Presso “l’antica bottega del Maruzzaro” sita in P.zza Cota, in Piano di Sorrento, come in un classico presepe napoletano del 700, la fotografa: Francesca d’Esposito ha voluto allestirvi una “originale” mostra (20/12/17 – 06/01/18) di 15 fotografie da lei realizzate.
E così, tra profumi di formaggi, salumi, vini, dolciumi e prelibatezze varie, rileviamo che il tutto è ben armonizzato e funge come pregevoli cornici e dà voce ai temi di quelle foto.
I tanti visitatori hanno altresì colto che tutte quelle immagini son pieni di echi intercorrenti tra l’arte pittorica e fotografica. Infatti, fra quelle foto fa capolino il gusto compositivo dei pittori del 600/700: gli olandesi M. Withoon; M. von Schrieck e soprattutto, quello degli artisti del barocco napoletano: Ruoppolo, Recco, de Caro, Falcone e tantissimi altri. Tutti egregi “affluenti” di Caravaggio (1571-1610).
Quei toni di marroni, di seppia, di ocre gialle e rosse e, soprattutto, quelle luci ed ombre, esondarono l’intera Europa barocca e toccarono l’arte di Rubens, Rembrandt, Ribera. Ebbene, anche Francesca – appassionata d’arte – sembra sia stata toccata da quelle stesse luci ed ombre che si scorgono anche nella “flagellazione di Cristo” dipinta dal Merisi nel 1607-1608.
Ecco, questa mostra offre momenti di riflessione sul sottile e indelebile rapporto tra pittura e fotografia. Quest’ultima, già nel 1553 impegnò l’ingegno del napoletano Giambattista Della Porta e anche Leonardo, ne scrutò le possibilità. Poi, nel 1826, la prima foto realizzata da Niepce. Undici anni dopo apparirà il primo degherrotipo, intitolato: “interieur d’un cabinet de curiosites”. La composizione ritratta ha un chiaro riferimento all’arte pittorica. Altrettanto farà il fotografo: Roger Fenton (1819-1869). Presso lo studio del fotografo Nadar si terrà la prima esposizione dei pittori impressionisti. Correva l’anno 1874. In tempi più recenti 1932 – Brassai ritrae Picasso. Il fotografo Philippe Halsman, realizza la foto: “Dalì atomicus” (1948). L’elenco potrebbe estendersi oltre e continuare con Andy Warhol, l’arte iper realista…
tuttavia, riportandomi alle foto di Francesca ho osservato la varietà dei suoi temi, in particolari paesaggi e boschi silenti abitati da streghe, ammantati di nebbie autunnali e ombre impreviste. Terre odorose di legno, di foglie, muschi e licheni. E così, ci si sorprende a pensare al mito di Proserpina: la dea rapita. Plutone le aveva concesso di tornare sulla terra, presso la propria madre: Demetra, ma solo per sei mesi l’anno. E per esser certo del suo ritorno le fece mangiare alcuni chicchi di melograno… gli stessi che sono presenti in qualche foto di nature morte di Francesca. Ed è lì, su quel ponte di vita/oblio con i suoi pensieri, convinta che la solitudine è la migliore compagnia. Poi, di colpo si sorprende sorridente, ripone il suo occhio vicino al mirino della sua inseparabile Nikon e riprende a cogliere attimi fuggenti: paesaggi, fiori, boschi, nature silenti, visi, processioni e cieli notturni dinanzi ai quali chiunque resta ad ammirare.
G. Rancatore
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