“Il Tempo, come sostenevano gli antichi, è figlio della luce” Paolo Giulierini, Direttore del MANN….
“Il Tempo, come sostenevano gli antichi, è figlio della luce”
Paolo Giulierini, Direttore del MANN.
“Il tempo è un’illusione”, Albert Einstein
“Le ore del sole:geometria e astronomia negli antichi orologi solari romani”, a cura di Alessandra Pagliano, Museo Archeologico Nazionale di Napoli, 21 settembre/31 gennaio 2019 Inaugurazione 21 settembre, ore 17.
La mostra e il volume attraverso gli strumenti della geometria proiettiva e descrittiva, costruisce un dialogo tra diversi campi del sapere (gnomonica, astronomia, restauro, geometria, nuove tecnologie, storia dell’architettura) con la finalità di valorizzare gli antichi orologi solari di epoca romana custoditi al Mann, alcuni sconosciuti al largo pubblico, altri addirittura assenti nella catalogazioni finora pubblicate dagli studiosi di archeologia e gnomonica. Gli antichi orologi solari della collezione del Mann provengono prevalentemente dagli scavi di Pompei: è stato realizzato un approfondito rilevo secondo le moderne tecnologie della fotogrammetria digitale, un’analisi del funzionamento gnomonico, un progetto di restauro e la conseguente realizzazione di stampe 3D degli orologi (con lo gnomone riposizionato). Tecnologie informatiche innovative (ITC) permettono al lettore di interagire con modelli tridimensionali in Realtà Aumentata mediante appositi marker, predisposti nel volume a corredo dell’analisi dei singoli orologi.
Alessandra Pagliano
Professore associato presso il Dipartimento di Architettura – DiARC dell’Università Federico II di Napoli, insegna continuativamente dal 2002 Applicazioni di Geometria Descrittiva, oltre ad aver svolto numerosi altri corsi nell’ambito delle discipline dell’Icar 17, quali Rilievo dell’architettura, Disegno automatico e Disegno dell’architettura. Dall’a.a. 2015-16 insegna il modulo Drawing tecniques, multimodule course of Visual Communication, Corso di Laurea (di nuova istituzione) Design for the Built Enviroment(in lingua inglese) del DiARC. Si occupa di dar nuova vita a quel legame, un tempo indispensabile, inscindibile e necessario, che la geometria intrecciava con discipline specialistiche, oggi apparentemente lontane, quali la gnomonica, l’arte e le illusioni prospettiche, la scenografia teatrale e urbana e il disegno del paesaggio, alle quali gli trattati antichi di prospettiva dedicavano interi capitoli, come possibili campi di applicazione e sperimentazione dei processi proiettivi. Ha pubblicato numerosi scritti sulla scenografia teatrale e l’uso illusorio della prospettiva: in tale campo ha realizzato, negli ultimi quattro anni, numerose installazioni in anamorfosi, volte a sperimentare gli effetti del coinvolgimento diretto dell’osservatore nella indispensabile interazione con lo spettatore, che caratterizza queste peculiari prospettive, irriconoscibili da tutti i punti di vista ad eccezione del punto di vantaggio, nel quale l’immagine violentemente deformata diviene nuovamente individuabile. L’effetto immersivo e interattivo di tali spazi prospettici è stato applicato anche ad ambienti urbani degradati per i quali l’arte contemporanea, dal basso, partecipata e low cost, si è dimostrata un’efficace soluzione al decennale stato di degrado. Si occupa attivamente dello studio e del restauro degli antichi orologi solari e della diffusione della millenaria cultura gnomonica, oggi in fase di dispersione. La messa in luce dei legami perduti dalla Geometria descrittiva viene tuttavia riletta secondo le possibilità contemporanee offerte dalla modellazione solida in ambito virtuale, al fine di avvantaggiarsi della visione globale delle operazioni condotte direttamente nello spazio tridimensionale, per una scoperta di ulteriori possibilità sperimentali e applicative.
Fonte : PositanoNews.it