VENERDI’ 23 MARZO 2018 – ORE 18.45 CHIESA DI SANTA TERESA – PIANO DI SORRENTO…
VENERDI’ 23 MARZO 2018 – ORE 18.45 CHIESA DI SANTA TERESA
– PIANO DI SORRENTO “VIA CRUCIS CON SANT’AGOSTINO” CON L’ARCICONFRATERNITA MORTE ED ORAZIONE
CANTI DELLA PASSIONE A CURA DEL M° ANNA MARIA GARGIULO E DELL’ENSAMBLE GENESI ALL’ORGANO IL M° ANTONINO DE ROSA
Figlio di un modesto possidente di religione pagana, Patrizio, e di madre cristiana, Monica, Aurelio Agostino nacque nel 354 d.C. a Tagaste, una piccola cittadina della provincia romana della Numidia. Studiò a Madaura, dove si dedicò alla retorica, e a Cartagine, dove, non ancora ventenne ebbe un figlio, Adeodato, dalla relazione con una concubina. Professore di eloquenza a Tagaste e a Cartagine, indirizzato alla filosofia dalla lettura dell’Hortensius di Cicerone, aderì alla setta del Manicheismo che approfondiva il problema della corruzione del mondo e del male morale e cosmico. Trasferitosi a Roma, si dedicò all’insegnamento della retorica e dello scetticismo. Dal prefetto Simmaco ottenne la nomina di professore a Milano, dove fu accolto dal Vescovo Ambrogio. Qui iniziò una nuova vita insieme alla sua donna ed alla madre. Per due anni seguì le prediche di Ambrogio ed in lui maturò una profonda crisi spirituale. La vita di Agostino fu una continua ricerca della verità e una continua lotta contro l’errore: era un uomo inquieto, e non si accontentava delle verità comode e consolanti. La lettura di San Paolo gli rivelò Cristo e la Sua grazia. Lasciata la cattedra, si ritirò a Cassiciaco, dove iniziò a scrivere i Dialoghi. Tornato a Milano, fu battezzato la notte di Pasqua del 387 dallo stesso Ambrogio. Nel 391 si è recò ad Ippona, dove, per acclamazione popolare, fu ordinato sacerdote dal vescovo Valerio, di cui divenne coadiutore e che poi lo consacrò vescovo, nominandolo suo successore. Svolse un’intensissima attività pastorale e di studio fino alla morte, continuando la predicazione, le discussioni pubbliche, gli innumerevoli scritti, ma specialmente le polemiche contro manichei, donatisti e pelagiani. Con Agostino giunse a piena maturità la filosofia cristiana ed in particolare la Patristica. Mentre Ippona subiva l’assedio dei Vandali, Agostino morì a 79 anni, nel 430. Le sue opere principali sono le “Confessiones”, il “De Civitate Dei” e i “Soliloquia”. Nella sua vita egli dichiara che non vuole conoscere nient’altro che l’anima e Dio e la sua teoria può essere sintetizzata in “Crede ut intelligas, intellige ut credas” e quindi intende che per capire, cioè per fare filosofia, é indispensabile avere fede, essendo due facce della stessa medaglia. Continuando una tradizione che dura oramai da anni, nell’approssimarsi della Settimana Santa, torniamo a Santa Teresa, per la “Via Crucis” questa volta con vecchio testo che attinge a piene mani, proprio agli scritti di Sant’Agostino, proponendo, passo dopo passo, pensieri sulla passione di Nostro Signore. La tematica riporta ad una sola grande verità: “Solo Dio può salvarci; tutto dipende da Lui: è Dio che per primo ci ha amati e ha dato se stesso per noi”.
CIRO FERRIGNO
Con gli occhi della vostra anima, contemplate le ferite di crocifisso, le sue cicatrici di risuscitato, il suo sangue di morente, ciò che egli guadagna con la sua fiducia, con quale scambio ci riscatta. Pensate al grande valore di tutto questo. Pesatelo al peso della carità. Sia confitto nel vostro cuore colui che, per voi, è stato confitto sulla croce. Bevi, dunque, anche tu che sei ammalato, il calice amaro, se vuoi essere sano…; non tremare, perché affinché tu non tremi, per primo lo ha bevuto il medico; cioè per primo il Signore ha bevuto l’amarezza della passione. Ha bevuto colui che non aveva peccato, che non aveva di che essere risanato. Gesù si avviò verso il luogo dove sarebbe stato crocifisso, portandosi egli stesso la croce. Quale spettacolo! Chi assiste a questo spettacolo con animo empio, non può che irridere il re che, invece dello scettro, porta la croce del suo supplizio; la pietà invece contempla il re che porta la croce alla quale egli sarà confitto, ma che dovrà poi essere collocata perfino sulla fronte dei re. Perciò la sua volontaria Passione è la nostra volontaria consolazione, in modo che, quando per caso, patiamo simili sofferenze, volgiamo gli occhi al nostro Capo e possiamo dire, ammoniti dal suo esempio, a noi stessi: Se Egli ha patito, perché non anche noi? Come Egli ha patito, così anche noi. La Chiesa è madre di Cristo. Maria l’ha preceduta come figura di essa. Maria è Madre di Cristo perché ha partorito le membra di Cristo. Prendi la croce e segui il Signore. La nostra croce che cosa altro significa se non la fragilità della carne? Non arrossire del nome di Cristo e lascia che ti si insulti perché credi in un Crocifisso, in un giustiziato. Si, proprio un giustiziato, ma senza l’effusione del cui sangue il chirografo dei tuoi peccati sussisterebbe ancora. Va a fronte alta quando ricevi oltraggi per Cristo. Non arrossire dell’ignominia della croce, ignominia che Dio stesso non esitò di affrontare per te e dì con l’Apostolo: “Lungi da me il gloriarmi d’altro che della croce del Signore nostro Gesù Cristo”. Se tu fossi caduto, considera la gravità della ferita, ma non ti faccia disperare la maestà del medico. Ora è tempo di misericordia. Hai peccato? Rialzati: la via non è ancora finita, non è chiusa la giornata, ancora non è spirato il tempo. Non disperare, dì piuttosto come David: “Abbi misericordia di me, o Dio, secondo la grande tua misericordia”. E Cristo venne non per punire i peccati, ma per perdonarli. Che cosa meritavi? Se interroghi la giustizia, trovi il castigo; interroga la misericordia: trovi la grazia. E perché egli si è ridotto così per te? Perché fosse curata la <causa di tutti i mali, cioè la superbia, si abbassò e si fece umile il Figlio di Dio Ma perché egli fu crocifisso? Perché il legno della sua umiltà ti era necessario. Infatti ti eri gonfiato di superbia, ed eri stato gettato lontano dalla patria. La via era stata interrotta dai flutti di questo secolo. Egli è venuto per riportarti di là. E che ha fatto? Ci ha procurato il legno con cui attraversare il mare. Nessuno infatti può attraversare il mare di questo secolo se non è portato dalla croce di Cristo. Anche se uno ha gli occhi malati, può attaccarsi al legno della croce. E chi non riesce a vedere da lontano la meta del suo cammino, non abbandoni la croce e la croce lo porterà. Credi nel Crocifisso e potrai raggiungere la meta. Perché muori, Signore? “Il mondo deve conoscere che io amo il Padre” Egli non aveva alcun motivo per cui fosse obbligato a morire, eppure va alla morte. E tu che porti in te la causa della tua morte, rifiuteresti di accettarla? Accetta dunque di soffrire con buon animo per i tuoi peccati ciò che egli si è degnato di soffrire per liberare te dalla morte eterna
Fonte : PositanoNews.it