Le signore del barocco – Pittori donne nell’Italia del XVI e XVII secolo. E’ il titolo della…
Al centro dell’esposizione, c’è la figura di Artemisia Gentileschi (1593-1652), senza dubbio la più famosa pittrice italiana del Seicento italiano. MSK avvicina il suo lavoro a quello dei suoi contemporanei e si interessa anche alle arti applicate del tempo per evocare il contesto in cui questi artisti si sono evoluti.
Artisti femminili del XVI e XVII secolo
A Venezia, a Roma, a Napoli e a Bologna, le donne artiste del sedicesimo e del diciassettesimo secolo hanno innegabilmente un punto comune che le fa occupare un posto a parte nell’estetica del barocco. Queste donne avevano fatto dipingere il loro lavoro, e solo così stavano già gareggiando con i maestri e i loro laboratori.
Erano figlie, sorelle, mogli di artisti famosi o suore, e le loro opere presentavano una coerenza concettuale e formale all’interno della diversità degli stili del tempo. Con audaci interventi e brillanti scoperte espressive, hanno aggirato – senza intoppi quando necessario, con la forza, se possibile – le regole e gli usi dominanti imposti dalla Controriforma, il movimento di rinnovamento all’interno della Chiesa cattolica
Artemisia: la lotta contro l’autorità
Nei documenti d’archivio e nella letteratura, la figura di Artemisia Gentileschi (1593-1652) occupa un posto di rilievo. Come suo padre Orazio Gentileschi, Artemisia si era formato alla scuola di realismo drammatico di Caravaggio. Con il suo lavoro, ha gareggiato direttamente con i suoi colleghi maschi, e ha anche avuto evidenti successi.
Artemisia gradualmente salì al di sopra della sua condizione sociale e oggi simboleggia ancora la lotta contro l’autorità artistica: inizialmente contro l’autorità di suo padre, ma poi con una forza ancora maggiore contro la restrizione. la libertà generale era quella delle donne.
Una nuova interpretazione
Per capire meglio il lavoro di Artemisia, dobbiamo stare attenti a non sovra-interpretare certi eventi della sua vita, come il suo stupro come una giovane donna. In passato, la sua eccezionale posizione artistica è stata a volte associata troppo facilmente a queste storie.Attraverso la sua mostra, la MSK amplierà la discussione sulle circostanze in cui altre donne tardo-rinascimentali e barocche hanno vissuto e lavorato. Per Artemisia era lungi dall’essere l’unico a difendere la causa della “pittura femminile”.
Sofonisba Anguissola ad Elisabetta Sirani
Sofonisba Anguissola (1532-1625), Lavinia Fontana (1552-1614), Fede Galizia (1578-1630), Orsola Maddalena Caccia (1596-1676), Giovanna Garzoni (1600-1670), Virginia da Vezzo (1601-1638) e Elisabetta Sirani (1638-1665) : secondo le regole in vigore, tutte queste donne dovevano accontentarsi di ritratti di pittura e immagini simboliche di frutti e fiori. Ma hanno giocato abilmente queste restrizioni, usando i temi che sono stati imposti su di loro come strumenti potenti: hanno mostrato una notevole libertà di fronte a rigide regole di genere.
I ritratti e gli autoritratti che inevitabilmente si nascondono dietro le loro figure allegoriche, mitologiche e religiose sono abitati da una fenomenale presenza naturalistica. Questo stesso naturalismo si riflette nelle loro disposizioni di fiori e frutti. Questi simboli tradizionali di fugacità e fertilità sono stati trasformati da loro in potenti strumenti di trasgressione e opposizione.
“Le signore del barocco” dimostra come questi pittori affrontassero le restrizioni dei loro tempi in modo creativo. A tal fine, MSK ha riunito una selezione eccezionale di dipinti provenienti da prestigiosi musei come gli Uffizi (Firenze), il Palazzo Barberini (Roma), la Gemäldegalerie (Berlino) o la Galleria Borghese (Roma) , scoperte fatte in collezioni private. Molti di questi dipinti non sono mai stati visti o raramente.
Oltre ad Artemiasia, altre opere del Museo Correale sono in prestito temporaneo.
A Napoli fino al 7 aprile sarà possibile ammirare “Ritratto di Giovanna Vandeneynden” e “Ritratto di Giuliano Colonna Principe di Stigliano“, entrambi diGiuseppe Pascaletti, all’interno della mostra “La collezione di un principe” presso il Palazzo Zevallos in Via Toledo, insieme ad opere di Rubens, Van Dyck e Ribera, quadri inediti di Orbetto, de Wael e Gesualdo, e dipinti mai esposti in Italia di Jan Miel e della collezione spagnola di Jan Fyt.
Giuseppe Pascaletti – Marcantonio Colonna di Stigliano (1724-1796) – Museo Correale di Sorrento.
Fonte : PositanoNews.it