L’ORIENTE INCONTRA L’OCCIDENTE è il titolo di un interessante mostra che si tiene a Roma, presso il Museo Nazionale di Palazzo Venezia dal 29 settembre 2017 al 28 gennaio 2018, sottotitolo: “La Via della Seta Marittima, dal XIII al XVII secolo”.
Nel II secolo a.C. l’emissario imperiale Zhang Qian aprì un canale terrestre che aveva come punto di partenza l’antica capitale Xi’An, e attraverso l’Asia centrale ed occidentale faceva sì che i prodotti cinesi arrivassero fino all’Occidente, in particolare i tessuti in seta, da cui il nome “Via della seta”.
Nello stesso tempo però, i mercanti cinesi, partendo dai porti meridionali della Cina, attraversando i Mari del Sud e l’Oceano indiano si spinsero sino alle coste dell’Africa orientale, commerciando lungo il percorso con i popoli del sud-est asiatico e dell’Asia meridionale ed infine con quelli africani, aprendo di fatto una Rotta commerciale marittima attiva ancora oggi.
Il termine “Via della Seta marittima”, assurse a dignità accademica, divenendo sinonimo di commerci ed interazioni amichevoli tra Oriente ed Occidente dal II secolo a.C. sino alla metà del XIX secolo.
Unitamente agli scambi commerciali, tra le popolazioni, nel tempo, sono evolute le relazioni sociali, culturali e spirituali, tra il XIII ed il XVII secolo anche le Religioni come l’Islam, l’Induismo ed il Cristianesimo, penetrarono in Cina, favorite dal fatto che durante le dinastie Yuan, Ming e Qing, i governanti adottarono strategie politiche totalmente inclusive, in cui il Taoismo autoctono, il Buddismo da sempre presente e le altre religioni convivevano insieme in armonia.
In epoca Tang cominciò ad arrivare in Cina, la chiesa nestoriana del Vescovo di Costantinopoli, che veniva chiamata Jing; all’epoca il cristianesimo nestoriano era molto professato nelle regioni occidentali dell’Asia; la religione cattolica invece fu portata dai francescani, e venne definita ”religione della croce” (Shizijiao).
Insieme ai mongoli, che si erano stabiliti nelle aree a sud del fiume Giallo, anche la “religione della croce” penetrò in questi grandi territori. Uno dei primi a portare la religione cattolica in Cina fu Matteo Ricci (1552-1610), egli nel 1582 da Macao entrò in Cina, da dove proseguì per Zhaoqing, Nanchino ed altri posti dove portò la sua opera missionaria e di predicatore, tradusse e compilò diverse opere scientifiche riguardanti l’Astronomia, la Matematica, la Geografia, influenzando notevolmente lo sviluppo delle Scienze Naturali in Cina.
LE ROTTE DI NAVIGAZIONE
La Cina possedeva una lunga tradizione nelle Scienze Nautiche astronomiche, durante la dinastia Han si sviluppò molto l’Astronomia Nautica, infatti era d’uso durante i viaggi marittimi, orientarsi grazie all’osservazione delle stelle.
A quel tempo, le imbarcazioni cinesi, navigavano nei mari del Sud della Cina e nell’Oceano Indiano, incontrando però difficoltà in caso di cielo coperto o di nebbia, tale situazione cambiò con l’uso della bussola, durante la dinastia Song.
Siccome la bussola si limitava ad indicare la direzione, e non la posizione della nave, si combinò con la Navigazione Astronomica; nel secondo libro di Gong Zheng dal titolo “La leggenda dei Paesi Stranieri”, si legge: “Attraversando l’Oceano, vasto come se fosse infinito, in lontananza il cielo ed il mare si uniscono. Intorno non si vedono segnali di terra. Il nascere del Sole e della Luna consentono determinare il Nord e l’Ovest, e con l’altezza delle stelle si misurano le distanze. Questo consentiva di “Tagliare il legno per la bussola” cioè rifasarla, e registrare lo scarto “Zhi Gan” .
LA FLOTTA DI ZHENG HE
La stele di Tian Fei Zhi Shen Ling Ying è comunemente chiamata “Stele di Zheng”, sull’iscrizione vi è la documentazione completa dei sette viaggi dell’Ammiraglio Zheng He, inclusa la durata, il numero di navi e l’equipaggio; vi sono indicati inoltre i nomi di 30 paesi d’oltremare.
La composizione di questa flotta consisteva di quasi un centinaio di imbarcazioni, con un personale ben equipaggiato di circa 27.000 unità, si trattava della flotta più grande a livello mondiale nel XV secolo, si contraddistingueva per la solidità delle navi e una magistrale gestione tecnica della condotta della Navigazione.
La flotta era costituita da due tipi di navi, quelle di grandi dimensioni erano lunghe 140,75 metri e larghe 57 metri, mentre quelle di medie dimensioni era lunghe 117,29 metri e larghe 47,55 metri. Le navi di dimensioni maggiori venivano chiamate “tesoriere”.
Nei suoi sette viaggi, Zeng He salpò dalla provincia del Jiangsu passando per il Fujian, Guangdong ed infine le isole del mar Cinese Meridionale; durante i primi tre viaggi , le navi della flotta si fermarono a Calicut (India), nei successivi tre viaggi invece fu traversato l’Oceano Indiano, giungendo alle coste arabe e in Africa orientale. Durante il terzo viaggio coprì 70.000 miglia nautiche, una lunghezza pari a più di tre volte il giro della Terra.
Per realizzare questi viaggi, fu necessario utilizzare carte nautiche di grande precisione e facilità d’uso.
Le carte disegnate per la flotta di Zheng He, sono raccolte nel libro “Wu Zhi Bei”, scritto da Mao Yuan Yi, esse erano solo quattro, ciò nonostante consentono la comprensione delle tecniche nautiche utilizzate ed il livello avanzato, in termini universali, dell’Astronomia Nautica cinese al principio del secolo XV.
Nel 1522 gli europei portarono a termine per la prima volta il giro del mondo, infatti il 6 settembre 1522: la Victoria, l’unica nave rimasta della spedizione di Ferdinando Magellano, ritornò con i suoi 18 uomini di equipaggio a Sanlúcar de Barrameda in Spagna, fu la prima nave a circumnavigare il globo terrestre. Magellano era partito dalla Spagna tre anni prima con una flotta di cinque navi e 234 uomini.
Tutti i paesi del mondo finalmente erano i contatto, l’artigianato cinese, il gusto estetico, le ideologie e la cultura furono introdotti in Occidente attraverso beni di esportazione come porcellane, seta e tè, la mostra propone i manufatti artigianali di numerosi fornaci dell’epoca.
Le cineserie ottennero una tale popolarità nel XVIII secolo, tanto da influenzare profondamente lo stile artistico europeo. Al contempo i missionari europei giunsero in Cina per diffondere la cristianità, ma anche le scienze e le nuove tecnologie, introducendo così nuove idee nella società e nelle arti orientali.
La mostra sottolinea due prodotti tipici della tecnologia europea che si diffusero in Cina: l’orologio a pendolo e la pressa tipografica di Gutemberg.
In Europa giunsero invece giunsero pezzi di arredamento ed anche oggetti minori come ventagli, scatole da cucito ecc. ambasciatori di stile, eleganza e raffinatezza che ebbero grande successo in Europa.
Nel XVII secolo, gli europei fusero la cultura cinese con lo stile Rococò all’epoca in voga, dando vita ad una nuova forma artistica che influenzò la produzione di ceramiche, la pittura, l’artigianato, l’architettura, i giardini e le arti applicate, a questo stile fu dato il nome di “Chinoiserie”.
Per quanto concerne la Botanica, oltre alle spezie, il tè si diffuse in ogni parte del mondo, parimenti furono introdotti in Cina, il mais, la patata e la patata dolce che si diffusero velocemente fino a diventare un elemento fondamentale della dieta e contribuendo all’incremento demografico delle popolazioni dell’Asia Orientale.
Lo scambio interessò naturalmente anche le pietre preziose, dopo i viaggi di Zheng He in epoca Ming, l’oro e le pietre preziose acquistate oltremare, divennero fondamentali per imperatori e membri dell’aristocrazia che utilizzavano fino ad allora rubini e zaffiri come ornamento.
L’incontro tra le due civiltà quindi ampliò gli orizzonti ed illuminò lo sviluppo delle scienze, della cultura e delle arti da ambo le parti, questo scambio è ben visibile ancora oggi.
LA VIA DELLA SETA AI GIORNI NOSTRI
Ai giorni nostri l’espansionismo commerciale cinese interessa tutto il mondo, quale grande potenza mondiale la Cina sta sviluppato tutte le linee navali commerciali, ad esempio i porti italiani di Genova e Trieste sono entrati a far parte del progetto cinese “One belt one road”, la nuova Via della Seta lanciata nel 2013 dal premier Xi Jinping.
Il progetto prevede lo sviluppo di corridoi marittimi e terrestri per connettere la Cina con l’Europa, con investimenti per centinaia di miliardi di dollari in infrastrutture, si tratta di un progetto a cui si lavora da anni e che ha già visto il coinvolgimento di molti paesi, come la Grecia, che ha venduto (qualcuno dice svenduto) ai cinesi il porto del Pireo, terminal per raggiungere i mercati dell’Europa centrale, ma anche il potenziamento del canale di Suez. Non sfuggano al lettore, i massicci investimenti cinesi in Africa.
Anche le nuove rotte artiche fanno parte dei piani di sviluppo cinese, accordi in tal senso sono intercorsi tra i paesi Artici del nord Europa e la Cina, che intenderebbe sviluppare questo corridoio naturale, per raggiungere i porti del Nord Europa, molto più breve rispetto a quello via Suez.
Luigi Russo
Riferimenti:
Actas do Seminario: “CIENCIA NAUTICA E TECNICAS DE NAVEGACAO NOS SECULOS XV E XVI”.
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