Ventitré comuni quelli cioe’ attraversati dal fiume: si tratta di Angri, Bracigliano, Castellammare di Stabia, Castel San Giorgio, Cava de’ Tirreni, Mercato San Severino, Montoro, Nocera Inferiore, Nocera Superiore, Pagani, Poggiomarino, Pompei, Roccapiemonte, San Giuseppe Vesuviano, San Marzano del Sarno, San Valentino Torio, Sarno, Scafati, Solofra, Sorrento, Striano e Torre Annunziata tra Napoletano, Salernitano e Avellinese, uniti in una battaglia che ha un unico obiettivo: disinquinare il fiume Sarno e recuperare una risorsa un tempo vanto per questi territori, ma che decenni di malcostume, controlli assenti e indifferenza istituzionale hanno ridotto a fonte di inquinamento con conseguenze incalcolabili per l’ambiente.
Ieri 29 ottobre la comunità cittadina scafatese è scesa in piazza a manifestare contro l’inquinamento del fiume Sarno. Scafati è dei suoi cittadini, che sono stanchi di vivere in una città che non ha niente da offrire se non tumori e malasanità.
Lungo la marcia c’è stata la raccolta di campioni d’acqua lungo il corso del fiume Sarno: ne sono risultate ampolle che vanno dall’acqua cristallina, a torbida, fino al verde, al marrone e al nero senza speranza.
Molto forti anche gli slogan degli striscioni, che riassumevano i milioni di euro spesi per completare la rete fognaria, circa 600, senza risultati al momento; il corso d’acqua è diventato negli anni da attrazione turistica che era ad un vero e proprio incubo.
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