Mengoni in concerto al Plasele ad Eboli Lassù qualcuno lo ama. È una notte da…
Mengoni in concerto al Plasele ad Eboli
Lassù qualcuno lo ama. È una notte da boxeur quella che Marco Mengoni si regala domani sera al Palasele di Eboli, ancora un tour che non passa da Napoli. Come promette anche la proiezione sul kabuki bianco che ricopre la scena dalla frase «ti farò vedere quanto sono grande» gridata da Cassius Clay al «killer» Sonny Liston prima di cambiarsi «quel nome da schiavo» e diventare il «Muhammad Ali» della canzone. Un match con se stesso appena documentato pure su disco.
Marco, cosa cambia rispetto al tour primaverile?
«Ho contaminato quell’esperienza con i suoni e gli umori del tour estivo. L’impianto è quello dell’Atlantico tour, ma diverse situazioni nascono dall’anima acustica del Fuori Atlantico. Un ibrido che mi ha portato a ripulire molto il suono dello spettacolo di primavera».
Poi ci sono i pezzi nuovi.
«Recuperiamo un brano di Atlantico che prima non facevo, ma anche due dei tre inediti inseriti nell’album dal vivo appena pubblicato, vale a dire Duemila volte, scritta con Mahmood, e Calci e pugni, composta con Gazzelle a cui tengo particolarmente».
Perché ha sentito la necessità di documentare questo giro di concerti in un disco, «Atlantico/On tour»?
«Il live è la massima espressione di quello che avresti voluto dire nel disco; solo sul palco riesci di solito a riscattare le piccole cose che non ti sono venute in studio. In tour, poi, i pezzi iniziano a vivere una vita loro, svincolata dalla versione del disco, addirittura con passaggi armonici a volte diversi. Per questo m’è sembrato giusto fermare quell’attimo di vita che c’è sul palco».
La scelta dei brani è stata dura?
«Avevamo circa 120 giga solo di registrato di ogni data. Ci abbiamo messo due settimane a scegliere, concerto dopo concerto, il materiale da pubblicare».
Il tour è plastic-free. O quasi.
«Quella per l’ambiente è una battaglia per il nostro futuro. Durante il concerto faccio uno speech un po’ scherzoso sulle borracce di alluminio che assieme al sindaco Sala abbiamo distribuito agli studenti di Milano il primo giorno di scuola. Mi ha sorpreso ricevere più messaggi per i capelli in disordine che ho nelle foto di quel giorno di quanti non ne riceva il 25 dicembre per il compleanno. E mi ha sorpreso ancor di più che i social abbiano rilanciato più la storia dei capelli che la campagna ambientalista».
Un segno dei tempi.
«Si dovrebbe pagare un gettone per ogni commento sui social. Sono convinto che così molti ragionerebbero un attimo prima di scrivere qualsiasi cosa che gli passi per la mente».
Presentando «Klaus», lungometraggio d’animazione Netflix a cui presta la voce, ha rivelato che nel cinema le piacerebbe anche fare l’attore. Un film del passato che, avendone le capacità, le sarebbe piaciuto interpretare?
«Roma città aperta accanto ad Anna Magnani. Ma, da Capricorno ascendente Vergine, sono abbastanza realista e per questo dico: un personaggio di secondo piano in un film di Tarantino».
Sulla sua pagina Instagram ha avviato la rubrica «Non tutti sanno che», cosa potrebbe rivelare di Marco Mengoni che non tutti sanno?
«Che gira con uno zaino da 40 litri, con cui ha già fatto un viaggio a Cuba portandosi dietro il minimo indispensabile, anzi l’essenziale». Andrea Spinelli Il Mattino
Fonte : PositanoNews.it