Dagli inviati di Positanonews e Positanonewstv ,foto, video e interviste. Raccontare la Cina sorvolandone il…
Dagli inviati di Positanonews e Positanonewstv ,foto, video e interviste.
Raccontare la Cina sorvolandone il perimetro classico, bagnato dal Fiume Giallo, e giungendo all’area del Sichuan, da cui ci pervengono manufatti straordinari per originalità e tecnica di lavorazione: l’esposizione “Mortali Immortali. I tesori del Sichuan nell’antica Cina”, in programma al MANN dal 14 dicembre 2018 all’11 marzo 2019 al vernissage, il Presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca e l’Ambasciatore della Repubblica Popolare Cinese in Italia Li Ruiyu), porta all’Archeologico, per la prima volta in Europa, 130 reperti in bronzo, oro, giada e terracotta, databili dall’età del bronzo (II millennio a.C.) fino all’epoca Han (II secolo d.C.); così, nello splendido Salone della Meridiana, è possibile conoscere i tratti evocativi della tradizione Shu, enigmatica grazie alle sofisticate maschere in bronzo ed alla dedizione al culto del sole.
“Questa importante esposizione, che chiude idealmente l’anno del turismo Europa-Cina e rientra tra le attività promosse nell’ambito del Forum Culturale Italia-Cina del Mibac, – dichiara il direttore del MANN Paolo Giulierini-, preceduta da un momento di studio sulle tecnologie nella comunicazione museale, conferma il sempre più solido legame tra il Museo Archeologico di Napoli e il paese del Dragone per la promozione del patrimonio culturale italiano ma anche di quello cinese in Italia. Ricordiamo che le mostre del MANN su Pompei, itineranti nei maggiori musei cinesi fino al luglio 2019, contano già oltre due milioni di visitatori. Come Direttore del MANN e del Parco dei Campi Flegrei ho firmato lo scorso settembre a Chengdu un doppio protocollo di intesa e cooperazione sulla Conservazione e Valorizzazione del Parco Archeologico di Donghuamen, a testimonianza dell’altissima considerazione in quel paese per la competenza archeologica italiana. Il dialogo tra il MANN e la Cina continuerà per tutto il 2019”.
Le caratteristiche del percorso espositivo.
Realizzata sotto la guida dell’Ufficio provinciale della cultura del Sichuan e patrocinata da Regione Campania, Ambasciata della Repubblica Popolare Cinese in Italia e Comune di Napoli, la mostra “Mortali Immortali” raccoglie reperti provenienti da importanti istituzioni cinesi: tra queste, è necessario ricordare il Museo di Sanxingdui, il Museo del Sito Archeologico di Jinsha, il Museo del Sichuan, il Museo di Chengdu, l’Istituto di ricerca di reperti e archeologia di Chengdu, il Museo di Mianyang, il Museo Etnico Qiang della Contea di Mao.
L’allestimento, firmato dagli architetti Gaetano Di Gesu e Susanna Ferrini di “n!studio Asia” con la consulenza museografica dell’architetto Gianni Bulian e l’opera grafica dello studio Archquadro, traccia due sentieri tematici, che si svelano, in maniera suggestiva, agli occhi del visitatore: la “Cultura religiosa dello stato di Shu” , in cui è illustrato il mondo spirituale di un’antichissima civiltà, che esprimeva la ricchezza della propria tradizione nelle maschere di bronzo, provenienti dagli scavi del sito di Sanxingdui, di Jinsha e dal cimitero del villaggio di Shuangyuan nel distretto di Qingyuanjiang; “La vita quotidiana del popolo Shu”, in cui sono ricostruite le trame commerciali sviluppate nell’area del Sichuan, grazie a bassorilievi su mattone della dinastia Han, figure umane, figurine di ceramica a forma di animali ed altri oggetti provenienti dalle aree di scavo.
La partizione semantica dell’iter espositivo non sacrifica la potenza di una suggestiva visione d’insieme: il pubblico, infatti, può ritrovare, in un magico connubio, gli oggetti simbolo della cultura archeologica del Sichuan (oltre le maschere in bronzo, vi sono le statuette di terracotta, il cavallo di Sanxingdui, il sole di Jinsha, l’immagine del più grande albero di bronzo della storia dell’archeologia), capaci di tessere un dialogo senza tempo con il bronzo di Apollo ed il cavallo di Ercolano, opere simbolo del salone della Meridiana.
Tecnologia ed indagine scientifica rappresentano, all’interno del progetto espositivo, un ulteriore piano di approfondimento: se fotografie, video e ricostruzioni digitali degli scavi permettono al visitatore di comprendere, con il supporto delle nuove tecnologie di comunicazione, che la “periferia” del Sichuan, per quanto attiene alla ricchezza del patrimonio, non ha nulla da invidiare alla cosiddetta Cina classica, è il contesto di ritrovamento dei reperti ad aggiungere nuovo potere enigmatico alla mostra. Le opere, infatti, sono state rinvenute in fosse di accumulo, in cui erano conservati oggetti rituali, spesso distrutti o ridotti in frammenti, probabilmente per seguire le antiche prassi di culto.
L’affermazione “i morti dovrebbero essere serviti come i vivi”, che rappresenta l’espressione più antica legata alla dimensione dell’aldilà, ben testimonia l’attitudine evocativa di una civiltà sempre in equilibrio tra le geometrie della realtà ed i contorni indefiniti della spiritualità.
Fonte : PositanoNews.it