Saviano (Na), Mauro Romano – Il fermento delle varie attività a carattere socio/culturali, nonché degli ambiti della cultura e dello spettacolo – così fatalmente intersecate le une con le altre – viene alimentato costantemente nella Città del Carnevale, con una serie di iniziative di ottimo livello. Tra queste certamente figura la Rassegna/Festival città di Saviano, giunta alla sua 14a edizione sotto l’attenta regia del patron Giovanni Palladoro che mette a segno consensi a raffica per la kermesse che si avvale del patrocinio della locale amministrazione comunale, della speciale compartecipazione della Città Metropolitana di Napoli e del Gruppo di Lavoro – Carmine Ciccone, Giacomo Simonelli, Mauro Romano – chiamato a impartire le direttive per ottimizzare la kermesse. Già il debutto della scorsa domenica è iniziato col proverbiale “Botto”, per merito della compagnia stabile di Sant’Anastasia di Antonio Merone che, nella presentazione dell’opera “Un turco napoletano” – categoria rassegna classici – si è avvalsa della prestazione del noto attore polivalente Nello Nappi. La seconda opera in cartellone – categoria rassegna inediti – verrà presentata il prossimo 17 dicembre, con inizio alle ore 18:00, presso l’accogliente struttura di via Falcone e Borsellino. Trattasi del lavoro “Tutta colpa del DNA” di Pietro Coppola, presentato dalla compagnia savianese “Gli Arco Iris” per la regia di P. Pacchiano. Il testo nasce dalla voglia di parlare in modo leggero di un tema di estrema attualità – l’omosessualità – senza eccessivi sentimentalismi. Lo stile è quello della classica commedia napoletana brillante, che pur dando ampio spazio a momenti di comicità, offre spunti di seria riflessione. La trama narra delle vicissitudini di una famiglia comune dei nostri giorni composta da un padre professore di filosofia, una madre casalinga dedita alla vendita di prodotti di bellezza e due figli, Feliciello e Sara. Le peripezie hanno inizio durante un pranzo, quando il figlio, brindando alla legge sulle unioni civili, dichiara la propria omosessualità e l’intenzione di sposarsi col compagno spagnolo che vive attualmente in casa, accolto dall’amico. Feliciello pensa che i suoi abbiano capito e che per delicatezza non affrontino l’argomento, aspettando che sia lui ad aprire il discorso. In realtà non è così! Anzi, il padre rimane distrutto dalla notizia e terrorizzato all’idea che la casa e gli averi di famiglia – attualmente di proprietà di uno zio vescovo, nunzio apostolico in Africa – possano sfumare quando l’uomo di chiesa appurerà la cosa. La paura iniziale viene smorzata da una riflessione sulla distanza che li separa e sull’età dello zio che potrebbe improvvisamente morire senza aver appurato nulla, e lasciarli, quindi, unici eredi. Ma così non avviene poiché una lettera annuncia l’imminente arrivo del prelato. L’iniziale paura viene superata dall’organizzazione di un piano che possa sviare lo zio dalla verità dei fatti, quando una serie di incidenti ed equivoci complicano le cose al punto di portare a galla la realtà. Al di là delle paure bigotte del capofamiglia, lo zio risponderà con lo stile dei santi. La conclusione come in ogni commedia è a lieto fine, ma ce ne vuole per appianare le cose! Il comitato organizzatore invita ad essere puntuali alle ore 18:00 in quanto, per questa messa in scena, si prevede il pienone. Ed anche perché si è scarsamente propensi a considerare ritardi che possano tardare fortemente l’inizio dello spettacolo. Un minimo di collaborazione e buona volontà non guasterebbe! Buon divertimento. (Mauro Romano).
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