Domenica 14 gennaio alle 16,30, presso l’hotel Aminta a Sorrento, si terrà la presentazione dell’opuscolo “Mons. Luigi Sposito, un vescovo sorrentino a 25 anni dalla sua consacrazione episcopale”, edito per i tipi dell’elegante e storica tipografia Petagna di Sorrento.
Gli autori, don Francesco Saverio Casa e Gennaro Galano, ricorderanno la figura del prelato sorrentino insieme ai nipoti di mons. Sposito, Giancarlo e Francesco Acampora. Moderati da Valerio Terrecuso, don Saverio e Gennaro presenteranno i frutti delle loro ricerche biografiche, intrecciando i loro interventi a quelli dei nipoti, che presenteranno a chi interverrà un’immagine più intima e familiare del vescovo sorrentino.
L’opuscolo riccamente illustrato e dal pratico formato, si propone di ricordare questo religioso sorrentino tanto celebre quanto dimenticato. Eppure, partito da Sorrento come un semplice sacerdote, don Luigi era riuscito a diventare uno degli uomini più potenti e più in vista del Vaticano, senza mai dimenticarsi del suo luogo d’origine. Gennaro Galano
foto tratta dal volume GIUBILEO PASTORALE DI DON ANTONIO PERSICO. Nino Cuomo
dal sito del Vaticano
ORDINAZIONE EPISCOPALE DI 11 NUOVI VESCOVI
OMELIA DI GIOVANNI PAOLO II
Solennità dell’Epifania del Signore – Mercoledì, 6 gennaio 1993
A lui tutti i re si prostreranno, lo serviranno tutte le nazioni (Sal 71, 11).
1. La Costituzione Dogmatica Lumen gentium del Concilio Ecumenico Vaticano II, citando un celebre passo di San Giovanni Crisostomo, sottolinea quell’universalità dell’unico popolo di Dio che risplende in modo speciale nell’odierna celebrazione.
“In tutte le nazioni della terra – afferma il documento conciliare – è radicato un solo popolo di Dio… E infatti tutti i fedeli sparsi per il mondo, comunicano con gli altri nello Spirito Santo, e così “chi sta a Roma sa che gli Indi sono sue membra” (In Io. hom., 65, 1). La Chiesa, cioè il Popolo di Dio… favorisce e accoglie tutta la dovizia di capacità e consuetudini dei popoli, in quanto sono buone, e accogliendole le purifica, le consolida ed eleva. Essa infatti si ricorda bene di dover raccogliere con quel Re, al quale sono state date in eredità le genti (cf. Sal 2,8), e nella cui città esse portano i loro doni e offerte” (Lumen gentium, 13).
2. “Entrati nella casa, videro il bambino con Maria sua Madre, e prostratisi lo adorarono” (Mt 2, 11).
Nella liturgia di oggi la Chiesa rivive la verità di queste parole. Mentre infatti nella notte di Natale contempliamo l’accorrere alla grotta di Betlemme di alcuni pastori appartenenti al popolo d’Israele, oggi – solennità dell’Epifania – facciamo memoria dell’arrivo dei Magi, giunti dal lontano Oriente per adorare nel neonato Bambino il Re e Salvatore universale e offrirgli i loro doni.
I Magi vengono domandando: “Dov’è il re dei Giudei che è nato?”. E vengono portando doni (Mt 2, 2). Arrivati al “luogo dove si trovava il bambino… prostratisi lo adorarono. Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra” (Mt 2, 9. 11).
Si erano informati del neonato “re dei Giudei” (Mt 2, 2) ed ecco, è ora dinanzi a loro il re non di un popolo soltanto, ma di tutte le nazioni che gli “sono state date in possesso” (cf. Sal 2, 8). Si attuava così la verità già annunciata dal Salmista molto tempo prima. I Magi con il loro gesto di adorazione testimoniano dunque che Gesù bambino è re non di un unico popolo – il popolo d’Israele – ma di tutte le genti della terra.
3. Epifania. L’odierna solennità porta questo nome significativo. I Magi, venuti dall’Oriente per offrire i loro doni, diventano i testimoni del Dono santissimo offerto da Dio agli uomini: nel mistero dell’Incarnazione Dio Padre offre all’umanità il suo Figlio unigenito, a Lui consustanziale. Nel Verbo fatto carne l’amore stesso di Dio si è reso visibile: “Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio unigenito” (Gv 3, 16). I Magi, alla presenza di questo santissimo mistero, si prostrarono. Benché i loro occhi vedano solo un bambino neonato, la luce che li guida interiormente permette loro di riconoscere ciò che gli occhi non riescono a percepire: permette loro di comprendere il santissimo Dono offerto da Dio all’umanità. A tale santissimo Dono essi rispondono con il loro personale dono, presentando a Gesù oro, incenso e mirra, semplici simboli umani, che esprimono il mistero del re a cui “ tutte le nazioni sono state date in possesso” (cf. Sal 2, 8).
Al tempo stesso, i doni rendono manifesta la profonda verità dell’Incarnazione. Ricevendo la natura umana, il Figlio di Dio ha scelto di condividere anche l’amarezza dell’esistenza terrena, che ha trovato il suo punto culminante quando, in agonia sulla croce, “ gli offrirono vino mescolato con mirra” (Mc 15, 23).
4. Carissimi Fratelli e Sorelle, l’universalità dell’unico Popolo di Dio, che oggi si raccoglie attorno al suo divino Re, risplende particolarmente in questa celebrazione dell’ordinazione episcopale di 11 nostri fratelli i quali, provenendo da diverse nazioni, portano a Dio l’omaggio dei popoli della terra.
Vi saluto, cari Fratelli, che mediante lo Spirito Santo rimanete nella comunione della Chiesa di Cristo. Saluto ciascuno con affetto e stima. Saluto te, Monsignor Diego Causero, inviato come mio rappresentante in alcune nazioni dell’Africa; te, Monsignor G. Charles Palmer-Buckle, Vescovo eletto di Koforidua (Ghana); te, Monsignor Elio Sgreccia, Segretario del Pontificio Consiglio per la Famiglia; te, Monsignor Henryk Marian Tomasik, Ausiliare del Vescovo di Siedlce (Polonia); te, Monsignor Henry J. Mansell, Ausiliare dell’Arcivescovo di New York (USA); te, Monsignor Jan Kopiec, Ausiliare del Vescovo di Opole (Polonia); te, Monsignor Alojzij Uran, Ausiliare dell’Arcivescovo di Ljubljana (Slovenia); te, Monsignor Luigi Sposito, Segretario della Prefettura degli Affari Economici della Santa Sede; te, Monsignor Norbert K. Strotmann Hoppe, Ausiliare dell’Arcivescovo di Lima (Perù); te, Monsignor Elmo Perera, Ausiliare del Vescovo di Galle (Sri Lanka); te, Monsignor Csaba Ternyak, Ausiliare dell’Arcivescovo di Esztergom (Ungheria).
Cari Fratelli, tra poco riceverete la pienezza del sacramento dell’Ordine in questa Basilica di San Pietro. Da qualunque luogo veniate, voi sapete di essere membri dello stesso organismo: il Corpo di Cristo, reso vivo dalla presenza santificante dello Spirito Santo. I vostri nomi risuonino in questo tempio, posto al centro della Chiesa, come segno della chiamata ricevuta da Dio e della missione che oggi vi viene affidata nel ministero episcopale.
5. Costituiti Pastori del Popolo di Dio, voi sapete bene che dovrete “raccogliere” i credenti in stretta unione con quel Re, nel quale le nazioni hanno ricevuto l’Epifania del Regno di Dio. Come i Magi dell’Oriente, così anche voi siate i servi dell’Epifania divina. Portate ai piedi del Salvatore divino l’offerta del popolo cristiano, cioè i doni delle vostre Chiese insieme con la vostra fatica pastorale.
In questo modo si riveli sempre più il santissimo Dono che, in Gesù Cristo, Dio ha elargito al mondo e l’umanità giunga a conoscere con quale immenso amore Dio l’ha amata, non esitando a dare per essa il suo unigenito Figlio.
“A lui tutti i re si prostreranno, lo serviranno tutte le nazioni”. Per sempre! Amen.
© Copyright 1993 – Libreria Editrice Vaticana
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