Si è concluso nella Biblioteca nazionale di Napoli l’anno dedicato a Juan Andres, partito con celebrazioni in Spagna e approdato a Napoli.
Positanonews con i suoi inviati ha seguito l’evento con video, interviste, foto e impressioni.
Nel 2017 si compiono due secoli dalla morte di Juan Andrés. La figura dell’Abate e la Scuola Universalista Spagnola del XVIII secolo sono stati oggetto di una grande mostra bibliografica presso la Biblioteca Storica Marqués de Valdecilla dell’Università Complutense di Madrid,realizzata in collaborazione con l’AECID. Si è pubblicata anche una serie di opere commemorative che si sommano ad altre anteriori già esistenti.
L’Instituto Juan Andrés de Comparatística y Globalización ha coordinato lo svolgimento dell’Anno Juan Andrés, che, dopo varie attività accademiche,la nomina postuma a “Hijo predilecto” del suo paese natale di Planes, così come la consegna del VIII ‘’Premio Juan Andrés de Ensayo e Investigación en Ciencias Humanas’’ corrispondente, concluderà a gennaio 2018 con una mostra e congresso che avranno luogo presso la “Biblioteca Nazionale di Napoli”, istituzione che è stata l’ultimo destino professionale di Juan Andrés.
Juan Andrés (Planes, 15 febbraio 1740 – Roma, 12 gennaio 1817) è stato un umanista e critico letterario spagnolo. Andrés, che scrisse le sue opere fondamentali originalmente in italiano, è considerato il padre della letteratura universale e comparata.
Nel 1767, con la cacciata dei gesuiti dalla Spagna, Juan Andrés, membro della Compagnia dal 1754, fu espulso dal Paese e si stabilì in Italia. Inizialmente risiedette a Ferrara, dove insegnò filosofia all’Università fino all’anno 1774, quando si trasferì a Mantova presso la famiglia del Marchese Giuseppe Bianchi in qualità di precettore del figlio. Nel 1782 pubblicò in italiano, come del resto quasi tutti i suoi scritti, il primo tomo della grande opera Dell’origine, progressi e stato attuale d’ogni letteratura, presso la stamperia di Giambattista Bodoni, a Parma. È del 1785 il suo primo grande viaggio attraverso la penisola italiana, che lo porterà a visitare città quali Bologna, Firenze, Pisa, Roma e Napoli, tour che ripercorrerà nei primi due tomi delle Cartas familiares indirizzate al fratello Carlos, traduttore allo spagnolo di quasi tutti gli scritti di Andrés. Le Cartas si arricchiranno dei resoconti di altri viaggi (Repubblica di Venezia, 1788, Lombardia, Piemonte, Liguria, 1791), pubblicati in altri 3 tomi delle Cartas familiares (tomi III-V, 1790-1793). Abbandonate le città del nord (Mantova, Parma) occupate dalle truppe napoleoniche, nel 1804 si trasferì a Napoli. Due anni più tardi, venne nominato prefetto della Biblioteca Reale della città. Nel 1816, divenuto cieco a causa delle conseguenze di un’operazione agli occhi, lascia Napoli per la casa Professa del Gesù di Roma, città in cui morì il 12 gennaio 1817.
Juan Andrés, personaggio di rilievo con Lorenzo Hervás y Antonio Eximeno della Scuola Universalista Spagnola del XVIII secolo[1], si distinse nel campo della storiografia e dell’erudizione letteraria. La sua opera maggiore, Dell’origine, progressi e stato attuale d’ogni letteratura, è la prima Storia Universale della letteratura. Per questo motivo, Juan Andrés è considerato il padre della moderna comparatistica[2].
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