqua dolce, elemento vitale per gli abitanti della zona. Questo corso d’acqua, che attraversava le colline, ha modellato il paesaggio e favorito la nascita della spiaggia stessa. E proprio seguendo il percorso dell’acqua, si scoprono tracce ancora più antiche di insediamenti umani.

Sul colle della Trinità è stata rinvenuta una necropoli risalente all’epoca eneolitica, la più antica della Penisola Sorrentina. Secondo le ipotesi dell’archeologo metese Mario Russo, i primi abitatori della zona seguirono il corso d’acqua verso l’alto, fino a stabilirsi in prossimità della sorgente. Sono state trovate tracce di una fornace per la cottura delle ceramiche, datata a circa 3200 anni fa, testimonianza di una civiltà che, attratta dall’acqua dolce, ha contribuito a modellare il territorio.

Il ritorno in questo luogo non è solo un viaggio fisico, ma anche un ritorno alle radici culturali e storiche. Meta di Sorrento continua a raccontare la sua storia, fatta di mare, di lavoro, di fede e di un legame indissolubile con la natura che la circonda. E in questo scenario, chi vi ritorna dopo tanti anni ritrova non solo la pace del presente, ma anche l’eco di un passato che non si è mai del tutto spento.

Generico agosto 2024
Generico agosto 2024
Generico agosto 2024
Generico agosto 2024

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Close
powered by SirenumLandCommunication P.IVA 05464860658 - info@sirenumlandcommunication.it
Close

Utilizzando e continuando a navigare su questo sito accetti l'utilizzo dei cookie da parte nostra. Maggiori info

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi